pv magazine ha chiesto a Veronica Pitea, presidente di Aceper, una sua valutazione sul ruolo di fotovoltaico e batterie per le PMI italiane. Pitea spiega che le batterie potrebbero cambiare le valutazioni delle PMI per quanto riguarda investimenti in progetti energetici, chiedendo poi una migliore allocazione dei fondi pubblici. “Ben 12,7 miliardi di euro sono stati destinati al sostegno delle imprese per la Manovra, ma solamente 413 aziende hanno fatto richiesta, facendo sì che, secondo il nostro database, solo l’1,6% delle risorse disponibili sia stato effettivamente erogato”, aveva detto Pitea venerdì.
pv magazine: “Soltanto l’1.6% dei fondi stanziati dal Governo in occasione della Manovra finanziaria 5.0 viene effettivamente utilizzato dalle imprese italiane che in questo modo faticano a investire sull’energia rinnovabile e a installare impianti fotovoltaici”, ha detto di recente. Quali sono le motivazioni di questa situazione?
Veronica Pitea: I motivi per cui ancora oggi le PMI non riescono a sfruttare a dovere i fondi messi a disposizione dal Governo sono essenzialmente tre: la prima motivazione è la poca pubblicità e di conseguenza la scarsa conoscenza da parte delle PMI delle opportunità e delle manovre finanziarie che lo stato mette a disposizione. Poi va sempre considerata la spiacevole complessità burocratica a cui si va incontro nel corso della presentazione delle pratiche e infine il fatto che molti dei progetti potenzialmente finanziabili non sono ad oggi sostenibili per le PMI italiane nel lungo periodo.
Scrivete che una delle proposte più urgenti che voi di Aceper fate è di semplificare le regole e alzare le percentuali di risorse utilizzabili per ogni impresa, permettendo a un numero maggiore di aziende di accedere ai fondi. Potreste spiegare più in dettaglio? Avete dei numeri a riguardo?
Basandoci su un’analisi proveniente dai nostri database Aceper possiamo affermare che sui 12.7 miliardi di euro stanziati dal governo in occasione della Manovra finanziaria soltanto l’1,6% è stato effettivamente erogato e utilizzato dalle imprese italiane. Il problema dell’eccessiva burocratizzazione per le PMI che vorrebbero accedere a questi fondi è evidente e resta uno dei più gravi. Una soluzione? Semplificare l’accesso ai fondi e renderli più inclusivi e adattabili alle esigenze reali. L’auspicio è che la proposta di legge presentata lo scorso 19 ottobre 2024 al Senato risulti decisiva per iniziare a cambiare le carte in tavola su questo fronte.
Quali sono i prossimi possibili sviluppi che potrebbero risolvere, almeno in parte, la situazione? La proposta di legge presentata lo scorso 19 ottobre 2024 al Senato? E poi?
Il nostro suggerimento è di utilizzare le batterie come elemento trainante per le PMI italiane nel loro percorso verso la transizione green. Oggi a causa della forte pressione fiscale non possiamo essere competitivi in questo tipo di mercato ma possiamo comunque usare le batterie prodotte all’estero. Queste diventerebbe una componente cruciale per la rete: infatti stoccando l’energia in batterie potremmo migliorare la capacità della rete elettrica che diventerebbe più stabile ed affidabile facilitando l’integrazione delle rinnovabili. Inoltre le PMI potrebbero ridurre notevolmente i costi d’acquisto delle materie prime utilizzando le batterie anche di notte e in tutte quelle fasce orarie in cui l’impianto fotovoltaico non produce l’energia che ha stoccato durante il giorno.
In generale, qual è ora il ruolo del fotovoltaico e quale potrebbe essere il suo ruolo in futuro in caso di miglior allocamento delle risorse? Potreste ipotizzare degli scenari?
Il ruolo dell’energia rinnovabile in Italia oggi non è ancora decisivo come dovrebbe e come lo è in tanti paesi UE, su tutti la Norvegia in cui il 98% dell’energia che necessita il Paese per il suo corretto funzionamento è oggi ricavato da fonti rinnovabili. Vanno forte anche Svizzera e Svezia, l’Italia invece è fuori dalla top 10 europea perché in questo momento non è un Paese interessante dal punto di vista della produzione di energia rinnovabile. È un peccato perché abbiamo acqua, vento e sole in abbondanza e potremmo tranquillamente essere tra i leader del settore ma abbiamo un sistema che ancora non ci permette di emergere.
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