PPA per fotovoltaico (e agrivoltaico?): DXT Commodities spiega il mercato

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pv magazine Italia ha parlato con You Zhou, senior power originator presso DXT Commodities, per capire il mercato dei PPA in Italia, i fattori che hanno provocato un rallentamento e i segmenti che si sono sviluppati di più negli ultimi mesi. Zhou fa poi un confronto con altri mercati europei, fornendo poi delle previsioni per il 2025.

pv magazine: Potreste analizzare il mercato PPA in Italia dall’inizio dell’anno? Quali i principali driver e quali i principali freni?

You Zhou: Il mercato PPA ha subito sicuramente un freno da inizio anno a causa del mercato bearish. Con l’abbassare dei prezzi di mercato anche i livelli dei PPA sono diventati meno interessanti per molti investitori. Quindi direi che il driver principale è il prezzo. Ma un ulteriore fattore che ha rallentano la stipula dei PPA è anche l’incentivo FER X. Più volte i produttori hanno sperato di vedere le aste  entro l’anno 2024, ma poi continuamente posticipate.

Quali sono le tipologie di PPA più comuni in Italia?

Le prime tipologie di PPA che si sono viste in Italia sono utility-scale, ma con la crisi del gas e l’aumento dei prezzi di fornitura dell’energia ha portato un shift verso i Corporate PPA. C’è definitivamente maggiore interesse diretto da parte degli industriali. Abbiamo visto sempre piu’ contratti siglati direttamente tra corporate e produttori associati a supporto fisico da parte di società trading.

Ravvisate anche un interesse per PPA da impianti agriPV?

Non vedo come i PPA possano competere con le tariffe del DM AgriPV, dove l’investitore riceve già una tariffa di riferimento interessante e, on top, riceve pure un contributo importante in conto capitale per coprire i costi di costruzione. Difficilmente il mercato o un cliente finale può permettersi di pagare una tale premialità per l’agriPV.

Quale il prezzo medio di un PPA in Italia da impianti a terra? Quale il possibile prezzo di un PPA per impianti agriPV?  

I prezzi medi di mercato in Italia per un PPA solare 10 anni con COD 2026 sono tra i 45 e 50€/MWh. Il prezzo non cambia se agriPV, il costo profilo è sempre uguale ad un impianto solare normale.

Quali sono le principali differenze tra il mercato PPA italiano e quello di altri Paesi europei?

I prezzi di mercato in Italia sono più elevati rispetto al resto d’Europa, quindi per un investitore dovrebbe essere un mercato di maggiore interesse mentre per un buyer che compra energia rinnovabile in Europa, l’Italia potrebbe risultare meno interessante. Da notare che Italia rimane ancora l’unico Paese europeo senza prezzi negativi. Per i CPPA, da notare che l’Italia è dominata da piccole-media imprese, di conseguenza non è sempre facile aggregare volumi sufficienti per chiudere un PPA. Anche il tema della sostenibilità (consumo green) è meno sentito nelle aziende familiari rispetto ai grossi corporate internazionali. Infine, l’Italia è uno dei pochi Paesi europei dove esistono ancora nuovi schemi d’incentivazione statali a supporto delle rinnovabili.

In generale cosa vi aspettate per il mercato PPA in Italia per il 2025?

Ancora maggiore competizione con il FER X in quanto tutti si aspettano di vedere le prime aste nel corso del 2025. Lo scenario potrebbe cambiare in caso di un aumento significativo dei prezzi forward di mercato. Per una società trading come la DXT tuttavia l’impatto è limitato. Il nostro obiettivo è di prendere il dispacciamento fisico degli impianti rinnovabili, il quale è richiesto sia per impianti sotto schemi CfD sia per impianti sotto PPA.

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