Nicola Lanzetta, direttore Italia del gruppo Enel, ha detto che la società energetica vuole spingere in Italia soprattutto su sole e vento, dando però priorità all’eolico.
“Vorremmo spingere un po’ più sul vento rispetto al passato, anche perché ha più ore rispetto al solare”, ha detto Lanzetta martedì.
Lanzetta ha sottolineato che, secondo i programmi attuali, l’Italia dovrebbe garantirsi circa la metà degli investimenti del gruppo per il triennio 2024-2026 (totale di 36 miliardi). Più di 12 miliardi di investimenti saranno per la rete di distribuzione .
Parlando in audizione in Commissione Ambiente e Lavori pubblici del Senato, il dirigente Enel sottolinea che i costi della produzione di panelli in Europa sono del 105% più alti rispetto alla produzione in Cina. Questo ha già delle conseguenze, secondo Lanzetta.
“La scintilla che era partita, e la fabbrica 3Sun di Catania era parte di questo processo, di voler realizzare una industria della tecnologia per le rinnovabili è oggi a rischio”, ha detto Lanzetta.
Lanzetta ha parlato delle complessità burocratiche per i fondi del Pnrr, ha chiesto forme di supporto al mercato dei PPA in Italia e ha detto che, alla fine del Pnrr, nel 2026, l’Italia avrà “tra i più grandi sistemi di accumulo su larga scala al mondo”. Hai poi sottolineato l’importanza dell’investimento in reti.
“In Italia ancor di più che resto del mondo riteniamo che sia indispensabile investire sulla rete, tanto è vero che circa i due terzi degli investimenti verranno fatti proprio sulla rete. L’Italia è un Paese che ha colto l’opportunità della generazione distribuita, un Paese che ha colto la maturità e la sensibilità di cittadini di dotarsi di sistemi di autoproduzione. Questo può essere fatto se e soltanto se questa rete ha una grande capacità di hosting, ovvero di ospitare capacità di generazione affiancata sempre ad una evoluzione tecnologica, che deve far sì che la rete sia in grado di supportare eventi meteo che fino a ieri del tutto sconosciuti”, ha detto Lanzetta.
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