Sussidi o standard per le importazioni di pannelli: la richiesta di 3SUN all’Unione europea

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La costruzione della fabbrica di Catania sta procedendo in linea con le tempistiche comunicate in passato, dice Eliano Russo, responsabile 3Sun Gigafactory, a pv magazine Italia.

“A luglio 2024 raggiungeremo la piena capacità produttiva di 3 GW che ci porterà ad essere la più grande fabbrica in Europa per la produzione di celle e moduli solari”, ha detto Russo.

Come suggerito dal caso della 3Sun Gigafactory, rafforzare le catene di forniture locali e accelerare la rilocalizzazione della filiera solare in Europa è possibile. La società suggerisce che, il reshoring, sarebbe facilitato da un intervento economico da parte di Paesi membri e Unione Europea. Questo per aumentare la competitività dei prodotti europei. In alternativa, l’aumento della capacità produttiva può avvenire attraverso l’introduzione di standard, di condizioni per l’importazione, dice Russo.

Sussidi all’industria fotovoltaica europea

La prima soluzione prevede che la Commissione Europea e gli Stati membri coprano il differenziale competitivo tra la “nascente industria europea” e la consolidata industria cinese per permettere ai prodotti interni di essere collocati sul mercato a prezzi in linea con quelli offerti dai competitor.

“Sussidi temporanei che renderebbero più facile sia l’implementazione di nuovi investimenti che la ricostruzione delle competenze necessarie, due elementi che riteniamo imprescindibili”, commenta Russo.

Secondo il responsabile 3Sun Gigafactory, rilocalizzare la filiera PV in Europa offrirebbe ai consumatori europei prezzi allineati con quelli offerti dai player asiatici sul mercato globale, permettendo anche la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Russo sottolinea che il mercato cinese è nato da anni di sussidi elargiti dal governo. “In tutto il resto del mondo abbiamo sfruttato questa condizione per comprare prodotti al più basso prezzo possibile, senza considerare il costo che stavamo accettando. Oggi il contesto è cambiato rispetto a 10 anni fa: i recenti avvenimenti, tra pandemie e guerre, ci hanno mostrato quanto fragili siano il nostro sistema energetico e le catene di fornitura globali”.

Seconda possibile strategia: standard

La seconda soluzione prevede invece l’introduzione di standard, ad esempio in termini di local content, carbon footprint e circolarità.

“Questi permetterebbero di proteggere i prodotti europei dalla competizione dei player cinesi, comportando però chiaramente un incremento dei costi per i clienti finali”.

Enel e 3Sun chiedono la definizione di regole che chiariscano il quadro normativo (e commerciale), così da fornire agli investitori gli strumenti per avviare e realizzare gli impianti che garantiranno la rilocalizzazione della filiera fotovoltaica e, in generale, l’indipendenza energetica europea.

Secondo Russo, il ramp-up della produzione cinese richiede infatti un’accelerazione della rilocalizzazione dell’industria del fotovoltaico in Europa, per evitare che i problemi derivanti dalla dipendenza da fornitori esteri, come quelli originati oggi dal gas russo, possano ripetersi in futuro, quando il peso del solare sarà sempre più rilevante sul totale dell’energia prodotta in Europa.

“Il continente asiatico guida il settore manifatturiero fotovoltaico, così come avviene per numerosi altri settori industriali, da più di un decennio. Oggi aumenta la sua capacità produttiva così come aumenta la fame di fotovoltaico: secondo le stime del World Energy Outlook 2022 dell’IEA (scenario Net Zero), la capacità globale installata si sestuplicherà da qui al 2030, passando da 892 GW del 2021 a 5052 GW nel 2030. Inoltre, sempre secondo la stessa fonte, tra il 2030 e il 2050 verranno costruiti nuovi impianti fotovoltaici per una capacità addizionale di 10,4 TW. Il mercato c’è e noi in Europa possiamo competere facendo leva su fattori distintivi legati a sostenibilità, efficienza, performance, qualità, automazione e digitalizzazione”.

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