Federazione ANIE ed Elettricità Futura (EF) hanno inviato ieri una lettera a Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, a Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e a Francesca Quadri, capo dipartimento Affari giuridici e legislativi Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiedendo di dichiarare illegittima la moratoria della Sardegna per le rinnovabili.
Con la legge regionale n. 5 del 3 luglio la Sardegna – lo ricordiamo – ha adottato “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali”. L’intervento, in sostanza, introduce il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili “per un periodo non superiore a diciotto mesi” dall’entrata in vigore.
Per le due associazioni la normativa “presenta forti profili di illegittimità costituzionale”. Pertanto chiedono al governo di intervenire affinché “sia evidenziato come queste disposizioni normative siano in conflitto con le norme fondamentali e il quadro legislativo nazionale, oltre che eurounitario”.
In particolare, ANIE ed EF ritengono che la moratoria violi gli articoli 41 e 117 della Costituzione rispettivamente in materia di libertà di iniziativa economica e di legislazione concorrente di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia.
Inoltre, la legge regionale sarebbe anche in contrasto con il diritto interno per violazione degli articoli 1 e 20 del decreto legislativo n. 199/2021, dell’art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e del decreto ministeriale del 10 settembre 2010, nonché con il principio di massima diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (cfr. Corte Costituzionale, sentenze n. 77 del 2022, n. 46/2021, n. 106 del 2020, n. 286 del 2019, n. 69 del 2018, n. 13 del 2014 e n. 44 del 2011), risultando così “ostativa al conseguimento degli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione”.
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