Frutto di dieci anni di ricerca e sviluppo, il tetto idroattivo Oasis Biosolar combina tre funzioni: produzione di energia attraverso l’integrazione di pannelli fotovoltaici, gestione dell’acqua piovana attraverso un sistema di accumulo, risalita capillare e regolazione del tasso di dispersione, e contributo alla biodiversità, grazie alla vegetazione e alle zone d’ombra protette dai pannelli fotovoltaici.
Certificato ETN (Étude de Technique Nouvelle), il sistema è ancora in fase di test, anche se “questo non significa che non possiamo procedere con la commercializzazione”, ha dichiarato a pv magazine France Pierrick Le Carval, Prescriptions and Key Accounts Manager di Le Prieuré, rassicurato dalle prestazioni registrate da due stazioni pilota installate sui tetti dell’INES (Institut National d’Energie Solaire) di Chambéry e della scuola di ingegneria ECE di Parigi. In seguito a un’indagine condotta nei mesi di maggio, giugno e luglio 2023 dall’Insa (Istituto Nazionale di Scienze Applicate) di Lione, Oasis Biosolar ha migliorato la produzione di energia del 10,44%. Questo risultato si spiega con l’evapotraspirazione del complesso vegetale (substrato e piante), che raffredda i pannelli e ne aumenta la resa durante i periodi di forte calore.
150 kg per metro quadro quando è saturo d’acqua
Oasis Biosolar si basa sul sistema di gestione dell’acqua piovana dei tetti verdi Oasis, sviluppato dieci anni fa da Le Prieuré e vincitore del Batimat Innovation Award nel 2015. Brevettato, si basa sulla capacità di immagazzinare l’acqua piovana in eccesso in vasche di ritenzione e di farla risalire verso le piante.
Su questa base, e con l’apertura del mercato del biosolare, Le Prieuré ha lavorato con il suo partner, IRFTS, per creare un sistema regolabile di binari e piedini di supporto, in modo da poter fissare tutti i tipi di pannelli fotovoltaici direttamente sui trogoli “hydrostock”. “Per i professionisti del solare non c’è alcuno stress”, afferma Pierrick Le Carval, poiché il supporto è completamente separato dalla membrana impermeabilizzante, facilitando così l’installazione. Un’altra fonte di preoccupazione, ma rapidamente risolta, è stata la zavorra, fornita da diversi tipi di supporto, il cui spessore è determinato in base all’altezza dell’edificio e alla zona di vento interessata.
“Escludendo gli impianti fotovoltaici, stiamo parlando di 150 kg per metro quadro quando sono saturi d’acqua, mentre i supporti in calcestruzzo possono sopportare carichi fino a 350 kg”, spiega Le Prieuré. Nel caso peggiore, la capacità di sovraccarico è di 189 kg/metro quadro. Una volta fissati i binari e le piastre di supporto, non resta che installare i pannelli, collegarli agli inverter e collegare il sistema.
La soluzione Oasis Biosolar è stata dichiarata tecnica alternativa dalle Agenzie francesi per l’acqua e può quindi beneficiare di sovvenzioni, il che la rende sempre più interessante per le autorità locali.
Le Prieuré ha già realizzato diversi progetti. Nel quartiere République di Nantes sono già in funzione impianti solari fotovoltaici sui tetti. Un altro prestigioso progetto è in corso a Saint-Denis (93), con l’installazione del sistema Oasis Biosolar su una superficie di 1.500 metri quadrati sugli edifici del Villaggio Olimpico.
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