Moratoria Sardegna, la Corte costituzionale si pronuncerà l’11 dicembre

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La Corte Costituzionale ha fissato per l’11 dicembre l’udienza per discutere l’incostituzionalità della legge della Regione Autonoma della Sardegna n. 5/2024, ovvero la sospensiva per eolico e fotovoltaico.

Il 3 settembre 2024 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha depositato in Corte Costituzionale il ricorso n. 33/2024. Con il deposito del ricorso, la Presidenza del Consiglio ha chiesto la sospensione, in via cautelare, dell’art. 3 della legge regionale che ha bloccato i procedimenti in corso e i progetti già autorizzati in gran parte del territorio sardo.

Come suggerito da Laura Gentili, legale dello studio Ontier Italia, a pv magazine Italia il mese scorso, la pronuncia da parte della Corte potrebbe quindi arrivare a poco più di due mesi dal deposito del ricorso.

“Se sarà confermata, come detto dal Governo, la richiesta di sospensione cautelare – ha dichiarato Gentili a pv magazine Italia – la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi in un termine che, benché non fissato per legge, possiamo ragionevolmente calcolare, sulla base delle poche precedenti pronunce analoghe, in un paio di mesi dal deposito del ricorso”.

“In caso di sospensione dell’art. 3 da parte della Corte Costituzionale – ha concluso Gentili – i progetti già autorizzati potranno continuare con il processo di sviluppo e iniziare la costruzione, mentre i progetti con procedimenti in corso potranno andare avanti”.

Intanto, la Regione Sardegna ha reso noto tramite un comunicato che negozierà con lo Stato i 6,2 GW di rinnovabili richiesti sull’isola poiché “la potenza che noi dovremmo garantire sarà strettamente connessa al nostro piano energetico, nonché ai piani economico industriali e sociale”, ha precisato l’assessora della difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi.

“Il governo – ha concluso Laconi – vuole centralizzare al massimo la produzione e la gestione dell’energia, noi invece crediamo che l’autodeterminazione sia fondamentale, per questo spingiamo per una transizione energetica democratica, decisa da noi. Il disegno di legge risponde a questo, identificando le aree in cui noi decidiamo dove saranno gli impianti, quale tipologia e quanto andremo a produrre con il nostro piano energetico”.

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