Il governo Meloni ha presentato di recente le bozze del Decreto energia e della Legge di Bilancio 2024. Non sono mancate le polemiche. pv magazine Italia ha raccolto tre voci sull’aggiornamento del PNRR e sulle sue conseguenze per il mondo del fotovoltaico.
Il sentiment è positivo. Le novità? Testo Unico per la regolazione delle fonti rinnovabili, cambiamento del ruolo delle Regioni, supporto ai PPA,
Elettricità Futura fa però notare che l’Italia è comunque in ritardo nella realizzazione dei progetti relativi alla misura Next Generation EU e rischia di perderne i fondi. Ma parola agli esperti.
Ivano Saltarelli, partner di Green Horse Advisory, ha detto a pv magazine:
La nuova proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvata dalla Commissione UE il 24 novembre u.s. è stata trasmessa al Consiglio Europeo per la ratifica.
Le previsioni di interesse per il settore fotovoltaico sono, principalmente, inserite nel nuovo capitolo (Mission 7) dedicato al RepowerEU. Come sintetizzato dalla stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella Missione 7 sono state introdotte 5 nuove riforme per 49 misure in totale, delle quali 34 beneficiano di contributo a fondo perduto (non-repayable) e 15 di finanziamenti.
Di particolare rilevanza è la riforma 1 relativa alla adozione di un atto normativo di rango primario che dovrà rappresentare il Testo Unico per la regolazione delle fonti rinnovabili. Il nuovo PNRR prevede che esso debba entrare in vigore nel 2 trimestre 2025 e subentrerà a tutte le norma attualmente regolanti il settore, abrogandole. Sebbene non sia precisato, è evidente che sia rimessa alla funzione parlamentare la scelta su quali saranno i settori disciplinati dal nuovo Testo Unico e, di conseguenza, quali saranno le norme abrogate e quelle che continueranno ad avere forza cogente.
Tra i principi certamente più interessanti notiamo la previsione di un “ceiling rule”, ossia il principio in virtù del quale non sarà consentito alle Regioni di normare in modo più stringente o rigoroso le materie coperte dal Testo Unico. Essendo il principio, peraltro, già presente nel nostro ordinamento (in via derivata dalla potestà legislativa concorrente devoluta alle Regioni in materia di energia) sarebbe opportuno che il Testo Unico declinasse in modo chiaro questo divieto prevedendo, in caso, conseguenze pecuniarie per quelle Regioni che dovessero violare il principio; si pensi ai contributi che il DL Energia prevede come compensazioni per le Regioni che ospiteranno impianti FER: detti contributi potrebbero essere inaccessibili alle Regioni che non si conformano al principio del “ceiling rule”. La disciplina specifica di cosa sia consentito e cosa vietato alle Regioni è di attuale interesse considerato che, ad oggi, alcune Regioni (e.g. Emilia Romagna e Veneto) hanno introdotto norme che, di fatto, sviliscono talune previsioni del D.Lgs. 199/2021 in materia di aree idonee ope legis.
Da notare, peraltro, una apparente incongruenza all’interno del nuovo PNRR sulla riforma 1: la legislazione di rango primario riguardante le aree idonee (“renewables acceleration areas”) è prevista sia come misura a se stante (M7-1) da adottarsi nel 4 trimestre 2024, sia come parte della misura relativa al Testo Unico (M7-2) da completare entro il 2 trimestre 2025.
Il mercato del fotovoltaico, inoltre, sarà positivamente impattato dalla Riforma 4 dedicata allo sviluppo e promozione dei Power Purchase Agreements (PPA). La riforma riguarda i PPA aventi durata almeno triennale e auspica l’introduzione di un sistema di garanzie volte a mitigare il rischio finanziario di questi strumenti (recte, contratti) attraverso una garanzia dell’operatore a copertura parziale del valore del PPA da fornire attraverso gli strumenti previsti sul mercato elettrico. L’aspetto che forse più di altri riuscirà nell’intento di far decollare la piattaforma PPA è la previsione di un compratore/venditore di ultima istanza in caso di default/inadempimento di una delle due parti. La scelta potrebbe cadere su Acquirente Unico S.p.A. che, anche alla luce della fine del mercato tutelato energia e gas, dove attualmente opera, avrebbe know-how e risorse per assolvere a questa funzione. La Riforma 4 prevede l’introduzione di un atto normativo primario e atti implementativi di rango regolamentare entro il 4 trimestre 2024.
Infine, un inciso sulla Riforma 2 (Revisione dei sussidi ambientalmente dannosi – SAD – a partire dal 2026) e 5 (Green Skills: formazione peri lavoratori del settore privato e della PA per rafforzare le competenze verdi). Il nuovo PNRR è ambiguo su quali saranno i SAD che vedranno una riduzione (il riferimento è al catalogo SAD pubblicato dal MASE) ma si prevede un decremento di almeno 2 miliardi di Euro nel 2026 e un ulteriore riduzione di 3,5 miliardi entro il 2030. Sulla Riforma 5 è comprensibile la necessità di portare il livello di conoscenza del mercato e delle procedure applicabili alle fonti rinnovabili degli uffici pubblici ad un livello adeguato; tuttavia, il collo di bottiglia sembra rappresentato, più che dalla poca conoscenza della legislazione, dalla scarsità di risorse che gli uffici possono destinare al settore.
Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, ha detto a pv magazine:
In generale, nell’aggiornamento del PNRR l’ammontare degli investimenti per il fotovoltaico sembra essere rimasto sostanzialmente invariato, tranne alcuni incrementi per l’agrivoltaico e un leggero calo delle risorse al supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technologies.
La questione importante però è che siamo praticamente a Dicembre 2023, e non sono stati pubblicati i Decreti (ad esempio CER, Idrogeno e Agrivoltaico) e tutti i bandi che servono per allocare le risorse del PNRR e rendere note alle imprese le condizioni e le modalità per poter accedere ai fondi e realizzare i progetti entro il 2026, una scadenza perentoria.
Se alla vigilia del 2024 non disponiamo di questi elementi, è lecito domandarsi (con non poche preoccupazioni): come sarà possibile realizzare i progetti entro il 2026? Questi stessi timori li ha sollevati anche l’OCSE. Dalle Prospettive economiche OCSE presentate a Parigi il 29 novembre, emerge che l’Italia è in ritardo nella realizzazione dei progetti relativi alla misura Next Generation EU e rischia di perderne i fondi.
Vito Zongoli, CEO di Senec Italia:
Quelli che stiamo vivendo in queste settimane sono giorni davvero importanti per la transizione energetica e finalmente alcuni provvedimenti tanto attesi hanno visto la luce. La legge 169 del 27 novembre, che ha convertito il cosiddetto Decreto Energia, infatti, oltre a confermare le agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica, prevede per le stesse anche un’accelerazione degli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile fotovoltaica ed eolica tramite fondi per la costruzione di impianti.
Questi atti normativi, focalizzando l’attenzione sulla questione energetica e sull’esigenza di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili anche in ambito industriale, sono azioni indispensabili per accelerare il passo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e di sicurezza energetica del nostro Paese.
Tra le altre cose, questa notizia ha fatto seguito ad un’altra importante novità dell’ultima settimana: l’approvazione del Decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) da parte della Commissione Europea, che permetterà di accelerare definitivamente lo sviluppo di queste realtà in Italia, uno dei primi in Europa a muoversi in questo campo. Le due norme, insieme, rappresentano sicuramente un’importante spinta nell’ambito dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
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