Mercati energetici europei, Axpo: perturbazioni meteo e geopolitiche aumentano la volatilità

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I mercati energetici europei hanno registrato una notevole volatilità nel mese di settembre, a causa di una combinazione di perturbazioni meteorologiche, tensioni geopolitiche e continue limitazioni dell’offerta. Lo dice Andy Sommer, Team Leader Fundamental Analysis, Modelling & Meteorology presso Axpo.

“I prezzi del gas hanno subito un brusco calo a metà settembre, innescato dalle voci di un accordo di transito tra Ucraina e Azerbaigian, ma si sono parzialmente ripresi una volta che queste voci sono state smentite. Nel frattempo, la scarsità dell’offerta è persistita a causa della manutenzione estesa della Norvegia e della riduzione delle importazioni di GNL, mentre le alte temperature nell’Asia nordorientale hanno mantenuto alta la domanda di energia”, ha detto Sommer nella sua nota mensile.

La disponibilità di GNL è rimasta bassa e l’avvio delle esportazioni norvegesi è stato ritardato da una prolungata manutenzione. I carichi di GNL sono stati sempre più dirottati verso i mercati asiatici più remunerativi, dove si prevede un aumento della domanda a causa delle previsioni di un inverno più freddo del solito. Inoltre, l’escalation delle tensioni in Medio Oriente ha spinto l’Egitto, tradizionalmente importatore di gas naturale israeliano ed esportatore chiave di GNL, a indire una gara d’appalto per 20 carichi di importazione di GNL. Questa mossa ha messo l’Egitto in diretta competizione con l’Europa per le stesse limitate forniture di GNL, rendendo ancora più rigido il già ristretto mercato globale. L’analisi di Sommer non considera ancora le tensioni tra Israele e Iran, che ha portato ad aumento significativo del prezzo del petrolio.

“I mercati dell’energia elettrica sono stati altrettanto turbolenti, soprattutto in Europa centrale e orientale, dove le ondate di calore della prima metà del mese hanno determinato un’impennata della domanda e dei prezzi. Nel corso del mese, le abbondanti precipitazioni hanno incrementato la produzione idroelettrica e, insieme alle temperature più fresche, hanno contribuito a ridurre la pressione al rialzo sui prezzi”, ha detto Sommer, aggiungendo che il futuro dei mercati energetici dei prossimi mesi dipenderà dalle condizioni meteorologiche.

Sebbene la riduzione dell’uso del carbone nella produzione di energia elettrica abbia ridotto la necessità di grandi riserve, il carbone potrebbe ancora servire come riserva per il gas quest’inverno. Questo rischio è amplificato dalla possibilità di ulteriori vincoli alla fornitura di gas, in particolare con l’avvicinarsi della scadenza dell’accordo di transito Russia-Ucraina alla fine dell’anno.

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