Decreto energia e Legge di Bilancio 2024, ANIE prevede rapido aumento del costo dell’energia da rinnovabili

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ANIE Federazione si aspetta una rapida crescita del costo dell’energia rinnovabili per via dell’inflazione e delle novità normative presentate dal governo Meloni. ANIE Federazione punta il dito contro le bozze del Decreto energia e della Legge di Bilancio 2024.

L’associazione, una delle tre principali per il fotovoltaco in Italia, sottolinea che la bozza del Decreto energia prevede l’istituzione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) di un fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale allo scopo di incentivare le regioni e le province autonome ad ospitare impianti a fonti rinnovabili.

Secondo la bozza, i produttori di energia a fonte rinnovabile proprietari di impianti di potenza superiore a 20 kW verseranno nel fondo un contributo di 10 €/kW per tre anni a partire dal 1° gennaio 2024.

“Avrà un impatto negativo sulla sostenibilità finanziaria degli impianti FER e non si comprende il motivo per cui questo contributo di 10 euro per kW non debba essere versato, a maggior ragione, dagli impianti non FER,” ha commentato Alberto Pinori, Presidente di ANIE Rinnovabili.

Secondo ANIE, questo nuovo meccanismo avrà delle conseguenze negative sugli impianti che beneficiano delle detrazioni fiscali, sugli impianti dei DM Comunità energetiche, FER X e FER 2, sugli impianti in autoconsumo per la manifattura italiana, sugli impianti utility scale merchant e sui contratti PPA.

ANIE è anche critica della Legge di Bilancio che dispone (art. 23, comma 5, lettera b) la tassazione dei contratti di diritto di superficie di durata ventennale utilizzati nel settore delle fonti rinnovabili e necessari per affittare le aree destinate agli impianti FER. Questo a decorrere dal 1° gennaio 2024.

“Oggi l’affitto di tali aree è classificato come compravendita di un patrimonio e quindi è esente da tasse. La Legge di Bilancio stabilisce invece che il canone del diritto di superficie percepito dal proprietario dell’area sia considerato non più come patrimonio, ma come reddito soggetto a una tassazione che potrebbe arrivare anche al 43%”, ha detto ANIE.

L’aggravio di tassazione espone i proprietari delle aree a costi non preventivati. Questo, secondo ANIE, comprometterà poi i progetti i cui procedimenti autorizzativi sono tuttora in corso e quelli già autorizzati per i quali il contratto definitivo del diritto di superficie non si perfezionerà entro il 31 dicembre 2023, “inficiando completamente il lavoro svolto sino ad oggi sia dalla pubblica amministrazione sia dagli operatori”.

Pinori sottolinea che il fondo di compensazione e la tassazione dei contratti di diritto di superficie di durata ventennale vanno nella direzione opposta agli obiettivi fissati per il 2030.

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