La Romania si sta preparando a bandire una gara d’appalto per 1 GW di energia eolica e 1 GW di capacità fotovoltaica nell’ambito del suo piano di aste da 10 GW entro il 2030. La prima asta del Paese sarà lanciata entro la fine del mese e gli aggiudicatari saranno annunciati a novembre.
Il Ministero dell’Energia rumeno ha iniziato a cercare manifestazioni di interesse per la sua prima asta di energie rinnovabili a dicembre. In quell’occasione ha dichiarato che gli impianti ammissibili dovevano avere una capacità minima di 5 MW.
“Lo schema, ispirato al modello britannico, sosterrà progetti eolici e fotovoltaici onshore con una capacità totale di 5.000 MW suddivisi in due aste, la prima nel 2023 per 2.000 MW e la seconda nel 2025 per 3.000 MW”, ha dichiarato a pv magazine Mihaela Nyerges, managing partner dello studio legale Nyerges & Partners. “In entrambe le aste, la capacità sarà equamente suddivisa tra le due tecnologie”.
Nyerges ha dichiarato che la tempistica per la gara d’appalto del 2023 è piuttosto ambiziosa, con l’obiettivo finale di firmare i contratti CfD entro la fine di quest’anno. Gli offerenti devono includere nelle loro offerte la data di messa in servizio prevista, la capacità del progetto e il prezzo di esercizio espresso in euro per megawattora.
Per quanto riguarda i requisiti di ammissibilità, Nyerges fa notare che non saranno presi in considerazione i progetti con capacità di accumulo dietro al contatore, così come quelli che beneficiano di altri schemi di sostegno (ad esempio il National Recovery and Resilience Plan o il Modernization Fund).
Inoltre, deve essere già ottenuto un permesso tecnico di connessione, con una data di connessione non successiva al dicembre 2026. Se i ritardi dovessero superare i 24 mesi, il contratto CfD sarà risolto.
Infine, i progetti per i quali sono stati stipulati contratti di ingegneria, approvvigionamento e costruzione o di fornitura di attrezzature sono ancora ammissibili nella misura in cui tali contratti sono stati stipulati dopo il 20 luglio 2022.
“È importante notare che i beneficiari del sistema non riceveranno il pagamento del CfD per gli intervalli in cui il prezzo di riferimento del mercato è negativo”, afferma Nzerges. “Questo incide pesantemente sulla stabilità data dal contratto CfD e sulla sua bancabilità, soprattutto se si considera che abbiamo già visto prezzi negativi all’inizio di quest’anno e si prevede che tali casi diventeranno più frequenti dopo la messa in funzione di nuove capacità”.
Il Ministero dell’Energia e le altre autorità locali stanno ora lavorando con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) per creare il quadro giuridico e normativo necessario per lo schema di sostegno CfD. La nota informativa finale per gli offerenti sarà pubblicata prima del lancio ufficiale dell’asta e sarà disponibile sul sito web del Ministero dell’Energia rumeno.
Gli schemi CfD bidirezionali, come quello che sarà attuato in Romania, sono concepiti per incentivare gli investimenti nelle energie rinnovabili fornendo stabilità di reddito agli sviluppatori e rafforzando l’integrazione del mercato delle energie rinnovabili.
“Questo nuovo schema CfD assegnato tramite aste è fondamentale per sbloccare gli investimenti del settore privato e garantire la transizione verso un settore energetico verde e resiliente”, ha dichiarato Mark Davis, responsabile regionale della BERS per Romania e Bulgaria.
La prossima asta rappresenta la prima fase di un piano pluriennale che prevede l’assegnazione di CfD per un totale di 10 GW di capacità eolica e fotovoltaica onshore entro il 2030.
L’esercizio di approvvigionamento è progettato in linea con le tappe del piano di ripresa e resilienza del Paese, che prevede che le prime capacità sostenute da questo meccanismo siano operative entro il 2026, e con i suoi obiettivi in materia di energie rinnovabili.
L’anno scorso, il ministro rumeno dell’Energia Virgil Popescu ha dichiarato a Reuters che il sistema si tradurrà in “un’esplosione dello sviluppo delle energie rinnovabili”. Tuttavia, ha fatto notare che i CfD saranno utilizzati anche “per finanziare l’energia convenzionale come il nucleare”.
Il Paese si è impegnato a eliminare gradualmente il carbone entro il 2032 e a sostituirlo con il nucleare, il gas e le energie rinnovabili. Si è inoltre impegnato a ristrutturare la holding a lignite CE Oltenia entro il 2026 e a sostituire la sua vecchia capacità con 725 MW di energia solare e un po’ di gas.
Secondo l’Associazione rumena dell’industria fotovoltaica (RPIA), entro il 2026 dovranno essere aggiunti almeno 3 GW di energie rinnovabili, con il solare che rappresenterà circa 2 GW del totale. Secondo le ultime statistiche dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), alla fine del 2022 la Romania aveva installato 1.414 MW di energia solare.
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