Il Gruppo Caviro, una delle principali cooperative vitivinicole italiane, ha inaugurato il suo nuovo impianto agrivoltaico realizzato sul vigneto adiacente alle Cantine Caviro a Forlì e presentato dall’azienda come “il più grande impianto agrivoltaico avanzato in Italia”.
Da sempre, l’azienda – che riunisce diverse cantine e che gestisce una filiera completa, dalla coltivazione delle uve alla produzione e commercializzazione di vini, tra cui marchi noti come Tavernello – si distingue per il suo impegno o verso l’economia circolare e la sostenibilità. E in questo percorso si inserisce l’impianto agrivoltaico che ha richiesto un investimento complessivo di 1,5 milioni di euro.
“L’impianto è stato completato in otto mesi ed è composto in totale da 63 tracker monoassiali e 1.386 pannelli solari bifacciali su una superficie pari a 1,5 ettari. La produzione annua di 1.300.000 kWh di energia elettrica rappresenta l’ultimo passo per completare l’autosufficienza energetica della sede vino di Caviro”.
Secondo quabnto riportato dall’azienda, si tratta di agrivoltaico “avanzato” poichè grazie al costante monitoraggio svolge due funzioni: la produzione di energia pulita rinnovabile e la protezione della vite. “L’impianto, infatti, è stato progettato per restituire la migliore inclinazione possibile dei pannelli fotovoltaici proteggendo così le viti dai danni atmosferici come grandini e gelate primaverili, traendo vantaggio dal corretto soleggiamento per una sufficiente fotosintesi”.
Giampaolo Bassetti, Direttore Generale di Caviro, ha spiegato che la sfida intrapresa in questo progetto pilota consiste nel capire se la valenza energetica può anche abbinarsi a un vigneto complessivamente più sostenibile, dove quantità e qualità non vengano modificate, con una copertura fotovoltaica in grado di mitigare i danni conseguenti l’elevata incidenza di eventi climatici estremi.
Sarà avviata infatti una sperimentazione monitorata: la crescita delle viti in impianto sarà messa a confronto con quella delle piante in campo aperto, cosi da permettere di verificare la produttività delle piante e la qualità delle uve. L’obiettivo è acquisire dati e conoscenze che potranno contribuire allo sviluppo di soluzioni sempre più efficienti e personalizzate, adattate alle caratteristiche specifiche del territorio.
“Siamo felici di dare il via a una sperimentazione innovativa, che può essere un modello replicabile per le cantine della nostra filiera. L’impianto ci permetterà di identificare le varietà di viti più adatte a questo tipo di coltura, oltre a incrementare l’efficienza energetica complessiva”, sono le parole di Bassetti.
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