Il Consiglio regionale della Sardegna, riunitosi ieri dalle 15:55, ha ripreso l’esame del disegno di legge n.45 sulla individuazione delle aree idonee e ha approvato l’articolo 1 del ddl dopo aver raggiunto l’intesa su un emendamento presentato dalla minoranza.
In apertura dei lavori Paolo Truzzu (FdI), primo firmatario, ha detto che l’emendamento revisionato “permette di fare ordine: mentre prima il riferimento del DdL n.45 era il Decreto Draghi, ora la norma principe è rappresentata dallo Statuto Sardo che dà alla Sardegna competenza primaria in materia urbanistica. Era quello che chiedevano le opposizioni e i movimenti che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24”.
Successivamente, avviata la votazione, l’emendamento ha trovato il sostegno di tutte le forze politiche. Luca Pizzuto (Sinistra Futura) intervenendo ha detto: “questo emendamento che mette al centro lo Statuto delinea una possibile linea di convergenza tra le diverse forze politiche, al di là delle reciproche appartenenze”.
L’Aula è successivamente passata all’esame di altri emendamenti, tutti bocciati. Via libera invece all’emendamento n.438 della giunta regionale che elenca le caratteristiche che definiscono i diversi impianti di produzione di energia al fine dell’individuazione delle aree idonee e non idonee.
L’emendamento n.1730 da parte della giunta è stato approvato. L’assessore all’Urbanistica, Francesco Spanedda, ha spiegato che va letto insieme al 439 al fine di chiarire la norma che permette l’utilizzo delle coperture con impianti fotovoltaici anche nei centri matrice nel rispetto delle norme paesaggistiche: “Il testo sembrava che vietasse il fotovoltaico nei centri matrice. Non è così”.
Approvato anche l’emendamento 444 della giunta. Quest’ultimo prevede che non siano aree idonee alla realizzazione di impianti off shore “gli specchi d’acqua compresi nelle acque territoriali, le aree marine protette istituite e istituende, le aree parco dell’arcipelago di La Maddalena, le aree di passaggio di tonni e le aree archeologiche subacquee”.
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