Ogni settembre i riflettori si accendono sulla vendemmia e, parlando del nostro settore, di agrivoltaico nelle aziende vitivinicole. Un tema che sta particolarmente a cuore a Sun’Agri – dal 2009 sviluppatrice di progetti agrivoltaici – che ha di recente presentato i risultati relativi alla protezione delle colture con gli impianti agrivoltaici dinamici avanzati e fatto le prime degustazioni tecniche dei vini agrivoltaici.
pv magazine Italia ha intervistato Neige Breant, Business Development Manager di Sun’Agri Italia, che ha partecipato di recente ad una vendemmia in Francia.
In breve, cos’è e come funziona “impianto agrivoltaico dinamico avanzato”?
Si tratta di un’integrazione perfetta tra produzione di energia solare ed agricoltura, che mira a massimizzare la resa agricola, senza penalizzare troppo la produzione di energia, riducendo al minimo l’impatto ambientale ed ottimizzando l’uso del suolo. Gli impianti Sun’Agri sono anche definiti “dinamici”, perché la struttura adottata consiste in pannelli solari che vengono movimentati tramite software di intelligenza artificiale in base alle esigenze delle colture sottostanti. Queste strutture sono completamente riciclabili, durano almeno trent’anni e si adattano particolarmente alle necessità agricole: meccanizzazione, trattamenti e distanza tra le colture. L’inclinazione dei pannelli e di conseguenza l’ombra, viene pilotata sulla base di misure agro-climatiche e fisiologiche rilevate in tempo reale, modelli scientifici di crescita dei vegetali, previsioni meteorologiche e perché no anche obiettivi di produzione dell’agricoltore.
Quali sono stati i risultati principali che avete ottenuto utilizzandoli nelle vostre colture?
Come si legge in dettaglio nel nostro Libro Bianco, pubblicato anche in italiano, la scorsa primavera, che illustra i risultati “da record” ottenuti nel raccolto 2023, è ormai dimostrato che un pilotaggio agronomico ottimizzato è in grado di favorire in produzione un aumento delle rese dal 10 al 20%, raggiungendo talvolta anche il 50%. I risultati più soddisfacenti sono stati naturalmente misurati sui siti in produzione da più tempo, con all’attivo almeno due raccolti, come Piolenc (Vaucluse) e Tressere (Pirenei Orientali) per la viticoltura su Chardonnay (+10%), Marselan, Grenache noir e blanc (+45%), con e senza irrigazione. Ciò si è verificato perché grazie al pilotaggio microclimatico, la nostra soluzione si è rivelata stata molto efficace nella protezione delle piante, foglie e frutti, dalle estreme ondate di calore. Nelle giornate più calde si sono osservate differenze estremamente rilevanti sotto i pannelli attraverso una telecamera termica su suolo, foglie e frutti tra -8gradi e -22gradi, a fronte di un aumento sensibile dell’umidità rispetto al terreno di controllo, a poca distanza, senza protezione agrivoltaica.
Un’altra sfida dell’agrivoltaico è fornire una soluzione per quei terreni su cui non è possibile far uso di irrigazione?
Assolutamente sì. A Piolenc, per esempio, durante l’estate 2023 sono state messe a confronto anche le prestazioni tra vigna agrivoltaica con e senza irrigazione. In entrambi i casi la protezione agrivoltaica si è rilevata efficace, portando a concludere che si sono riscontrate addirittura prestazioni migliori sul terreno agrivoltaico non irrigato, piuttosto che sulla zona di controllo, senza pannelli, irrigata. Questi risultati sono eclatanti anche ad occhio nudo, infatti mettendo a confronto le immagini di una vigna con impianto agrivoltaico non irrigata ad una senza impianto non irrigata la differenza è notevole.
Quali le aspettative per la vendemmia di quest’anno grazie all’agrivoltaico?
E’ un po’ presto per annunciare i risultati della vendemmia 2024 poiché è ancora in corso. Solo dopo aver completato la raccolta ed analizzato la produzione ci si potrà esprimere e trarre delle conclusioni. Tuttavia, ciò che possiamo sicuramente annunciare è che la vendemmia non è troppo “precoce”, perché grazie al pilotaggio dell’ombra si è riusciti ad ottenere una maturazione omogenea nei tempi prestabiliti. Grado zuccherino e acidità sembrano esattamente in linea con quanto pianificato, ma come dicevamo su questo ci si potrà esprimere solo a valle del processo. Come negli anni precedenti, sicuramente Sun’Agri pubblicherà i risultati agronomici, quindi a tal punto potremmo davvero trarre le conclusioni. Sicuramente ogni anno, con sempre più dati raccolti, i nostri team di esperti perfezionano sempre più i modelli di pilotaggio, rendendoli ancora più performanti per garantire il benessere dei terreni protetti.
Nel corso della vendemmia state trovando differenze rispetto agli anni precedenti?
“Proprio quest’anno, io sono stata coinvolta in campo negli impianti francesi durante la vendemmia. In particolare, ho collaborato alla vendemmia di una parcella senza protezione agrivoltaica, ed ho potuto riscontrare alterazioni negative della qualità della vite a causa del calore dell’anno scorso che aveva già indebolito la coltura, e del calore di quest’anno. L’aspetto delle viti agrivoltaiche invece era decisamente migliore: meno foglie ingiallite, grappoli meno disidratati; la vendemmia è tuttora in corso”.
Quali sono state le prime impressioni durante le prime degustazioni tecniche dei vini agrivoltaici?
