Parlamento conferma nuovo commissario al Clima e nuovi incarichi di Šefčovič

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Il Parlamento ha approvato giovedì la nomina di Wopke Hoekstra a Commissario per l’Azione per il clima e il nuovo ruolo di Maroš Šefčovič come vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo.

Non facile il percorso dell’olandese: 279 eurodeputati hanno votato a favore della nomina di Wopke Hoekstra a Commissario per l’Azione per il clima, 173 hanno votato contro e 33 si sono astenuti. Hoekstra rappresenterà i Paesi Bassi all’interno dell’esecutivo europeo, dopo il ritiro di Frans Timmermans, tornato alla politica nazionale.

L’olandese era stato criticato duramente. “Il netto contrasto tra le promesse di Hoekstra e le sue azioni precedenti, evidenziato anche da diversi eurodeputati durante l’audizione di ieri, e la vaghezza di molti dei suoi annunci, sollevano dubbi sulla credibilità delle sue promesse che potrebbero avere un impatto significativo sulla reputazione dell’UE come leader del clima durante la COP 28 di quest’anno”, aveva commentato a inizio settimana Chiara Martinelli, direttrice di CAN Europe.

Meno complesso invece il percorso dello slovacco. Le nuove responsabilità di Maroš Šefčovič come Vicepresidente esecutivo per lo European Green Deal sono state approvate con 322 voti a favore, 158 contrari e 37 astensioni.

“Dopo le audizioni di Hoesktra (Paesi Bassi) il 2 ottobre e di Šefčovič (Slovacchia) il 3 ottobre, e dopo ulteriori interrogazioni scritte, follow-up per entrambi, la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) ha dato a entrambi valutazioni positive, che sono state successivamente confermate dalla Conferenza dei presidenti di commissione del Parlamento, dalla Conferenza dei presidenti (il presidente del PE Metsola e i capigruppo politici) e dall’Aula oggi al completo”, ha detto il Parlamento.

Le posizioni di Šefčovič sul Green Deal, progetto politico di Timmermans, sono meno focalizzate sulla transizione energetica. L’attenzione del politico slovacco si dovrebbe spostare sulla dimensione industriale del Green Deal, come già suggerito da diversi commenti, in Parlamento e non.

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