Il mondo dell’energia si è riunito a Roma per l’Italian Renewables Investment Forum 2024, in cui è emerso che, nel caso le diverse società del mondo energetico non dovessero o potessero collaborare, potrebbero facilmente emergere delle tensioni che potrebbero aumentare ulteriormente la confusione, potenzialmente i prezzi dell’energia. Ma anche un’eventuale collaborazione non implicherebbe necessariamente una diminuzione significativa dei prezzi dell’elettricità in Italia, soprattutto nel medio termine.
“La nostra convinzione è che i prezzi per qualche anno rimarranno significativi. Il prezzo, per ancora qualche anno, verrà definito dal gas. Se continuiamo interventi normativi di questo genere [quelli registrati negli ultimi mesi], il prezzo dell’elettricità verra definito dal gas per tantissimi anni”, ha detto Giuseppe Argirò, amministratore delegato (AD) di CVA, parlando dell’Italia.
Questo, secondo Argirò, non è necessariamente un aspetto negativo per il mondo delle rinnovabili.
“Credo che i prezzi rimarranno interessanti per qualche anno, quantomeno per garantire un ammortamento degli investimenti rinnovabili”.
L’idea di fondo è che il gas viene spesso considerato, almeno in Italia, un elemento fondamentale per garantire la stabilità della rete.
“Gli impianti gas devono dare servizi e quindi è importante dare messaggi per mantenere questi asset”, ha detto Salvatore Bernabei, AD di Enel Green Power, aggiungendo che i costi per operare gli impianti a gas aumenterà, per kWh, perché l’utilizzo delle centrali cambierà, con maggiori rotture e un’aumentata necessità di interventi di manutenzione.
Il messaggio di altri operatori è che i diversi player dei mercati energetici dovrebbero trovare un accordo e discutere come definire il mercato dell’energia del futuro.
“Se non troviamo un market design che ci permetta un rendimento adeguato, vedremo una riduzione degli investimenti sulla termica che crea tensioni. Credo che è arrivato il momento di mettere sul tavolo il futuro prospettico market design, cercando di trovare delle soluzioni insieme”, ha detto Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, aggiungendo comunque che l’introduzione delle BESS sarà nuovo impulso alle rinnovabili.
La domanda è quindi: quale sarà il ruolo delle rinnovabili sul mercato del giorno prima?
Un altro fattore su cui ci sono forse più domande che risposte è la domanda di elettricità in Italia. C’è consenso però che la domanda aumenterà, anche se l’elettrificazione, le pompe di calore, la mobilità elettrica rimangono ancora questioni in sospeso.
In generale, sembra che diverse società siano interessante, almeno nel lungo periodo, a diminuire i prezzi dell’energia in Italia.
“L’obiettivo di lungo periodo è di diminuire i prezzi dell’energia per l’utente finale. Abbiamo tutte le fonti rinnovabili disponibili. Il mix – solare, idroelettrico e eolico – è bilanciato. Dovremo fare di più sul lato idroelettrico”, ha detto Stefano Granella, AD di Dolomiti Energia.
Altri esponenti, da Terna a Enel Grids, hanno comunque sottolineato che gli investimenti nelle reti sono necessari e che procedono anche in modo sostenuto.
Diversi esperti hanno presentato poi le opportunità rappresentate dall’eolico offshore in Italia. Qualche riferimento al nucleare, specialmente al nucleare di quarta generazione.
“A fine 2026 sarà costruito il primo prototipo, non nucleare, qua in Italia. Il centro di ricerca è in buona parte italiano. Sarà costruito sugli Appennini tra Bologna e Firenze. Nel 2031 il primo reattore operato con combustibile nucleare, ricavato dai rifiuti attualmente prodotti del nucleare di terza generazione”, ha detto Elisabeth Rizzotti, chief operating officer di MD Italy e cofondatrice di newcleo.
L’unica donna intervenuta al forum ha poi detto che la sindrome Nimby non dovrebbe essere una questione rilevante per il nucleare di quarta generazione.
Dall’evento organizzato da Green Horse Advisory e Althesys al Museo Maxxi di Roma è emerso che negli ultimi cinque anni il mercato italiano delle energie rinnovabili è cresciuto in modo significativo, anche grazie ai numerosi progetti finanziati da investitori internazionali.
“Dall’inizio dell’anno, sono stati installati in Italia quasi 5 GW, un risultato incoraggiante, anche se siamo ancora lontani dagli 8 GW annuali necessari per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030”, ha scritto Green Horse Advisory nel comunicato stampa.
Aggiunge poi che l’attuale quadro normativo rischia di rendere gli iter autorizzativi ancora più lunghi e complessi con un conseguente rallentamento degli investimenti e ripercussioni sulla capacità installata che diventeranno evidenti a partire dal 2026.
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