Innovatec vuole aumentare il proprio peso specifico nel mondo del fotovoltaico in Italia, puntando su CER, agrivoltaico avanzato e rigenerazione di moduli fotovoltaici. pv magazine Italia ha sentito Antonio De Tata, AD della Divisione Energia del Gruppo.
Voi considerate le CER una delle vostre priorità. Quale il vostro modello di business? Quale la vostra unicità, considerando la forte competizione da grande utility, partendo da Iren per arrivare a Enel, passando per Edison?
Antonio De Tata, AD della Divisione Energia del Gruppo Innovatec: Stiamo assistendo alla più importante transizione energetica degli ultimi decenni: da un sistema elettrico basato sulla produzione in pochi grandi impianti, generalmente alimentati da fonti fossili, si sta progressivamente passando alla generazione distribuita. Senza ombra di dubbio le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) rappresentano l’evoluzione fisiologica di questo nuovo processo di diffusione ed Innovatec è intenzionata a collocarsi tra gli attori protagonisti di questo settore. Sosteniamo la creazione delle CER accompagnando le aziende, le pubbliche amministrazioni e i condomini nell’intero processo di creazione, sviluppo e gestione delle Comunità Energetica. Il grande vantaggio di Innovatec rispetto alle grandi utility risiede nella propria capacità di offerta integrata. Innovatec è l’unica società quotata italiana in grado di assistere la clientela dalle prime fasi consulenziali per la corretta costituzione della CER fino alla realizzazione e gestione della stessa attraverso l’attività di tutte le società del gruppo senza dover ricorrere a supporti esterni.
Lo sviluppo degli impianti a terra è necessario per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici che l’Italia e l’UE si sono imposte. Quali le difficoltà al momento? Quali le opportunità dal vostro punto di vista?
Senza ombra di dubbio la disponibilità di grandi superfici a terra costituisce un evidente acceleratore per il raggiungimento degli obiettivi climatici potendo realizzarvi impianti fotovoltaici di grande taglia con conseguente alta produzione energetica green. C’è un però: affinché tale opportunità possa davvero considerarsi sostenibile in ottica ambientale e con un occhio rivolto al futuro del nostro Paese e delle generazioni a venire, abbiamo l’obbligo di far coesistere tale forte implementazione delle fonti rinnovabili con l’altrettanto importante obiettivo di preservare i processi agricoli, paesaggistici e naturalistici. Tale coesistenza è rappresentata dall’agrivoltaico.
L’agrivoltaico è infatti l’altro tema caldo del settore. Avete già definito quale sia la vostra tecnologia di riferimento? Puntate sull’avanzato o sull’agrivoltaico semplice?
Affinché si possa parlare di reale transizione energetica bisogna intervenire in ogni settore economico del nostro Paese e l’agricoltura riveste un ruolo strategico con un’economia sempre alla ricerca di soluzioni innovative ed economicamente sostenibili. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i costi di approvvigionamento energetico del settore agricolo, che oggi superano il 20% dei costi aziendali, e migliorarne le prestazioni climatiche e ambientali, con una diminuzione potenziale di 0,8 milioni di tonnellate di CO2. Innovatec ha avviato diverse collaborazioni con produttori di tecnologie fotovoltaiche con una spiccata propensione all’agrivoltaico “avanzato” ritenendo quest’ultima modalità applicativa più coerente e mirata alla salvaguardia delle attività agronomiche sottostanti rispetto alle applicazioni di tipo “semplice”.
Considerazioni su tracker e sulle possibilità offerte in termini di flessibilità delle soluzioni agrivoltaiche?
Rispetto alle classiche strutture di sostegno poste ad altezza elevata senza dubbio prevalgono tecnologie consolidate come i tracker ad inseguimento monoassiale. Ritengo però che nel settore agricolo si debba propendere verso un’identificazione “sartoriale” delle tecnologie da applicare poiché tale scelta deve trovare la sua genesi non nella massima resa energetica bensì nell’ottimizzazione della coltura che si decide di insediare sul suolo sottostante l’impianto. Il tipo di irraggiamento, il livello di umidità ed il microclima sottostante l’impianto devono corrispondere esclusivamente al fabbisogno delle colture, questo è il vero obiettivo affinché si possa parlare di reale sodalizio tra agricoltura ed energia rinnovabile. L’agrivoltaico deve rappresentare un valore aggiunto per l’agricoltura, non il contrario.
Quali le difficoltà al momento? Quali le opportunità dal vostro punto di vista?
La voracità con cui il Governo ha introdotto negli ultimi anni i nuovi strumenti normativi rivolti alla transizione energetica hanno comportato inevitabilmente un’insidiosa e fitta rete di norme e decreti attuativi che hanno reso difficoltoso l’approccio al mondo delle rinnovabili degli utenti, siano essi privati o aziende, generando un clima di diffidenza e di forte disorientamento. Interpretando correttamente tale clima di incertezza del mercato il nostro azionista di riferimento Pietro Colucci ha intuito la necessità di differenziarsi rispetto al vetusto contesto di società prodotto presenti sul mercato andando a realizzare una holding energetica, Genkinn, in grado di offrire un servizio di assistenza integrata volta ad accompagnare la propria clientela verso la corretta comprensione delle proprie reali necessità energetiche che, una volta individuate, vengono realizzate e gestite dalle varie società del gruppo permettendo così al cliente di avere un unico interlocutore dall’inizio alla fine del proprio percorso di efficientamento energetico.
Quale il vostro punto di vista sulla normativa sul recupero e rigenerazione di moduli fotovoltaici a fine vita? Quali le opportunità per investimenti in tal senso?
Haiki+, la Sub-Holdig di Innovatec Group, incarna perfettamente la virtuosa transizione dall’insostenibile processo lineare Take-Make-Waste ad un modello di produzione e consumo che estende il ciclo di vita dei prodotti. Una corretta cultura ambientale vocata alla implementazione dello sviluppo massivo dei moduli fotovoltaici non può esimersi dall’applicazione del principio delle cinque R dell’economia circolare anche per tale settore. Il virtuosismo ambientale è determinato dalla capacità di guardare oltre prevedendo in anticipo le migliori soluzioni in ottica di Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, Raccolta e Recupero ed Haiki+ , da sempre pioniere nell’individuazione di processi sostenibili, ha dato vita a Polyvolt, società specializzata nella rigenerazione di moduli fotovoltaici diversamente destinati al macero offrendo loro una seconda vita. La domanda di pannelli rigenerati è in costante crescita, sono dell’idea che questo mercato assumerà connotati di gran lunga superiore alle attuali aspettative.
Potete condividere considerazioni su Transizione 5.0?
Il Piano Transizione 5.0 ha l’obiettivo di sostenere gli investimenti delle aziende nell’ambito della digitalizzazione e nella transizione verde attraverso un sistema di crediti d’imposta. Questa nuova sfida non ci coglie impreparati poiché Circularity, società gioiello del Gruppo Innovatec , già da anni assiste le aziende nel proprio percorso di “alfabetizzazione” alla sostenibilità. Sostenibilità non intesa solo come mero raggiungimento dell’efficientamento energetico bensì come un percorso di crescita culturale volto a rendere le aziende permeabili alla cultura circolare in ogni processo aziendale.
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