Il sondaggio di pv magazine Italia sul Dl Agricoltura è piuttosto semplice da interpretare. 120 persone hanno risposto al sondaggio distribuito sui canali social media della società dimostrando una certa, volendo anche inaspettata, uniformità nella risposta.
Partendo con una prima valutazione sommaria del Dl Agricoltura, dalla prima domanda, risulta che il 67,2% degli intervistati pensa che sia pessimo, il 26% che sia negativo. Complessivamente le valutazioni negative raggruppano oltre il 93% dei rispondenti (e quindi dei nostri lettori).
L’effetto del Dl Agricoltura sul settore del fotovoltaico in Italia nel lungo periodo sarà pessimo per il 51,7% dei rispondenti e negativo per il 42,5% dei rispondenti.
Le domande con risposte meno uniformi riguardano la tempistica dell’impatto del Dl Agricoltura sul settore. Il 61,3% pensa che sarà immediato, il 23,5% pensa che potrebbe essere immediato e il 15,1% sostiene che non sarà immediato.
Per capire meglio: il 42,5% delle persone pensa che le conseguenze complete del Dl Agricoltura saranno visibili direttamente nel 2024, 34,2% nel 2025, 10,8% nel 2026, 2,5% nel 2027, 4,2% nel 2028. Inoltre 7 rispondenti (5,8%) sostengono che non si vedranno mai le conseguenze.
Lavoro: perdita di posti di lavoro esistente e mancata creazione di nuovi posti
Ma parliamo dell’aspetto forse più importante a livello politico: quali saranno le conseguenze sul mercato del lavoro in Italia?
Il 40,7% si aspetta una perdita di posti di lavoro superiore al 20% della forza lavoro impiegata nel settore, il 30,5% una perdita tra il 10% e il 20%, il 14,4% si aspetta una perdita di lavoro inferiore al 10% degli impiegati nel settore al momento. Secondo il 14,4% non ci saranno ripercussioni sul mondo del lavoro del settore fotovoltaico. Secondo nessuno il Dl Agricoltura porterà nuovi posti di lavoro nel fotovoltaico.
Le aspettative sono ancora peggiori per gli EPC Contractor. Il 67,52% pensa che gli EPC Contractor perderanno oltre il 20% del business, 22,22% pensa che gli EPC Contractor perderanno tra il 10% e il 20%. Tre persone (2,56% dei rispondenti a questa domanda) pensano invece che gli EPC Contractor guadagneranno a causa del Dl Agricoltura.
Secondo il 40,7% dei rispondenti, dunque, il numero di posti di lavoro in Italia potrebbe diminuire fino a poco più di 30.000 impiegati, a fronte di oltre 40.000 persone già occupate nel settore in Italia.
Stando allo studio di Solar Power Europe, il numero totale di occupati a tempo pieno in Italia nel 2022 era di circa 42.000. La stessa indagine prevede al 2027 uno scenario minimo per l’Italia di circa 61.500 occupati a tempo pieno nel settore e uno massimo di circa 140.000. Numeri che verosimilmente, con l’introduzione del Dl Agricoltura, verrebbero ricalcolati al ribasso.
“Entro il 2030, la transizione energetica allineata a 1,5°C promette di creare quasi 85 milioni di posti di lavoro aggiuntivi legati alla transizione energetica rispetto al 2019 e di sostenere un aumento del prodotto interno lordo (PIL) globale,” aveva scritto l’International Renewable Energy Agency (IRENA) nel suo rapporto sul 2022.
Altre ripercussioni finanziarie?
Quale sarà l’effetto del Dl Agricoltura sul mercato dei PPA in Italia? Anche qua interessante analizzare le risposte e soprattutto la chiarezza nell’interpretarle. L’85,71% dei rispondenti si aspetta conseguenze almeno ingenti. Quasi un terzo di questi si aspetta che distruggerà totalmente il mercato dei PPA in Italia.
Coerentemente, per Italia Solare, “il blocco delle realizzazioni degli impianti causerà una perdita di circa 60 miliardi di euro: almeno 45 miliardi di euro di investimenti privati diretti – 1 miliardo dei fondi PNRR perduti – a cui si aggiungono 2 miliardi di euro di mancati introiti derivanti dalle tassazioni IMU degli impianti, 11 miliardi di imposte e infine le sempre importanti compensazioni per i Comuni”.
Background: e la transizione energetica?
In questo articolo trattiamo i rispondenti come campione rappresentativo dei nostri lettori. Sebbene non sia possibile presumere che questi dati rispecchino la percezione della popolazione italiana (il nostro alla fine è un giornale B2B), i risultati parlano chiaro: il mondo del fotovoltaico, che fino a pochi giorni fa rientrava attivamente nei piani di sviluppo di lungo periodo del Paese, pensa che il Dl Agricoltura metterà in seria difficoltà una parte del tessuto industriale ed economico che ha permesso finora di raggiungere gli obiettivi climatici. Gli obiettivi al 2030 diventano ora più complessi da raggiungere.
Questo è stato confermato, anche prima della presentazione del Dl Agricoltura, dalle raccomandazioni della Commissione europea del 18 dicembre scorso sull’aggiornamento del PNIEC. Infatti, nonostante l’Italia fosse stata promossa in termini di obiettivi, la Commissione aveva chiesto l’elaborazione di una strategia efficace per raggiungere gli obiettivi di azzeramento delle emissioni e, in particolare “sforzi indirizzati a decarbonizzare la produzione di energia”.
Le risposte alla domanda: “Fermare le speculazioni sui terreni agricoli”. Qual è la vostra opinione su questa affermazione del governo?
Tra le principali motivazioni del giro di vite che il Decreto-legge Agricoltura sta infierendo al fotovoltaico in Italia, c’è la volontà di “fermare le speculazioni sui terreni agricoli”, una posizione sostenuta a gran voce soprattutto da Coldiretti.
Degli 88 rispondenti alla domanda, 55 persone, quindi il 62,5% del campione, ha espresso un parere assolutamente negativo, di cui 23 con tono aggressivo o con evidente rabbia nei confronti del governo, accusato di fare demagogia e di aver agito solo per guadagnare voti alle elezioni europee e di voler favorire Coldiretti.
Due parole ricorrenti sono “ridicoli” e “incompetenti”. Molti sottolineano il fatto che meno dell’1% dei terreni agricoli sarebbe interessato dagli impianti fotovoltaici. La netta maggioranza non ha quindi dubbi sull’assenza di speculazione e sulla “insensatezza” del Decreto.
23 risposte, pari al 26,1%, non esprimono nette posizioni, ma suggeriscono in generale di valutare ogni progetto caso per caso, senza pregiudizi ideologici e di porre i riflettori sulle aree idonee e sulla Solar Belt per definire una chiara regolamentazione per l’agrivoltaico, una volta per tutte. Solo due rispondenti hanno espresso un parere nettamente favorevole, affermando l’esistenza di speculazione, mentre 8 persone, pari al 9% del campione, hanno una posizione che tende a dar ragione al Decreto per l’esigenza di “avere regole certe” e “garantire un migliore equilibrio tra agricoltura e fotovoltaico”.
Tutte le risposte alle affermazioni del governo
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