‘Vogliamo partecipare alla ricostruzione di una filiera FV europea ma non possiamo ignorare le criticità’

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pv magazine: Dott. Barin, FuturaSun sta pianificando la costruzione di una fabbrica di pannelli solari da 2 GW a Cittadella, in provincia di Padova. Quando avete pensato di realizzare questo progetto?

Alessandro Barin: È un progetto che va avanti da tempo. Siamo stati alle prese con diversi problemi burocratici relativi alla scelta del sito e a tematiche ambientali e, per questo motivo, le tempistiche si sono un po’ dilatate. Non abbiamo preso il primo appezzamento che abbiamo trovato e abbiamo dovuto studiare attentamente ogni singolo passo.

Una fabbrica di 2 GW ha dimensioni enormi rispetto alle fabbriche di moduli a cui siamo abituati in Europa. 

Il pannello è un prodotto che occupa spazio e trovare questi spazi in un contesto europeo, dove i capannoni di 2.000 o 3.000 m2 sono la regola, non è affatto banale. Noi ne utilizzeremo circa 25.000. C’è anche da tenere conto che la linea di produzione dei moduli è una linea a ciclo continuo lunga e stretta. Le fabbriche di moduli si sviluppano in lunghezza e questo tipo di configurazione presenta sfide notevoli. Il terreno che abbiamo individuato si adatta bene, anche se non perfettamente, a queste caratteristiche.

Cittadella è molto vicina a Carmignano del Brenta, dove una volta sorgeva la cosiddetta “Solar Valley” italiana, un’area in cui c’erano diversi produttori di pannelli solari che oggi non esistono più. Vi sentite legati a quell’esperienza?

Sì e crediamo che questo possa essere un vantaggio per noi quando andremo a cercare le risorse umane per il nuovo progetto. Proprio vicino a noi c’era ad esempio un produttore di ribbon per moduli.

La fabbrica sarà solo per l’assemblaggio di moduli o produrrà anche celle solari?

Ci limiteremo inizialmente all’assemblaggio di moduli ma non escluderei che, nel medio e lungo periodo, FuturaSun possa anche produrre moduli solari basati su tecnologie in perovskite o batterie. La fabbrica dovrebbe essere un fulcro per l’assemblaggio e produzione di più cose. Questo sito, del resto, si presta molto all’assemblaggio. La produzione di celle, eventualmente, dovrebbe essere inquadrata in un tipo di progetto completamente diverso, che richiederebbe, ad esempio, la costruzione di una rete fognaria e altre cose. Il consumo di energia per la produzione di celle è assai più alto di quello che si ha per l’assemblaggio di moduli.

Quanto conta il costo dell’elettricità nelle vostre scelte strategiche?

Il costo dell’elettricità è ancora sostenibile se si tratta di assemblare moduli. Quanto più ci si avvicina alla produzione di polisilicio tanto più aumentano i costi in questo senso. Per i wafer e il polisilicio, gli stessi pochi produttori europei esistenti stanno avendo difficoltà ad espandersi.

Da dove verranno le celle solari?

L’Europa attualmente non ha il know-how e la capacità di produrre celle. Senza la Cina sarà impossibile ricostruire una filiera europea. Noi vogliamo partecipare alla ricostruzione di questa filiera ma non possiamo ignorare le criticità che accompagnano questo processo.

Sareste disposti anche a comprare celle europe?

Stiamo dialogando anche con produttori di wafer europei. Ci interessano tutti quei prodotti che sono realizzati con basse emissioni di carbonio.

C’è, del resto, anche il discorso degli incentivi che potrebbero venire dall’Europa. Come vi ponete in questo senso?

Noi partecipiamo a tutte quelle che sono le iniziative dell’Unione Europea e stiamo studiando tutti gli strumenti che potrebbero essere messi a disposizione. Se dovessimo riuscire ad avere qualche forma di supporto, la velocità di realizzazione della fabbrica aumenterebbe sicuramente. Pensare che le aziende e i produttori passano fare tutto da soli per ricostruire tutta la filiera è un po’ illusorio. L’industria fotovoltaica si aspetta di ricevere aiuti per poter tornare competitiva.

FuturaSun ha sempre scommesso su tecnologie di cella innovative come l’Interdigitated Back Contact (IBC). Quali prodotti vedremo a Cittadella?

Certamente non produrremo i classici moduli PERC. Inizieremo puntando sul nostro pannello Zebra con tecnologia IBC ma produrremo anche moduli TOPCon. L’obiettivo a lungo termine è di produrre 100% IBC, ma vogliamo anche assicurare la continuità delle forniture rispetto ai prodotti che commercializziamo attualmente. Del resto, abbiamo anche un modulo a eterogiunzione e anche questo prodotto potrebbe essere gestito nella fabbrica di Cittadella con semplici adattamenti delle linee di assemblaggio.

Quando vedremo i primo moduli uscire dalla nuova fabbrica?

La costruzione della fabbrica potrebbe partire anche prima della fine dell’anno. Per quanto riguarda le attività di produzione, non dovrebbero iniziare prima del 2024.

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