Le difficoltà dei comuni italiani: come reperire fondi per l’installazione di impianti fotovoltaici?

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Il comune di Torrazza Piemonte, nella città metropolitana di Torino, sta procedendo con una serie di interventi infrastrutturali, tra cui la manutenzione straordinaria del tetto della palestra comunale e il posizionamento di un impianto fotovoltaico da 19,5 kW. L’avviso esplorativo per l’individuazione di figure professionali è scaduto; il processo di selezione continua.

Nel caso del comune piemontese la possibilità economica deriva anche dal fatto che Torrazza Piemonte è uno degli oltre 70 comuni che ricevono contributi per ospitare le scorie nucleari. Il vicino comune di Saluggia è infatti quello che riceve di più in Italia.

Meno immediato il percorso del comune di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Giornali locali riportano che il comune è a caccia di fondi per l’installazione di due impianti. Il comune sta ora parlando con la regione Marche che ha lanciato un bando per l’assegnazione di contributi a fondo perduto fino a 150 mila euro. I due interventi del comune, che includono l’installazione di pannelli, interventi di efficientamento energetico e nuovi impianti di climatizzazione, richiedono secondo il Resto del Carlino un totale di oltre 470.000 euro.

Questi due esempi sono indicativi degli sforzi locali. Al momento molti comuni non hanno la sicurezza matematica di poter procedere con i piani energetici.

Un’interpretazione personale: è possibile che i comuni che procederanno con la transizione energetica saranno quelli con maggiori disponibilità finanziarie, mentre molti altri rimarranno indietro, acuendo ancora di più le differenze economiche e sociali tra le regioni italiane.

Nonostante le ferie estive, continuano quindi le occasioni di scambio tra i comuni italiani e il governo. Una delegazione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha incontrato lunedì il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi per parlare dei progetti del PNRR dei Comuni.

Dopo l’incontro il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, ha detto che il governo si è impegnato a provvedere delle risorse, ma non ha spiegato per quale motivo i Piani Urbani Integrati (PUI) non rientrino più nel PNRR. Si tratta di progetti e opere per 2,6 miliardi di euro, per oltre il 94% già aggiudicati.

“Oggi il ministro Piantedosi ha solo ribadito che le opere si faranno e che il governo le considera un obiettivo importante. Apprezziamo l’affermazione da parte un ministro che stimiamo e ne prendiamo atto, ma purtroppo rimane un impegno generico che non ci rassicura, anche perché non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione Europea”, ha commentato Decaro dopo l’incontro con il ministro Piantedosi.

Decaro ha anche sottolineato che un’altra possibile conseguenza di queste incertezze è la diffidenza da parte della popolazione locale nei confronti delle amministrazioni comunali e in generale delle istituzioni. Da capire a questo punto se la mossa del governo centrale sia anche finalizzata a screditare amministrazioni comunali meno controllabili, non coerenti con il progetto politico portato avanti su scala nazionale.

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