All’interno dell’HUB agrivoltaico già presente dal 2011 a Scalea (CS) con 8,6 MWp di potenza installata nel cuore delle Riviera dei Cedri, Le Greenhouse insieme a Set Energie, in collaborazione con EF Solare Italia ed Enea, hanno dato vita ad un progetto di ricerca applicata che ha portato all’implementazione di un nuovo modello di agrivoltaico a consumo di terreno nullo.
pv magazine Italia ha intervistato l’area tecnica di Set Energie. “Nel piano triennale 2022-2024 dell’Accordo di Programma Mase-Enea “Ricerca di Sistema Elettrico – il progetto Integrato Fotovoltaico ad Alta Efficienza” Enea ha voluto potenziare la linea di attività sul tema agrivoltaico, che recentemente si sta affermando come uno degli approcci più validi per ottimizzare l’impiego del suolo, recuperando e rivitalizzando aree a vocazione agricola producendo al contempo energia elettrica da fonte solare”.
Il progetto di ricerca che il gruppo aziendale ha avviato con Enea è un progetto di agricoltura innovativa che mira ad introdurre un nuovo modello di sviluppo sostenibile che combina la coltivazione delle superfici agricole con la produzione di energie rinnovabili, rispondendo alle esigenze ambientali, climatiche e di tutela dei territori rurali.
“Il progetto prende in esame un campo agrivoltaico elevato e avanzato a inseguimento solare monoassiale da 17,4 KWp, un campo agrivoltaico elevato e avanzato fisso sempre da 17,4 KWp e una coltivazione in pieno campo. Al fine di verificare e validare approcci tecnologici diversi per la realizzazione di impianti agrivoltaici, l’Enea ha proposto un’attività di ricerca tesa a comparare, in uno stesso sito, colture agricole sviluppate in ambito agrivoltaico e in pieno campo, nonché le prestazioni energetiche dei due impianti e le correlazioni con le attività fenologiche delle colture”.
Set Energie ci ha spiegato che nei tre campi la coltivazione riguarda piante di limone disposte in filari in corrispondenza di moduli fotovoltaici sorretti da strutture progettate in modo armonioso con l’ambiente circostante, rispettando sesti d’impianto tipici di colture semi-intensive e minimizzando al contempo l’impatto visivo.
Date le sue caratteristiche, il campo a inseguimento solare monoassiale è stato recentemente pubblicato come caso studio da Symbiosys Project. Symbiosys è un progetto europeo di ricerca (2023-2026) finanziato da Horizon Europe e condotto in partnership con diversi operatori e centri di ricerca internazionali. “Il progetto punta a identificare applicazioni agrivoltaiche scalabili in grado di integrare efficacemente produzione di energia ed agricoltura, con particolare attenzione all’integrazione dell’agrivoltaico con il paesaggio”.
Il sistema consiste in strutture fotovoltaiche elevate studiate in combinazione con un piano agronomico che presentano dimensioni tali da consentire lo svolgimento dell’attività agricola nonché gli interventi di manutenzione sui principali componenti elettrici di impianto.
Tale assetto consente la coltivazione delle intere aree con un’ombra mobile che garantisce l’ottimale apporto di luce diretta e diffusa alle coltivazioni e permette l’utilizzo di sesti di impianto di tipo semi-intensivo.
“Le piante, disposte in questo assetto, beneficiano dell’azione di protezione da fenomeni atmosferici violenti e straordinari fornita dai moduli fotovoltaici. In tale ottica, i sistemi agrivoltaici, come quelli in esame, si possono equiparare a manufatti strumentali all’attività agricola, similari ai sistemi di protezione tradizionali sempre più necessari a causa del cambiamento climatico. Inoltre, le strutture sono infisse al suolo senza l’utilizzo di fondazioni consentendo la piena reversibilità dell’opera in caso di dismissione”.
Un elemento chiave del progetto è la gestione innovativa delle risorse idriche. L’apporto idrico avviene mediante un sistema di irrigazione che mira al contenimento dei consumi mediante una distribuzione dell’acqua in sub-irrigazione a bassa portata tramite l’utilizzo di ali gocciolanti auto compensanti poste a più livelli fino ad arrivare a 40 cm di profondità nel terreno. Questo sistema, oltre a fornire il giusto apporto idrico, minimizza l’evapotraspirazione garantendo un uso efficiente della risorsa idrica in ogni stagione.
“L’impianto è dotato, inoltre, di un sistema di depurazione delle acque, alimentato elettricamente dall’agrivoltaico stesso. Le acque depurate vengono così utilizzate per le concimazioni fogliari, per il lavaggio dei frutti nella fase di preraccolta e delle manichette dopo la fertirrigazione”.
L’impianto dispone di un sofisticato sistema di monitoraggio per raccolta dei dati. Tra i parametri misurati dai sensori installati ci sono la temperatura e l’umidità del suolo a 20 cm e 40 cm di profondità, l’umidità e temperatura dell’aria, le precipitazioni, la radiazione fotosinteticamente attiva (PAR), la velocità e direzione del vento, il flusso linfatico e inspessimento del tronco della pianta (dendrometro), misurazione del pH dell’acqua e delle miscele di fertirrigazione, temperature dei moduli, l’irraggiamento solare (solarimetri) e più in generale tutti i dati di produzione elettrica monitorati costantemente da remoto.
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