Sanzione GSE al Comune di San Felice sul Panaro per presunto illecito

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Lo scorso 25 luglio è arrivata in municipio a San Felice sul Panaro una comunicazione del GSE – Gestore dei servizi energetici, con la quale il Comune è stato sanzionato per il presunto illecito frazionamento di tre campi di fotovoltaico realizzati nel 2011 e denominati Lavacchi 1-2-3 della potenza di 1 Mw ciascuno.

È ciò che ha spiegato a pv magazine Italia Luca Marchesi, addetto stampa Comune di San Felice sul Panaro, come da testo diffuso alla stampa. “Di tale irregolarità il Gse si sarebbe accorto nel corso di sopralluoghi effettuati nel 2017. In pratica il Gestore dei servizi energetici sostiene che i tre campi, al momento della loro realizzazione, avrebbero dovuto essere invece censiti come un solo campo di potenza pari a 3 Mw”.

Il nocciolo della questione? “Questo presunto illecito avrebbe consentito al Comune di ricevere maggiori introiti rispetto a quanto previsto per gli impianti di potenza pari a 3 Mw. In pratica, al Comune di San Felice verrebbero tolti 100.000 euro all’anno, mentre l’Ente dovrebbe rendere al Gse, per i periodi passati, 1.158.000 euro, una cifra che se pagata in una sola tranche rischierebbe di portare il Comune, già provato da bilanci difficili, in dissesto”.

La delibera di Arera – Autorità di regolazione per energia reti ed ambienti – ha stabilito la restituzione di circa 900.000 euro a favore del GSE ai danni del Comune emiliano produttore di energia: si tratta degli introiti realizzati fino al 31 dicembre 2022, retroattivamente fino al 1° febbraio 2022, oltre il prezzo massimo fissato da Arera.

Il sindaco Michele Goldoni si è espresso in merito nel corso del passato Consiglio comunale a fine luglio. «L’attuale Amministrazione comunale e gli uffici che vi operano non erano al corrente di questo procedimento perché i sopralluoghi sono avvenuti nel 2017, quando noi non c’eravamo, e di questo non ci è stata trasmessa alcuna memoria storica. Questo quindi ci ha colpiti in maniera del tutto inaspettata. Ci tuteleremo comunque in tutti i modi possibili e abbiamo già individuato un legale esperto in materia che ci supporterà per contrastare questa decisione».

Si evince, quindi, che l’Amministrazione comunale di San Felice, si stia attivando – anche ricorrendo a vie legali – per tutelarsi ed evitare il pagamento della sanzione. “Noi siamo un ente pubblico e non un’azienda privata che ha come finalità di realizzare utili: quelle risorse ci servono per erogare servizi ai nostri cittadini e far funzionare la macchina comunale”.

Nella nota del Comune si legge “Il prezzo di mercato di giugno è stato pari a 0,22 euro al Mwh, mentre il prezzo fissato massimo è 0,058 euro al Mwh: quasi tre quarti in meno. Il Comune di San Felice è considerato produttore di energia perché possiede otto campi fotovoltaici i quali rientrano nel perimetro di applicazione della deliberazione. Tra costi e ricavi questi campi generano un surplus di risorse pari a circa 500.000 euro ogni anno, che sono necessari a finanziare le spese ordinarie del bilancio comunale. La restituzione dei 900mila euro è un fulmine a ciel sereno, non preventivata in alcun modo, e che rischia di paralizzare la vita amministrativa e finanziaria dell’Ente, drenando le poche risorse a disposizione dell’Amministrazione, considerando che solo per le utenze quest’anno il Comune sostiene un incremento di costi del 100-120 per cento rispetto al 2019”.

 

 

 

 

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