Italia Solare ha scritto al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), per esprimere profonda insoddisfazione in merito al Testo Unico in materia di procedimenti autorizzativi degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, sostenendo che le modifiche apportate non permettano al decreto legislativo 190/2024 di risolvere i due problemi principali: regimi amministrativo e complessità per le pubbliche amministrazioni. Il Testo Unico sulle Rinnovabili entra in vigore il 30 dicembre 2024.
“Nonostante alcuni miglioramenti rispetto alla bozza approvata in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, riteniamo che il risultato finale sia complessivamente deludente. Non si riscontrano nuove ed effettive semplificazioni, e anzi in molti casi la situazione è stata peggiorata. Anche da un punto di vista formale, ogni operatore avrà difficoltà perfino nell’individuare il regime amministrativo applicabile alle sue iniziative, poiché nei regimi più semplici (attività libera e PAS) sono numerosissime e non sempre facilmente individuabili le eccezioni che fanno saltare al regime più complesso”, ha detto il Presidente di Italia Solare Paolo Rocco Viscontini.
Italia Solare poi parla di “gravi incertezze sul regime transitorio”, nel corso del quale le regioni dovranno adeguare le proprie disposizioni a quelle del decreto legislativo.
“La lettura del provvedimento lascia intendere che i procedimenti in corso potrebbero transitare nei nuovi regimi autorizzativi anche solo a seguito di ritardi della pubblica amministrazione. Poiché nei nuovi regimi alcuni procedimenti in precedenza in capo al Mase vengono trasferiti alle regioni, c’è il rischio che gli operatori si vedano azzerati parte significativa dell’attività svolta”.
Secondo Italia Solare il Testo Unico comporterà un enorme sovraccarico in particolare per i comuni.
Proposte: decreto legislativo e circolare interpretativa
Italia Solare ha poi formula due proposte. Chiede in primis di adottare uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive dopo la consultazione con le associazioni di categoria, per pervenire a un assetto amministrativo effettivamente semplice e comprensibile anche da non addetti ai lavori.
Chiede poi di chiarire per via amministrativa, ad esempio tramite una circolare interpretativa, una serie di punti del testo approvato, di difficile lettura, contradditori o suscettibili di indurre in errore i soggetti coinvolti nei procedimenti autorizzativo, questo anche per le famiglie e le piccole imprese.
“Le complicazioni introdotte per gli impianti sulle coperture dei tetti delle case e dei capannoni industriali, in teoria realizzabili come attività libere ma invece, in presenza di una serie di vincoli, realizzabili solo utilizzando la cosiddetta procedura abilitativa semplificata (PAS) o acquisendo specifiche autorizzazioni, senza che si comprenda agevolmente quando si debba ricorrere alla PAS e quando all’acquisizione delle autorizzazioni”, ha scritto l’associazione di categoria.
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