Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Portogallo hanno indirizzato un comunicato congiunto alla prossima Commissione europea, chiedendo di focalizzarsi sulle rinnovabili e in particolare modo sui seguenti punti: un mercato interno europeo ben funzionante, una buona governance e una migliore attuazione, la riduzione della burocrazia e il miglioramento delle competenze, ricerca e innovazione, promozione di un’industria europea delle energie rinnovabili, obiettivi globali per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
“Una migliore interconnessione dei mercati dell’energia elettrica è fondamentale per raggiungere la neutralità climatica e per integrare in modo efficiente grandi volumi di energie rinnovabili. L’azione comune europea è il punto di forza dell’UE. Dobbiamo diventare più veloci nel coordinare, pianificare e costruire le infrastrutture energetiche necessarie per massimizzare l’adozione delle energie rinnovabili e per garantire un’efficiente integrazione e flessibilità del sistema energetico”, hanno scritto gli 11 ministri, tra cui anche il vice-cancelliere tedesco Robert Habeck e il ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin.
Questo messaggio suggerisce che il prossimo esecutivo europeo potrebbe prestare maggiore attenzione alle infrastrutture energetiche europee. Sembra quindi che la richiesta di questi Paesi sia anche volta a richiedere un aumento dei fondi.
Come reso chiaro dagli incidenti nel Baltico che hanno di recente portato la Finlandia a essere più isolata, il focus dell’azione della Commissione dovrebbe, secondo questi 11 Paesi, affrontare le regioni più periferiche del continente.
“Saranno necessarie soluzioni e sostegno per massimizzare il contributo degli Stati membri ai margini geografici dell’UE, compresi gli Stati membri insulari, o altrimenti isolati dalla rete esistente. Soluzioni di flessibilità, interconnessioni e stoccaggio in capacità sufficiente sono indispensabili per consentire un sistema energetico con quote elevate di produzione intermittente di elettricità da fonti rinnovabili,” scrivono i ministri, sottolineando anche il ruolo dell’idrogeno.
Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati a livello globale e il numero di ondate di calore e di disastri naturali (incendi, siccità, inondazioni, ecc.) aumenta ogni anno, ha ricordato Friends of Renewables nel documento, sottolineando poi le difficoltà geopolitiche.
“La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina mostra anche la vulnerabilità dell’Europa a causa della sua dipendenza dalle importazioni di energia non rinnovabile e di materie prime critiche. Questa dipendenza è un rischio per la sicurezza e alimenta l’inflazione con effetti negativi sulla coesione sociale e sulla competitività”.
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