Cina e Italia hanno firmato un piano d’azione triennale e diversi Memorandum d’Intesa (MoU) durante la prima visita di Giorgia Meloni in Cina da quando guida il governo italiano.
All’interno del piano d’azione approvato a luglio, Bee Solar ha firmato un accordo con Huasun per la produzione di pannelli a eterogiunzione (HJT), mentre FuturaSun ha trovato un accordo con il governo italiano per “vagliare le opportunità di investimento in un sito industriale in Italia per produrre celle e pannelli solari da distribuire nei mercati di tutto il mondo”.
Il piano d’azione fa parte di un rapporto consolidato nel tempo tra i due Paesi. Rientra in una partnership commerciale di fatto che, sebbene non abbia avuto una forma per un paio d’anni, sembra in aumento.
Negli ultimi anni, anche a seguito della pandemia di Covid19 e dell’instabilità geopolitica in atto, l’Europa e anche l’Italia hanno potuto sperimentare che la totale dipendenza dall’estero per la fornitura di tecnologia non è consigliabile e sono in corso ripensamenti sulle politiche di sviluppo industriale anche e soprattutto nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili e delle auto elettriche. Lo dice a pv magazine Italia Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE, aggiungendo che la collaborazione tra Cina e Italia è necessaria.
“Negli ultimi 30 anni l’Occidente ha attuato politiche di delocalizzazione della produzione nei Paesi asiatici e in particolare in Cina. Per questo motivo, oggi l’avanzamento tecnologico e la capacità produttiva della Cina hanno raggiunto livelli di qualità, efficienza e competitività tali che lo sviluppo delle filiere europee in questi settori non può prescindere da collaborazioni con questo Paese”, ha detto Piattelli.
Secondo il presidente dell’associazione di 25 associazioni attive nei settori di efficienza energetica e rinnovabili, il rapporto può portare benefici per entrambi i Paesi.
“L’accordo delle scorse settimane è da apprezzare perché riapre un canale di comunicazione e collaborazione tra Italia e Cina, di cui, come detto, non si può certo fare a meno se si vuole puntare allo sviluppo di filiere tecnologiche legate alla transizione energetica in Italia. L’accordo può ovviamente rappresentare anche una significativa opportunità per la penetrazione e il consolidamento delle eccellenze italiane nel mercato cinese, un mercato di 1,5 miliardi di persone”, ha concluso Piattelli.
Cina e Italia hanno firmato un MoU nel 2019. L’Italia è stata il primo e unico Paese del G7 a siglare un accordo d’intesa con Pechino per far parte del progetto cinese conosciuto come la Nuova via della seta. Il numero di Paesi che ha firmato accordi similari era, prima della firma italiana, di circa 120 Paesi. È ora aumentato: quasi 150 i Paesi coinvolti nell’iniziativa cinese.
A dicembre 2023 l’Italia ha mandato però a Pechino la comunicazione della propria decisione di non rinnovare l’MoU sulla Nuova via della seta.
Secondo diversi analisti l’accordo del 2019 tra Cina e Italia non aveva portato vantaggi commerciali per il Bel Paese. Analisti sottolineano poi che la collaborazione tra università cinesi e italiane non è in consistente ripresa dopo lo stop dovuto alla pandemia.
Ora la collaborazione sembra riprendere anche in funzione del mercato delle batterie italiano. Trinasolar ha detto a pv magazine che l’Italia è destinata a diventare uno dei principali mercati europei per lo storage utility-scale.
“Poiché l’Italia ha i prezzi dell’energia più alti, le batterie sono essenziali in Italia, soprattutto se si considera il numero di installazioni su tetto”, ha spiegato a pv magazine BYD.
Le negoziazioni riguardano anche un eventuale stabilimento produttivo di Dongfeng Motor in Italia e altri accordi commerciali nel settore dell’automotive.
“La Cina accoglie con favore le aziende italiane che investono in Cina ed è pronta a importare più prodotti di qualità dall’Italia. Xi Jinping ha espresso la speranza che l’Italia fornisca anche un ambiente commerciale equo, trasparente, sicuro e non discriminatorio per lo sviluppo delle aziende cinesi in Italia”, aveva commentato l’ufficio del presidente cinese dopo l’incontro con Meloni, sottolineando anche la cooperazione nel settore dell’intelligenza artificiale.
Se le occasioni di collaborazione sono in aumento, da capire ancora su quali tecnologie i due Paesi riusciranno a portare avanti, con successo, progetti per creare delle filiere.
“Huasun è un produttore leader di HJT che produce in effetti e vende moduli. Tuttavia, è un momento terribile per la costruzione di impianti di produzione solare, e l’HJT utilizza più argento della tecnologia esistente, la TOPCon. Non sarei sorpresa se il piano rimanesse in stallo”, ha commentato a pv magazine Italia Jenny Chase, analista di BNEF.
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