MACSE: svolta per il settore dell’accumulo di energia in Italia

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Il 2025 vedrà una rapida crescita degli investimenti nel settore italiano dell’accumulo di energia, guidati dai sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS), con l’implementazione del MACSE. L’atteso meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio offrirà un premio stabile e prevedibile per 15 anni, rendendolo particolarmente interessante per gli investitori avversi al rischio.

Secondo Aurora Energy Research, l’analisi del tasso di rendimento interno (IRR o TIR) sottolinea la sostenibilità finanziaria dei progetti sostenuti da MACSE. Ad esempio, i progetti nel Sud Italia e in Sardegna potrebbero ottenere TIR superiori al 9% anche con un’esposizione minima alla volatilità del mercato dell’energia, in quanto il MACSE fornisce un elevato livello di sicurezza dei ricavi.

“Una batteria di otto ore nella zona sud con un contratto MACSE, che inizi a funzionare nel 2028 e che abbia un sovradimensionamento del 18%, raggiunge un TIR superiore a quello di un caso commerciale fino a un punto percentuale, nel caso in cui il prezzo di aggiudicazione MACSE copra solo i costi di investimento e il 6% del costo del capitale”, spiega a ESS News Maddalena Cerreto, senior associate di Aurora Energy Research.

Esistono forti differenze nei requisiti di stoccaggio dell’energia in tutta Italia e gli obiettivi di acquisto del MACSE si adatteranno a queste esigenze zonali. La maggior parte della nuova capacità di stoccaggio su scala pubblica catalizzata da MACSE sarà necessaria nel Sud Italia e nelle isole, con 16,8 GWh al Sud, 13,6 GWh in Sicilia e 10,4 GWh in Sardegna.

Pertanto, il livello di TIR dipenderà dalla posizione dell’asset e dalla sua configurazione tecnica. “Ci sono altre zone in cui la redditività attesa degli investimenti merchant è superiore a quella del MACSE, grazie ai maggiori ricavi derivanti dal trading sui mercati energetici”, afferma Cerreto.

Inoltre, la forte concorrenza prevista nell’appalto MACSE potrebbe portare a prezzi bassi, incidendo sui livelli di TIR previsti. “Poiché l’asta è pay-as-bid, la strategia di sovradimensionamento e il modo in cui si riflette nell’offerta possono giocare un ruolo importante”, afferma Cerreto.

Poiché i proprietari degli asset dovranno gestire con attenzione i requisiti di disponibilità e manutenzione delineati dalle normative MACSE, il rapporto di Aurora stima che i progetti dovrebbero essere sovradimensionati del 18% per soddisfare in modo sicuro i requisiti di disponibilità MACSE per tutta la loro durata.

Un approccio alternativo al sovradimensionamento, secondo Cerreto, consiste nel perseguire una strategia di merchant. Un impianto può partecipare al MACSE solo con una certa percentuale della sua capacità e aumentarla nel tempo. “Questa strategia consentirebbe di presentare un’offerta d’asta più bassa e di essere più competitivi”, afferma Cerreto.

Il TIR calcolato da Aurora esclude i ricavi commerciali durante i primi 15 anni di contratto, poiché i ricavi del mercato all’ingrosso non sono cumulabili a causa della regolamentazione MACSE. Inoltre, i ricavi dei mercati ancillari e di bilanciamento sono limitati al 20%. Ciò significa che gli aggiudicatari scambieranno la parte rimanente di questi margini commerciali e tutti i ricavi day-ahead e intraday con il prezzo fisso di Terna nell’ambito del contratto MACSE.

Il meccanismo, che offre contratti di 15 anni fino al 100% della capacità dell’asset, mira a sostenere l’installazione dello stoccaggio di energia necessario per raggiungere l’obiettivo di 131 GW di energia rinnovabile del Paese entro il 2030. In particolare, secondo lo scenario aggiornato sviluppato dalla società del gas Scam e dal gestore della rete elettrica Terna, l’Italia avrà bisogno di 72 GWh di capacità di stoccaggio entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi del pacchetto “Fit for 55” dell’UE. Circa 50 GWh di questa capacità saranno destinati a nuovi sistemi utility-scale supportati dal MACSE per integrare la crescente penetrazione delle rinnovabili.

Secondo l’analisi di Aurora, la differenza tra i prezzi massimi e minimi giornalieri dell’elettricità dovrebbe aumentare di circa 10 euro/MWh nel quinquennio 2030-2035, aumentando così le opportunità di arbitraggio.

“Mentre la penetrazione delle fonti di energia rinnovabile può garantire buoni rendimenti di investimento a seconda della posizione geografica e delle specifiche tecniche dell’asset, i contratti MACSE forniscono protezione contro vari scenari di rischio, assicurando progetti altamente bancabili”. Tuttavia, le dinamiche competitive dell’asta potrebbero incidere sulla redditività attesa, rendendo cruciale per gli sviluppatori l’analisi della strategia di investimento ottimale. Diversificare il portafoglio combinando diverse strategie commerciali e zone di mercato rappresenta un buon compromesso tra rischio di investimento e rendimento”, afferma Cerreto.

L’articolo in inglese è disponibile al sito di pv magazine ESS News

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