pv magazine Italia ha parlato con Linda Kalcher, direttrice esecutiva di Strategic Perspectives, per capire le conseguenze delle elezioni europee sul mondo del fotovoltaico. Secondo Kalcher, i risultati delle elezioni europee sono tali che il Green Deal dovrebbe essere confermato, dando però priorità, soprattutto a livello di comunicazione, alla dimensione industriale. Secondo la direttrice del think tank belga, l’Italia corre il rischio di non capire trend internazionali, rimanendo esposta alla variabilità dei prezzi delle fonti fossili, in un momento in cui la concorrenza per la ricerca, la produzione e la vendita di tecnologie “verdi” è più forte che mai.
pv magazine Italia: Nel vostro ultimo rapporto, avete sottolineato che le elezioni europee cambieranno principalmente la prospettiva delle politiche di azione per il clima, promuovendo un passaggio dal clima all’industria e alla sicurezza energetica. Tuttavia, in un momento in cui le energie rinnovabili offrono prezzi competitivi, questo potrebbe significare soprattutto un cambiamento nel marketing e nei messaggi politici, ma una sostanziale coerenza con le politiche e le misure precedenti. È corretto?
Linda Kalcher: Corretto, ci si aspetta che i partiti di centro spostino l’attenzione verso la competitività industriale e la sicurezza energetica, viste le sfide che l’UE sta affrontando. Le energie rinnovabili possono essere una soluzione essenziale, rendendo i prezzi dell’elettricità più convenienti per le famiglie e le imprese, contribuendo poi a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili. Il Green Deal è considerato essenziale per la competitività, la sicurezza energetica e la prosperità dell’Europa, il che rende improbabile un suo completo ritiro.
Avete scritto che, se il PPE vuole una maggioranza affidabile per puntare sulla competitività industriale e sulla sicurezza economica, i Verdi sono la scelta migliore. Quanto è probabile un’alleanza di questo tipo? Qual è l’alternativa più probabile a questa coalizione?
Il centro-destra del PPE, il socialdemocratico S&D e i gruppi liberali di Renew stanno iniziando a negoziare una sorta di accordo di coalizione al Parlamento europeo con le priorità per i prossimi 5 anni. Una strategia industriale europea che rafforzi la base industriale dell’Europa, crei buoni posti di lavoro e la leadership del mercato globale è nell’interesse dei tre gruppi dell’Europarlamento.
Tuttavia, per avere una maggioranza sufficiente per far approvare il prossimo presidente della Commissione in Parlamento, avranno bisogno di circa 450 parlamentari. I Verdi possono colmare questo divario e allinearsi sui temi della competitività industriale, della sicurezza energetica e degli investimenti.
Una coalizione alternativa che coinvolga i partiti di estrema destra è meno probabile, poiché non hanno abbastanza seggi e alcune delegazioni nell’ECR (come il polacco Diritto e Giustizia) non sono accettabili per il PPE.
“Anche la dimensione sociale della transizione e il modo in cui rendere più accessibili le tecnologie rispettose del clima saranno una sfida fondamentale per questa legislatura, dato che i partiti di estrema destra hanno ottenuto voti grazie alla crisi del costo della vita. Con l’attuazione del secondo mercato del carbonio (ETS) per gli edifici e la mobilità prevista per il 2027, l’attenzione dovrebbe concentrarsi su come distribuire meglio le soluzioni di transizione”, si legge nel rapporto di recente pubblicazione. Quali sono le conseguenze a lungo termine sulla ricerca e sviluppo nelle tecnologie per le energie rinnovabili in Europa? Come può l’UE evitare di perdere terreno nella “corsa industriale globale all’energia zero” guidata dalla Cina, con una crescente concorrenza dagli Stati Uniti? Ad esempio, qual è la probabilità di utilizzare sempre di più i fondi del sistema ETS per sostenere gli sviluppi tecnologici in Europa?
Affrontare la dimensione sociale della transizione è fondamentale, soprattutto perché i partiti di estrema destra hanno guadagnato consensi concentrandosi sulla crisi del costo della vita. Garantire che le tecnologie rispettose del clima siano accessibili a tutti contribuirà in questo senso.
