Il 2023 ha stabilito nuovi record nel mercato dei PPA in Europa con 7,8 GW di capacità rinnovabile assicurata fino ad oggi. Il precedente record era stato fatto segnalare nel 2021, quando sono stati assicurati 7,1 GW di PPA. L’Italia è il 12esimo Paese in Europa per capacità dei contratti di acquisto di energia rinnovabile (PPA), al pari di Belgio e dopo Danimarca e Polonia.
pv magazine ha parlato con Simona Soci, manager prezzo MBS Consulting, per capire meglio il mercato PPA in Italia. Vista la preponderanza delle utilities tra gli acquirenti e la fase embrionale del mercato, i contratti sono normalmente decennali a PUN e a prezzo fisso. All’aumentare delle rinnovabili, i prezzi scenderanno, spiega Soci.
pv magazine: Quali sono i più comuni acquirenti di PPA in Italia? La situazione varia da regione a regione?
Simona Soci di MBS Consulting: In Italia gli acquirenti di PPA sono principalmente utilities (70%). Le aziende coprono per ora quindi il 30% del mercato con una prevalenza nei settori del largo consumo e dell’automotive. La maggior parte della capacità sotto PPA è tra centro sud, sud e isole.
pv magazine: Qual è la durata abituale di questi PPA? Quale potrebbe essere un PPA standard in Italia?
Soci: Si tratta normalmente di contratti decennali a PUN, a prezzo fisso, pay as produced, spesso fisso anche il valore delle GO, questo tipo di struttura rispecchia la fase ancora embrionale del mercato e la prevalenza delle utilities come off-takers.
Per quanto riguarda i prezzi dei PPA, la gamma di prezzi varia da una regione all’altra? Potrebbe essere dovuto alla maggiore/minore domanda di PPA per regione?
La variazione dei prezzi PPA tra regioni dipende dalla CCT, cioè dalla differenza tra prezzi zonali e PUN, legata prevalentemente alle attese riguardo alle congestioni che si creeranno sulla rete nel periodo di riferimento. Quando le congestioni sono significative, le differenze di prezzo tra le regioni possono infatti essere notevoli.
Il prezzo di un PPA dipende quindi non solo dall’evoluzione attesa della curva del prezzo elettrico nazionale, ma anche dalle aspettative sull’evoluzione della CCT nel periodo di tempo coperto dal PPA. L’impatto del prezzo zonale sulla quotazione di un PPA, dipenderà comunque dalle condizioni specifiche del contratto. Sia nel caso di PPA a PUN che in quello di PPA a prezzo zonale il rischio CCT viene normalmente valutato e scontato in fase di negoziazione in base alle attese sulla sua evoluzione e alla propensione al rischio delle parti, che possono riflettersi in una struttura contrattuale che comporta una maggiore o minore esposizione alle fluttuazioni dei prezzi zonali e/o in diverse valorizzazioni a prezzo fisso.
Quali sono le conseguenze del fatto che i generatori di solito si assumono il rischio di prezzo tra il PUN e il prezzo di localizzazione del progetto?
Le conseguenze sono maggiori incertezze e minore redditività per gli impianti in zone con transiti più spesso saturi, ma questo dovrebbe essere comunque un segnale economico di incentivo per la crescita di nuovi progetti nelle zone meno “sature”.
In generale, quali le vostre previsioni sul mercato PPA in Italia?
In questo momento la struttura dei prezzi dell’energia offre ancora interessanti opportunità sul mercato dei PPA, con valutazioni che si trovano al di sopra dei costi di sviluppo; con l’attesa normalizzazione del mercato del gas naturale, la contestuale crescita delle rinnovabili e la conseguente discesa del PUN, lo spazio di negoziazione tenderà tuttavia a ridursi e i prezzi ad avvicinarsi all’LCOE.
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