La Camera ai Paesi del G20: dovete raggiungere una capacità installata di 24.900 GW al 2050

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“Siamo arrivati ​​a un momento cruciale. Un solido accordo finanziario globale e i prossimi NDC [contributi definiti a livello nazionale] nel 2025 sono momenti decisivi per mantenere in vita lo scenario 1,5°C”. Questo il primo messaggio di Francesco La Camera, direttore generale di Irena nel comunicato che annuncia la pubblicazione del rapporto World Energy Transitions Outlook 2024, presentato alla COP29 in corso a Baku, Azerbaigian.

Un accordo su un nuovo obiettivo quantificato per la finanza climatica alla COP29 è fondamentale per garantire una transizione giusta, sostenere gli investimenti nel Sud del mondo e dare ai Paesi gli strumenti per intensificare le loro ambizioni NDC, aggiunge La Camera. spiegando che lo scenario con un aumento limitato (1,5°C) delle temperature medie globali dipende per lo più dagli sforzi dei Paesi del G20.

“I loro NDC devono soddisfare gli impegni globali per triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030”, ha detto l’accademico e diplomatico italiano.

Per raggiungere l’obiettivo di far aumentare la temperatura “solo” di 1,5°C, il G20 deve triplicare la propria capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030, raggiungendo i 9.400 GW. La capacità installata deve poi aumentare di sette volte entro il 2050, rispetto ai livelli del 2023, raggiungendo i 24.900 GW.

“Mentre i Paesi si preparano per il terzo round di NDC nel 2025, è fondamentale che si allineino meglio con i piani energetici nazionali e gli obiettivi net-zero. Irena sta già lavorando con 101 Parti dell’Accordo di Parigi sull’aggiornamento e l’implementazione degli NDC. Strategie nazionali coerenti per l’energia e il clima facilitano la trasparenza, attraggono investimenti e accelerano la transizione”, ha detto l’agenzia internazionale fondata a Bonn nel 2009 con sede ad Abu Dhabi.

Irena conclude sottolineando il bisogno di enormi quantità di finanziamenti pubblici per ridurre i rischi nei progetti nei Paesi ad alto rischio e finanziare infrastrutture cruciali. “Tali finanziamenti potrebbero in parte provenire da una riduzione dei sussidi ai combustibili fossili”.

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