L’SLF è un istituto di ricerca svizzero, riconosciuto e rinomato a livello mondiale per le sue attività che mirano a trovare soluzioni per i rischi naturali, gli ecosistemi montani, la neve e il ghiaccio. Di recente, ha svolto un’indagine sul Passo del Bernina su commissione di una società di progettazione di impianti fotovoltaici che proprio lì vuole costruire un parco solare.
Controllare lo stato del terreno è molto importante e SLF lo ha fatto attraverso l’utilizzo di un drone che ha misurato l’altezza della neve. “Se si installa un impianto fotovoltaico in un luogo dove ci sono sette metri di neve in inverno, sicuramente si romperà in primavera”, ha dichiarato Yves Bühler, del gruppo di ricerca sul telerilevamento alpino dell’SLF.
Gli esperti di SLF hanno sottolineato che “pochi metri a sinistra o a destra fanno spesso la differenza tra un terreno adatto e uno non adatto”; ecco perchè è strategico far volare il drone per avere dati scientifici.
“Usiamo le telecamere dei droni con l’obiettivo di misurare la quantità e la profondità della neve. E se lo si fa dopo una nevicata con diverse direzioni del vento, si può stimare meglio quali luoghi sarebbero più adatti ad ospitare un impianto fotovoltaico”, ha aggiunto Bühler.
Stefan Margreth del gruppo di ricerca SLF ha spiegato che i risultati dell’indagine aerea vengono trasmessi direttamente ai progettisti per elaborare perizie per stabilire se sono necessarie misure speciali. “In passato, non potevamo avere informazioni dettagliate, ma solo approssimative dalle mappe che mostravano l’altezza media della neve in tutta la Svizzera. Ma si sa bene che anche solo una depressione relativamente piccola può provocare grandi spessori di neve localizzati, rilevabili attraverso il drone”.
“È necessario adattare la distanza dal suolo dei moduli fotovoltaici all’altezza della neve locale.. Se la sottostruttura è troppo bassa, i moduli spariranno sotto una coltre bianca e il parco solare non produrrà elettricità”, ha commentato Margreth.
Gli esperti di SLF hanno aggiunto: “Su un edificio industriale, un impianto solare aumenta il carico di neve fino al 25%, mentre su un’area aperta è probabile che ci sia circa il 20% di neve in più. Un’altezza di tre metri diventa quindi da tre metri e mezzo a quattro. È molto importante monitorare l’altezza della neve anche dopo la costruzione di un impianto, per avere una base migliore per ulteriori parchi solari e per la manutenzione”.
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