Entro il 2029 l’Italia potrebbe aggiungere un contingente di 85 GW di rinnovabili installate che permetterebbe di superare l’obiettivo del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) al 2030 per cui, ad oggi, sono necessari altri 58 GW. Ad affermarlo è Paolo Arrigoni, presidente del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), durante l’evento Atlhesys di giovedì scorso all’Auditorium GSE.
In occasione della presentazione dello studio “Paesaggio e rinnovabili, una convivenza possibile. Opportunità e sfide per lo sviluppo sostenibile del territorio”, Arrigoni ha aperto il convegno facendo il punto sullo stato di avanzamento dell’Italia negli obiettivi Pniec.
“Il fotovoltaico a ottobre ha raggiunto oltre un milione e ottocentomila impianti per 35,7 GW di potenza, di questi solo il 30% è a terra mentre la parte restante è prevalentemente realizzata su coperture” ha spiegato Arrigoni. Nei primi 10 mesi del 2024 l’installato di nuove rinnovabili è di 6,2 GW, di cui 5,3 GW di fotovoltaico, che si aggiungono ai 67 GW di fine 2023.
Quest’anno sono stati installati 247.000 impianti di fotovoltaico, circa 850 al giorno. Una media inferiore al 2023 in cui ne erano stati installati 1.050 al giorno: una decrescita in termini numerici del 22% ma una crescita in termini di potenza installata, elemento che evidenzia la crescita degli impianti di media-grande taglia.
Per arrivare all’obiettivo Pniec di 131 GW di impianti FER al 2030 mancano quindi 58 GW. Al di là delle iniziative di mercato che potranno esserci, ha spiegato Arrigoni, ci sono degli strumenti già varati che permetteranno di superare questo obiettivo già al 2029:
- parco agrisolare 1,5 GW;
- agrivoltaico 1,55 GW;
- decreto CER 5 GW;
- energy release stimati 5 GW;
- FER 2 (sostegno a tecnologie innovative) 4,6 GW;
- FER X (sostegno a tecnologie mature) 67 GW;
- transizione 5.0 senza stima.
Con questi numeri, ha detto Arrigoni, si potrebbero raggiungere 85 GW di nuova capacità installata già a fine 2029.
In particolare, per traguardare l’obiettivo contemperando la tutela del paesaggio, Arrigoni ha specificato che serve lavorare affinché l’implementazione delle rinnovabili sia un’opportunità di sviluppo promuovendo sempre più l’autoconsumo, lavorare affinché ci sia un ruolo più centrale delle comunità locali, riqualificare zone abbandonate e diffondere la cultura della sostenibilità.
“Il comparto dell’agricoltura – ha aggiunto il presidente GSE – può e deve essere protagonista della transizione energetica. Le rinnovabili devono integrarsi in modo armonioso con il paesaggio ponendo sempre più attenzione alla progettazione minimizzando l’impatto sui territori e promuovendo l’agrivoltaico avanzato innovativo”.
Anche il fotovoltaico flottante su acque interne è stato citato come elemento di rilevanza perché “non solo previene utilizzo del suolo ma consente anche di ridurre l’evaporazione dell’acqua, elemento molto importante in un momento storico di deficit idrico”.
In questo senso il GSE ha sottoscritto accordi di programma con alcune Regioni per aiutare nel percorso di decarbonizzazione, sta “mettendo a punto la piattaforma aree idonee sia per infrastrutture esistenti che progettate e con iter autorizzativi in corso. Sta sviluppando lo Sportello unico per le energie rinnovabili (Suer) per la presentazione delle richieste di autorizzazione e la piattaforma di monitoraggio del Pniec che consente al Paese e agli stakeholders di vedere in tempo reale come evolve la transizione energetica nel nostro Paese”.
Infine, entro il 31 maggio, ha concluso Arrigoni, il GSE dovrà mappare il territorio nazionale per consentire entro febbraio 2025 a tutte le Regioni e Provincie autonome di fare un piano che individui le zone di accelerazione.
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