La fonte solare è cresciuta del 26% nel 2023 rispetto al 2022, aiutando l’Italia a essere “meno dipendente dagli approvvigionamenti esteri e più rivolta alle rinnovabili”. Lo si legge nel documento “La situazione energetica nazionale nel 2023” pubblicato ieri dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), dopo un webinar organizzato dal GSE.
“In continuità con gli anni precedenti – si legge nel rapporto – le fonti rinnovabili di energia nel 2023 hanno trovato ampia diffusione in tutti i settori di utilizzo: dall’elettrico, con le fonti solare ed eolica in progressiva crescita, al termico trainato principalmente dalla diffusione delle pompe di calore, ai trasporti con biocarburanti e biometano; la quota dei consumi energetici complessivi coperta da rinnovabili è stimata al 19,8%, in aumento di circa 0,7 punti percentuali rispetto al 2022″.
Le stime GSE mostrano che nel 2023 gli investimenti in nuovi impianti FER sono in aumento rispetto al 2022, con valori intorno a 6,7 miliardi di euro. Secondo valutazioni preliminari, le ricadute occupazionali legate alla costruzione e installazione degli impianti si attestano nel 2023 ad oltre 39.000 unità di lavoro per le FER elettriche e a 37.000 per le FER termiche.
La quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda, indicatore del grado di dipendenza dall’estero, è diminuita dal 79,2% al 74,6%.
Prezzi dell’energia in Italia per consumatore finale & consumi finali
Il rapporto è stato presentato durante il webinar del GSE. Esponenti di Mase, GSE e Istat si sono susseguiti in una serie di presentazioni.
Secondo i dati presentati, il divario dei prezzi pagati in Italia per l’energia elettrica è sceso nel corso del 2023 sia per le imprese che per le famiglie. Gli esperti non hanno però spiegato se la diminuzione sia sporadica o parte di un trend consolidato. Difficile capirlo dalla serie temporale.
“Le famiglie italiane pagano un sovrapprezzo significativo (123,6 punti percentuali) per l’energia elettrica rispetto ai prezzi medi dell’UE a 27 Paesi. Nel caso delle imprese italiane il differenziale di prezzo dell’energia elettrica è sceso da 145,8 punti percentuali nel 2022 a 109,3 punti nel 2023,” hanno detto i relatori durante l’incontro di ieri pomeriggio organizzato dal GSE.
Nel corso del 2023 si è assistito ad un riallineamento dei prezzi del gas rispetto alla media europea. I consumatori italiani, dopo tre lustri di differenziale sfavorevole, tornano a pagare il gas come la media UE27, dicono gli esperti durante il webinar. Le importazioni nette di gas sono diminuite del 9,9%, per lo più a causa della diminuzione dei flussi dalla Russia.
Parlando di consumi finali, tra il 2022 e il 2023 risulta diminuito l’utilizzo di combustibili fossili nel settore industriale (-43,4%); l’uso di petrolio e prodotti petroliferi nel residenziale (-6,6%), nell’industria (-18,2%) e negli altri settori (-65%); l’uso di gas nel residenziale (-12,9%), nella pesca (-43,1%), in agricoltura (-4,4%) e nell’industria (-0,5%).
Settore elettrico e termico
Per quanto riguarda il settore elettrico, i dati provvisori Terna-GSE indicano per il 2023 una produzione complessiva da fonti rinnovabili intorno a 116 TWh. Si tratta di un valore non lontano da quelli registrati nel periodo 2018-2021 (le variazioni oscillano tra -0,6% rispetto al 2020 e +1,5% rispetto al 2018), mentre la notevole variazione positiva rispetto al 2022 (+15,6%) è legata alla contrazione record della produzione idroelettrica avvenuta nel 2022. L’incidenza della quota FER sul Consumo Interno Lordo di energia elettrica (CIL), stimato nel 2023 a 314 TWh (-3,4% rispetto al 2022), risulta pari al 37%, valore tra i più elevati degli ultimi anni.
Se aumentano le fonti idrauliche, eoliche e solari, in diminuzione comunque quella geotermica e le bioenergie per la produzione di energia elettrica. Le bioenergie, per esempio, hanno raggiunto il minimo dal 2018.
Per quanto riguarda il settore termico, le stime preliminari relative al 2023 indicano un consumo di energia da FER pari a circa 441 PJ (10,5 Mtep); di questi, 426 PJ sono costituiti dagli impieghi diretti delle fonti, i restanti 15 PJ da calore derivato, fornito principalmente da impianti di teleriscaldamento. Si tratta di dati sostanzialmente in linea con quelli rilevati nel 2022 (-1%), mentre si rileva una flessione più marcata (-5% circa) rispetto all’anno 2021, caratterizzato da temperature mediamente più basse. I consumi di energia ambiente rinnovabile fornita da pompe di calore (che comprendono anche l’energia estratta per il raffrescamento degli ambienti) e di energia prodotta da collettori solari termici sono stimati in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (in entrambi i casi, +10% circa rispetto al 2021, +2-3% rispetto al 2022).
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