Testo unico FER, il resoconto delle audizioni alla Camera

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Ieri la VIII Commissione Ambiente e la X Commissione Attività produttive della Camera hanno accolto le audizioni informali sullo “schema di decreto legislativo recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili”, ovvero il Testo unico FER.

Terna ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del governo in quanto “un Testo unico che contiene tutte le norme per l’autorizzazione degli impianti e che dà certezza delle regole e trasparenza delle tempistiche costituisce di per sé uno strumento di supporto all’iniziativa privata che intende sviluppare nuovi impianti FER”.

Come “aspetti che potrebbero essere migliorati o chiariti ulteriormente”, Terna ha chiesto di:

  • riportare nell’art. 4 dello schema di decreto legislativo la definizione di opere connesse riportata negli allegati A, B e C e integrarla per includere gli interventi di riassetto, sviluppo e potenziamento della RTN come individuati dal gestore nella soluzione di connessione in quanto si tratta di opere funzionali all’esercizio dell’impianto per il quale si richiede la connessione alla rete.
  • precisare che, facendo valere la pubblica utilità di cui all’art.2, comma 2, ed in raccordo con quanto già disposto dall’articolo 13.1 del DM 10 settembre 2010 (“Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”), è conservata la facoltà del proponente di richiedere, per gli interventi sottoposti ad autorizzazione unica, l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e all’asservimento coattivo sulle aree interessate dalle opere connesse.
  • ripristinare il comma 1 dell’art. 9 del DL 17/2022 che consente attualmente al gestore di rete di autorizzare con Dichiarazione di inizio lavori asseverata (DILA) le modifiche alle opere di connessione conseguenti a repowering di impianti esistenti, non comportanti l’occupazione di nuove aree.

Infine, per Terna, “sarebbe auspicabile che venga chiarito espressamente nel testo se le disposizioni del D.lgs. siano applicabili – come sembrerebbe – anche ai procedimenti autorizzativi in corso, in quanto lo schema non contiene una specifica norma di coordinamento”.

La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (CNA) e Confartigianato imprese hanno presentato un documento condiviso di “osservazioni e proposte”. Nel testo viene sottolineato che “la meritoria opera di razionalizzazione oggetto dello schema di decreto, per essere effettivamente tale, non può prevedere passi indietro rispetto a discipline procedurali già acquisite e che abbiano di fatto dimostrato e dispiegato i loro effetti positivi in termini di facilitazione e semplificazione degli iter autorizzativi”

“Alcuni esempi in tal senso – si legge ancora – riguardano gli interventi di repowering e revamping, che subirebbero un aggravamento procedurale alla luce delle nuove previsioni, così come le disposizioni relative agli interventi realizzati nelle aree industriali, che vanno a nostro avviso non solo mantenute, ma estese anche alle aree artigianali, o quelle che disciplinano la conferenza dei servizi per i procedimenti autorizzativi in PAS”.

Il Kyoto Club ha posto l’attenzione sugli impianto offshore. “La produzione di energia da fonti rinnovabili – si legge nella memoria – può essere realizzata non solo attraverso investimenti in grandi impianti ma anche mediante la realizzazione di tanti piccoli impianti più vicini all’utilizzatore finale, come porti, isole e comuni costieri. Allo stesso modo anche per gli impianti offshore, pur essendo il mare di competenza demaniale, sarebbe opportuno ipotizzare, così come già previsto tra l’altro dalla bozza di decreto in riferimento al fotovoltaico e all’eolico onshore, diversi criteri autorizzativi in funzione della taglia, allo scopo di ridurre l’impatto sulle Regioni in riferimento alle esigenze di adeguamento delle reti distributive”.

Italia Solare ha segnalato una serie di criticità in parte già esposte nell’audizione in Senato. Tra queste evidenzia che “a parte la ricostituzione di un testo unico sui procedimenti, non si ravvedono le semplificazioni previste dalla delega e da ogni parte auspicate, e anzi talora sono previste nuove complicazioni”.

Elettricità Futura, già audita in Senato, ha ribadito che lo schema di decreto prevede anche l’introduzione di “una serie di vincoli ed appesantimenti burocratici rispetto alle norme ad oggi vigenti che rischiano di vanificare le finalità stesse del provvedimento”. La memoria, disponibile anche sul sito della Camera, è quasi identica a quella presentata in Senato.

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