Durante l’ultima fiera, Macfrut a Rimini, abbiamo proposto ai nostri clienti e visitatori la degustazione dei nostri vini agrivoltaici delle annate precedenti. In particolare, abbiamo degustato Grenache blanc e noir, entrambi in purezza, ottenuti in tre modi diversi: fuori dai pannelli con vendemmia anticipata a causa della forte calura, sotto i pannelli con vendemmia effettuata in contemporanea a quella senza pannelli, quindi anticipata anch’essa. Infine, sotto i pannelli con vendemmia pianificata nei tempi giusti con l’uva a corretta maturazione più lenta e omogenea, perché protetta dall’ombra dei pannelli. Le degustazioni sono risultate piacevoli e sorprendenti, tanto che tutti i partecipanti, senza essere particolarmente esperti o enologi hanno saputo identificare il vino ottenuto sotto i pannelli, perché in generale a livello gustativo è risultato decisamente più equilibrato sotto ogni aspetto. Da subito ci si è accorti che se la vite è raccolta allo stesso momento rispetto alla zona di controllo, il tasso alcolico è decisamente più basso perché non è ancora a piena maturazione. Anche un non esperto poteva cogliere questa differenza al solo olfatto.
L’uso della tecnologia agrivoltaica influenza le caratteristiche organolettiche dei vini?
I tecnici enologi che seguono i nostri impianti, di anno in anno perfezionano le tecniche produttive seguendo l’evoluzione del frutto tra i filari già dal momento dell’invaiatura, ovvero quando gli acini cambiano colore e inizia l’evoluzione a livello di gusto, consistenza e sostanze dell’uva. Già in quella fase si notano le differenze tra viti protette dagli impianti e zone di controllo, non protette. E’ in questa fase infatti che la pianta inizia ad accumulare zuccheri nel frutto, e continua a farlo sino al momento della vendemmia. Utilizzando le protezioni agrivoltaiche si può giungere dunque alla maturazione, grado di acidità e zuccherino ottimale desiderato, neutralizzando gli effetti climatici estremi.
Per i viticultori che vogliono adottare un impianto di questo tipo, quali sono i primi passi da compiere?
Anzitutto, è opportuna una premessa. E’ necessario pensare ad un nuovo impianto agricolo, su un terreno prevalentemente piano. Per strutture elevate tipiche dell’agrivoltaico avanzato, sono ammesse pendenze minime del suolo fino ai 5% e in generale non è consigliabile il livellamento del terreno; quindi, davvero consigliamo di individuare terreni piani. Poi si parla di un nuovo impianto agricolo, poiché noi come missione abbiamo la “protezione dell’agricoltura” quindi cerchiamo di non installare un impianto su una coltivazione preesistente, salvo in casi veramente eccezionali. Rischieremmo di danneggiarla compromettendo il raccolto a causa della durata e dell’impatto sul terreno dei lavori edili di costruzione. Quindi suggeriamo di scegliere terreni vuoti, in rotazione, o con colture a fine vita che si possono espiantare per essere poi ripiantate una volta realizzato l’impianto. In questo modo la vita utile dell’impianto sarà grossomodo anche la stessa della coltura sottostante, pertanto nei 20-30 anni a venire non dovrebbero essere necessari interventi agricoli troppo invasivi.
Premesso ciò, quali i primi passi?
Sono semplici. A fronte della proposta di un terreno, noi facciamo una valutazione preliminare gratuita verificandone l’idoneità sotto tutti i profili, inclusi quelli burocratici, vincolistici ma chiaramente anche analizzando il terreno, facendo una completa qualificazione agronomica per valutare tutti gli aspetti agricoli. Per noi, infatti, un progetto agrivoltaico non può prescindere dal progetto agricolo, l’agricoltura deve essere sempre messa al centro. Se l’esito della pre-fattibilità è positivo si procede a definire gli aspetti contrattuali e il modello di business con l’agricoltore. Si studia il Business Plan e si definisce chi investirà. Una volta delineato il Progetto, si procede con le successive fasi tipiche di un progetto fotovoltaico, ovvero lo sviluppo, la richiesta di connessione, etc… fino a portarlo al così detto “status ready to built” ovvero pronto per essere realizzato. Sun’Agri poi resta con l’Agricoltore e con il Progetto anche successivamente perché si occupa di organizzare la fase di costruzione, appaltando struttura e lavori. Segue la realizzazione ed esegue direttamente la messa in servizio dell’impianto definendo i protocolli operativi del pilotaggio e del monitoraggio agronomico. Il Progetto resta così supervisionato da Sun’Agri per tutta la durata, per 30 anni.
Come immaginate il futuro della viticoltura grazie all’adozione di queste tecnologie?
Immaginiamo di poter gestire al meglio i parametri più rilevanti della vite, grazie al corretto pilotaggio dell’ombra. Immaginiamo dunque, analogamente ad altre coltivazioni, un futuro più “mite” sotto l’ombra dei pannelli, con meno scottature a foglie e frutti e meno scarto, di conseguenza rese più elevate. Immaginiamo, perché no, anche un “label” per certificare la produzione del “vino agrivoltaico”, così come per altri prodotti agrivoltaici. Immaginiamo possibile la meccanizzazione di alcune fasi della produzione, dei trattamenti, del monitoraggio dei frutti del grado di maturazione, attraverso l’integrazione con macchine agricole più piccole, piccoli robot che possano essere montati direttamente su guide che sfruttano la struttura agrivoltaica, così come già oggi si fa per le reti e per l’irrigazione. Immaginiamo Aziende agricole più solide, che stabilizzano i propri ricavi anche grazie ai proventi derivanti dalla vendita di energia.
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