pv magazine Italia ha parlato con Alessio Pinzone, Senior Director Energy di Rina Prime, per capire le novità sui risultati del bando agrivoltaico. Secondo Pinzone, solo 200 MW non saranno ammessi.
Quando dobbiamo aspettarci i risultati?
La data ultima secondo le regole operative del GSE è il 3/12 ma secondo le indiscrezioni e quanto ha detto Arrrigoni del GSE all’evento “2025: Scatta l’ora solare. L’Italia e il futuro del Fotovoltaico” sembrerebbe che i risultati del bando PNRR saranno già online questo venerdì.
Cosa ci dobbiamo aspettare dai risultati delle aste del bando agrivoltaico?
Sembrerebbe che siano stati ammessi progetti per una potenza di 1,5 GW rispetto alle domande presentate pari a 1,7 GW. Quindi solo 200 MW sono stati considerati non ammissibili dal GSE.
Cosa vuol dire? Quali saranno i criteri fondamentali?
In questi mesi abbiamo visto diverse richieste di chiarimento da parte del GSE a cui abbiamo dato supporto. Il periodo per la presentazione delle domande era molto limitato soprattutto se consideriamo che è capitato in mezzo alle vacanze estive. Tuttavia, il GSE è stato molto proattivo e molto preciso nella richiesta di chiarimento dando la possibilità ai vari operatori di produrre i documenti necessari per le integrazioni richieste. Mi aspetto che i progetti dichiarati non ammissibili fossero carenti sulla documentazione e che probabilmente non avessero tutti i requisiti per poter partecipare all’asta.
Secondo lei, in generale, quanto conterà la parte agronomica per la selezione? E per l’effettiva realizzazione?
Sfortunatamente la parte agronomica non è stato oggetto della selezione se non per quanto riguarda alcuni dati relativi alle superfici in gioco. Il progetto agronomico era un documento non richiesto nella documentazione di gara e quindi non è stata oggetto di valutazione ma rappresenta un documento che dovrà essere fornito su richiesta del GSE. Sarà interessante vedere ora come i vari soggetti si organizzeranno per l’effettiva realizzazione della parte agronomica soprattutto per gli impianti più grandi considerando che la deadline per la chiusura dei lavori è giugno 2026.
Altre considerazioni? Altri rischi?
Il prossimo passo sarà costituire realmente quelle che sono state presentate come ATI costituende. Vedremo se le società agricole rispetteranno realmente i propri impegni considerando che saranno responsabili in solido (come richiesto dal GSE) e che dovranno fornire tutte le varie garanzie agli operatori ma soprattutto agli enti finanziatori. Il rischio è che gli operatori presi dalla volontà di vincere l’asta non abbiano valutato in maniera attenta la società agricola con cui realizzare e gestire l’impianto con il rischio di non riuscire a finanziarsi durante la fase di costruzione o peggio che la società agricola selezionata nella fase di gara si rifiuti di finalizzare l’ATI stessa con il rischio di perdere il contributo ottenuto e vanificare tutti gli sforzi fatti.
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