Le associazioni di categoria si oppongono alla proposta di Nicolás González Casares, europarlamentare spagnolo dei Socialisti e Democratici. Lo spagnolo ha pubblicato settimana scorsa la sua bozza di relazione sulla revisione della proposta di riforma del mercato elettrico presentata dalla Commissione europea lo scorso marzo.
La proposta si è orientata verso un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione del mercato, per esempio scartando l’idea di hub regionali di negoziazione virtuale per aumentare la liquidità dei mercati a termine. Almeno per il momento.
Ma Eurelectric critica la proposta di Cesares soprattutto per quanto riguarda la proposta di istituzionalizzare un tetto alle entrate inframarginali.
Il tetto alle entrate è stato originariamente introdotto nell’ottobre 2022 tramite un regolamento del Consiglio per affrontare i prezzi elevati dell’energia. La soglia è stata fissata a 180 euro/MWh, ma un meccanismo di flessibilità previsto dall’articolo 8 del regolamento ha lasciato agli Stati membri un ampio margine di manovra per l’attuazione del tetto. I Paesi dell’UE hanno quindi iniziato a introdurre un insieme di tetti diversi che vanno dai 61 €/MWh dell’Italia agli 85 €/MWh della Grecia, fino ai 130 €/MWh del Belgio.
Il “price cap” riguarda tutti gli impianti di generazione inframarginale, incluso il solare.
“Distorsioni del mercato. Il tetto massimo ha frammentato il mercato dell’elettricità e ha incrinato la fiducia degli investitori in un momento in cui gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture a basse emissioni di carbonio sono più necessari. Nel 2022 l’UE ha investito solo 17 miliardi di euro in nuovi progetti eolici, il minimo dal 2009,” ha detto Eurelectric.
L’associazione di categoria aggiunge che la misura ha generato entrate significativamente inferiori a quelle previste. In Grecia, dei 590 milioni di euro previsti dal tetto massimo di entrate, ne sono stati raccolti solo 344 milioni. Allo stesso modo, in Spagna, su 3 miliardi di euro di entrate previste dal meccanismo iberico, sono stati raccolti solo 346 milioni di euro.
Solar Power Europe ha accolto con favore l’attenzione prestata alle reti e ai PPA, come anche alle proposte per rafforzare le misure di solidarietà tra Paesi europei.
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