Solo l’energia immessa in rete è rilevante ai fini fiscali, mentre gli incentivi erogati dal GSE (Gestore Servizi Energetici) non costituiscono utili. Lo ha detto Paolo Arrigoni, presidente del GSE.
“La risoluzione dell’Agenzia Entrate n.37 del 22 luglio è una notizia molto importante che da certezza e slancio ai tanti progetti di Comunità Energetiche presenti nel Paese”, ha commentato Arrigoni su LinkedIn.
Gli incentivi per le CER includono una tariffa incentivante ventennale calcolata in funzione dell’energia condivisa e un contributo di valorizzazione dei benefici che l’autoconsumo comporta mediamente per la rete elettrica pubblica (contributo ARERA).
L’Agenzia delle Entrate ha scritto che l’attribuzione degli incentivi ricevuti dalla CER ai partecipanti della Comunità non possa considerarsi distribuzioni di utili, non costituendo tali incentivi “profitti finanziari”.
“In tale contesto, in cui la CER, in qualità di Referente, gestisce tutti i rapporti con il GSE, compreso l’incasso per conto dei membri della configurazione degli incentivi, il corrispettivo per la vendita di energia relativo alla quota di energia stessa eccedente l’autoconsumo istantaneo ricevuto dal GSE e attribuito ai partecipanti assume rilevanza reddituale in capo ai singoli membri, e non in capo alla CER, con l’applicazione del trattamento fiscale in base alla natura propria del soggetto, come delineato nella citata risoluzione n. 18/E del 2021 e nella risposta n. 37 del 2022”, si legge nella risoluzione dell’Agenzia delle Entrate.
L’Agenzia delle Entrate conclude che la restituzione delle somme da parte di una CER ai propri associati non costituisce aggiramento del principio di divieto di distribuzione degli utili.
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