La chiusura del nucleare in Germania abbassa i prezzi dell’elettricità e riduce del 20% l’uso del carbone.

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L’elettricità in Germania è diventata più economica e più pulita dopo la chiusura delle ultime tre centrali nucleari, secondo i nuovi dati del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems ISE.

La produzione netta di elettricità da lignite e carbone fossile è diminuita di oltre il 20%, mentre il gas naturale ha registrato un calo minore. Le energie rinnovabili hanno invece raggiunto una quota record del 57,7% della produzione netta di elettricità.

Secondo il Fraunhofer ISE, il sistema energetico tedesco ha gestito con successo l’abbandono del nucleare. La minore produzione dei reattori dismessi è stata compensata da una riduzione dei consumi, delle esportazioni e delle importazioni.

Prima della disattivazione, gli impianti nucleari hanno generato 6,7 TWh in aprile. Da aprile a giugno si è registrato un divario di 7 TWh rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Complessivamente, il carico di elettricità è diminuito di 16 TWh nella prima metà dell’anno, raggiungendo i 234 TWh, mentre la produzione di elettricità è scesa da 252 TWh a 225 TWh.

Il temuto deficit di 7 TWh non è stato coperto dall’elettricità da lignite, poiché la produzione delle centrali elettriche a lignite è scesa a 41 TWh nella prima metà dell’anno, rispetto ai 52 TWh dello stesso periodo dell’anno precedente. Anche la produzione netta di elettricità da carbone fossile è diminuita da 26 TWh a 20 TWh. Tuttavia, il calo del gas è stato minimo, da 24 TWh a 23 TWh.

La generazione da fonti rinnovabili è invece rimasta stabile, con una quota relativa del 57,7% della produzione netta di elettricità nel primo semestre dell’anno, rispetto al 51% dell’anno precedente.

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