Per abbassare i prezzi dell’energia e aiutare le famiglie a ristrutturare, ad acquistare tecnologie pulite e a utilizzare le proprie energie rinnovabili, sono fondamentali adeguati programmi finanziari per i cittadini.
I prossimi 5 anni sono cruciali per l’UE per fare un passo avanti nella competizione con la Cina e gli Stati Uniti nel settore delle tecnologie pulite. Gli investimenti, la R&S e l’innovazione sulle energie rinnovabili, gli elettrolizzatori e lo stoccaggio sono elementi fondamentali in questa corsa. Inoltre, possono far scendere i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese.
Ora che tutti i proventi del mercato del carbonio devono essere destinati a progetti legati al clima, i governi nazionali possono utilizzare sempre più spesso i fondi ETS per sostenere i progressi tecnologici e rimanere competitivi con Cina e Stati Uniti.
Alcuni Paesi dell’UE stanno riducendo i loro obiettivi climatici. Significa che sempre più Paesi europei continueranno a dipendere dalle importazioni di gas, rimanendo quindi esposti a un probabile aumento della volatilità dei prezzi dei combustibili fossili? Quali potrebbero essere le conseguenze sulle future elezioni? Potrebbe ad esempio dare più spazio politico ai gruppi che non faranno parte della coalizione?
Il ritiro delle politiche climatiche è un rischio economico e di sicurezza. Gli investimenti nella produzione di batterie, veicoli elettrici, fonti rinnovabili ed elettrolizzatori possono creare posti di lavoro e prosperità. Gli investitori e le imprese hanno bisogno di sicurezza e prevedibilità per prosperare. Se le tecnologie pulite non vengono prodotte qui, i posti di lavoro e gli investimenti vanno negli Stati Uniti e in Cina e si profila una deindustrializzazione. Questo non può essere nell’interesse di nessun politico.
Come prevede che cambieranno le politiche energetiche/climatiche italiane nei prossimi anni? Vede qualche rischio nella minore attenzione all’energia solare, come dimostra ad esempio la decisione del governo di approvare il DL Agricoltura?
L’Italia ha una scelta: vuole giocare un ruolo nella corsa globale alle tecnologie pulite con un’industria moderna e competitiva a zero emissioni di carbonio o diventare un hub del gas nei momenti di calo della domanda? L’economia, gli investimenti e la domanda globale si spostano verso le tecnologie pulite. L’Italia rischia di non cogliere questa tendenza.
Le imprese e gli agricoltori italiani potrebbero trarre vantaggio da un’energia abbondante e conveniente per rimanere competitivi. Il bilanciamento degli obiettivi economici e di sicurezza sarà fondamentale per la strategia del governo.
Qual è il rischio di un’Europa a due velocità?
Un’Europa a due velocità si verifica se i governi non possono investire nella transizione a causa di vincoli fiscali. Il risultato sarebbe un progresso diseguale e squilibri economici all’interno dell’UE, che comprometterebbero gli sforzi collettivi verso gli obiettivi Net Zero. Questo rimane un rischio significativo, soprattutto quando i finanziamenti per la ripresa termineranno nel 2027. L’Italia potrebbe subire un impatto significativo, essendo il maggior beneficiario dei fondi.
Quando sapremo di più sulle conseguenze delle elezioni europee sulle ambizioni e sugli obiettivi energetici europei?
Tre processi informeranno le priorità dei prossimi 5 anni. I negoziati al Parlamento europeo sulle priorità della coalizione, l’“Agenda strategica” che i capi di Stato adotteranno al Consiglio europeo di fine mese e il programma di lavoro della Commissione europea che verrà definito entro la fine dell’anno. La nuova coalizione in Parlamento si concentrerà probabilmente sul rendere la transizione verso un’economia a zero emissioni economicamente sostenibile e socialmente giusta, sulla riduzione della dipendenza energetica, sulla promozione di posti di lavoro verdi e sulla garanzia di competitività.
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