Il mondo dell’energia italiano dovrebbe “fare sistema” per gestire le sfide della transizione energetica in un momento difficile per il mondo delle rinnovabili in Italia, tra alti tassi d’interesse, mancanza di forza lavoro e complessità normative. È il messaggio principale della conferenza “Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà” organizzata da Agici a Milano.
Rimane però che le strategie e gli entusiasmi sono molto eterogenei tra le persone intervenute martedì a Milano. Alcune società ed enti credono che l’Italia riuscirà a raggiungere gli obiettivi al 2030, grazie ai fondi PNIEC, ma la maggior parte rimane piuttosto scettica.
“Ho dei dubbi che l’Italia possa installare i GW necessari per raggiungere gli obiettivi al 2030”, ha detto Nicola Monti, AD di Edison, aggiungendo che il focus principale dovrebbe essere creare le condizioni per promuovere la transizione energetica in modo competitivo.
Monti menziona gli alti prezzi dell’elettricità, dovuti al sistema del prezzo marginale che porta il ciclo combinato (gas) a definire il prezzo dell’elettricità l’80% delle ore dell’anno, ma anche le le difficoltà autorizzative e la presenza di soggetti che procacciano autorizzazioni per poi rivenderle.
“Il mercato secondario pesa tra il 10 e il 20% del costo d’investimento complessivo”, ha detto Monti, aggiungendo che manca anche un’industria rinnovabile made-in-Italy.
Il problema che emerge, più in generale, è che il sistema Italia non sembra in generale attrattivo. Sembra caratterizzato da tensioni interne che non permettono un approccio razionale.
“Vedo delle ipocrisie e delle schizofrenie che producono anche norme e contrapposizioni istituzionali, come quelle della Sardegna”, ha detto durante la conferenza Giuseppe Argirò, amministratore delegato di CVA.
Argirò ha sottolineato che fonti autorevoli e importanti partiti politici italiani ed europei hanno criticato il Green Deal, promuovendo una crisi d’immagine delle rinnovabili in generale. Questo approccio è sfociato poi in norme contrarie agli interessi delle rinnovabili e della transizione energetica.
D’altra parte, e su questo c’è praticamente consenso, il gas non è una soluzione.
“I prezzi sono alti perché c’è un’alta penetrazione del gas”, ha sottolineato Paolo Luigi Merli, AD di Erg. Merli ha sottolineato le differenze dei prezzi dell’elettricità in Italia e negli altri Paesi dove sono attivi.
Bernardo Ricci Armani, country manager Italia di Statkraft, sottolinea poi che la costanza e la predicibilità mancano del tutto in Italia.
“È impossibile sapere quello che sarà domani”, ha detto Armani, concludendo che il costo di una transizione energetica sconnessa è molto alto. “Non penso comunque che raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo dati”. Sulla stessa linea anche Argirò.
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