Prezzi negativi, Buonfiglio, Migliorini, Montella e Moroni: urgenti interventi normativi e infrastrutturali

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Una combinazione di fattori, forte produzione delle rinnovabili e clima mite in primis, ha portato a diverse ore di prezzi prossimi allo zero o anche sotto lo zero, soprattutto verso la fine del mese di marzo. Il fenomeno non è nuovo, ma si sta intensificando.

Per semplificare. Si sono visti prezzi negativi nell’Europa settentrionale per diverso tempo, ma ora è la volta anche di Paesi come la Grecia. A livello temporale i prezzi negativi sono stati tradizionalmente più comuni in periodi estivi, ma ora si rilevano anche sempre più spesso in altre stagioni. I prezzi negativi sono poi diventati anche più alti in valore assoluto.

“Sebbene il mercato greco all’ingrosso avesse già visto prezzi di questo tipo, la loro incidenza ha superato di gran lunga i livelli precedenti. Questi prezzi sono una buona notizia per i consumatori. Ma sono anche un’avvisaglia di ciò che accadrà, sottolineando la crescente complessità dell’aggiunta di ulteriori fonti rinnovabili alla rete”, ha scritto su LinkedIn Nikos Tsafos, Chief energy adviser al Primo Ministro greco.

Ma come la vedono gli operatori italiani, sapendo che il fenomeno è stato marginale in Italia, ma che quasi sicuramente diventerà più comune nei prossimi mesi e anni? pv magazine Italia ha parlato con diversi esperti per presentare diversi punti di vista.

Moroni: approccio europeo e normativa nazionale

“I prezzi negativi che si stanno vedendo in queste settimane in Europa sono un effetto molto visibile della sempre più forte penetrazione delle FER nei sistemi elettrici dei vari Paesi, ed anche un tema da affrontare con la riforma del mercato elettrico, che non potrà che coinvolgere più Paesi”, ha commentato a pv magazine Italia Mauro Moroni, energy transition strategic advisor, presso Tages Helios Net Zero Fund.

Ci sono aspetti positivi dei prezzi negativi nel breve periodo, spiega Moroni, ma questo non vuol dire che accorgimenti normativi siano necessari.

“Se da un lato per il consumatore potrebbe giovare l’azzeramento dei prezzi, i produttori merchant con le attuali regole avrebbero difficoltà a sostenere i propri impianti in funzione, ed è per questo che decreti come il FER X in arrivo – speriamo presto! – potrebbero essere una buona soluzione per stabilizzare gli investimenti e proseguire con la decarbonizzazione del sistema elettrico italiano”.

Migliorini: difficoltà e opportunità (idrogeno verde)

Alessandro Migliorini, country manager Italia e director di European Energy, sottolinea le difficoltà per gli operatori e in generale le complessità strutturali.

“A mio avviso i prezzi negativi non sono un buon segnale perché significa che c’è più offerta che domanda, il che fa pensare che se il consumo si riduce vuol dire che le attività produttive rallentano (come era successo nel 2020 durante il Covid)”, Migliorini ha detto a pv magazine Italia.

Migliorni aggiunge che l’aumento della proporzione dell’energia soddisfatta dalle rinnovabili richiede aggiustamenti sistemici. Questo è urgente.

“Se è vero che gli impianti eolici e fotovoltaici possono saturare la domanda offrendo prezzi più bassi grazie a costi marginali nulli, è altresì vero che oggi il solare di nuova generazione non è incentivato e gli incentivi proposti sull’eolico nelle ultime aste hanno spesso fatto scegliere altre strade, come i PPA, dal momento che gli stessi non erano sufficientemente alti da remunerare gli investimenti”.

Secondo Migliorini tutto ciò rende necessario non solo lo sviluppo di smart grid, ma anche di sistemi di storage che permettano di generare la flessibilità distributiva necessaria.

“Rende anche in un prossimo futuro più sostenibile economicamente la produzione di idrogeno verde e di e-fuels per l’abbassamento dei prezzi di cui le rinnovabili possono certamente essere il principale motore”.

Buonfiglio e Montella: BESS per controbilanciare gli effetti negativi per gli operatori

Carlo Montella, managing partner, e Daria Buonfiglio, head of strategic marketing and communications di Green Horse Legal Advisory, sottolineano che il fenomeno è più che altro legato alle zone on un’alta penetrazione di impianti fotovoltaici nelle ore di massimo irraggiamento.

“Ci sono diverse conseguenze negative che nascono da questo fenomeno, come, ad esempio, un minor indotto per i produttori. Un’altra conseguenza negativa è da ricollegare al difficile bilanciamento tra domanda e offerta di energia, che può, ad esempio, causare alterazioni della regolazione di frequenza e più in generale instabilità del sistema elettrico”, hanno spiegato i due esperti di Green Horse Legal Advisory.

Secondo loro i sistemi di storage a batteria (BESS) rappresentano una delle migliori soluzioni al problema dei prezzi negativi, tanto più se combinati con impianti di produzione.

“Infatti, da una parte, permetterebbero ai produttori di aggiustare autonomamente la produzione di energia, scegliendo di immagazzinarla nei momenti di maggior congestione della rete per rilasciarla nelle ore serali, ad esempio, quando la domanda di energia aumenta e l’offerta da rinnovabili diminuisce. Questo, evidentemente, porterebbe a ricavi maggiori e più stabili contribuendo sensibilmente alla sostenibilità finanziaria dell’investimento complessivo”, Montella ha detto a pv magazine Italia.

Buonfiglio è d’accordo e aggiunge che le batterie sono particolarmente adatte anche per una questione temporale.

“Permetterebbero al gestore della rete di poter contare su sistemi di produzione di energia flessibili e pronti all’uso che possono facilmente e velocemente – istantaneamente per la precisione – sopperire a picchi di domanda di energia; questa facilità di utilizzo è un grande vantaggio delle batterie rispetto ad altri sistemi, come i cicli combinati che, invece, necessitano di essere perennemente in funzione con grandi costi a carico del sistema”.

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