ACWA Power sta rafforzando i rapporti con Germania e Italia, spiegando che ha selezionato i Paesi che sembrano più attivi nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea per creare un ponte tra Arabia Saudita e Unione Europea. Nel caso dell’Italia la collaborazione rientra anche nell’ambito del Piano Mattei.
“Gli accordi tedeschi erano mirati, concentrati sulla fornitura di energia alla Germania, mentre quelli per l’Italia includono anche alcuni aspetti aggiuntivi per l’Africa, dove penso che, insieme, i due Paesi possano giocare e fare leva l’uno sull’altro per garantire la fornitura di acqua ed energia a prezzi accessibili e stabili alle popolazioni locali”, ha detto l’amministratore delegato di ACWA Power Marco Arcelli.
A settembre 2023, la società saudita aveva siglato accordi con Confindustria, Eni, A2A, De Nora, Italmatch Chemicals e Rina per sviluppare insieme progetti di idrogeno verde e desalinizzazione.
A inizio 2025, la società partecipata al 44% dal fondo sovrano ha firmato protocolli d’intesa con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), De Nora, SACE e Ansaldo Energia. Gli accordi sono stati annunciati durante la visita della premier italiana Giorgia Meloni in Arabia Saudita, a margine della Tavola rotonda ad alto livello italo-saudita.
“Si tratta quindi di un’evoluzione degli accordi originari che abbiamo firmato a settembre 2023. Abbiamo già fatto progressi. Alcuni di questi accordi riguardavano la fornitura e la ricerca e sviluppo, e sono stati implementati: abbiamo forniture da parte di queste aziende che stanno cercando di localizzarsi in Arabia Saudita; per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, abbiamo fatto progressi simili. Per quanto riguarda lo scambio o la fornitura di energia stiamo costruendo questo ponte con l’Italia: abbiamo completato insieme un’analisi di fattibilità che dimostra che ha senso continuare l’impegno, e quindi speriamo di portarlo alla fase successiva, in cui vorremmo lanciare dei progetti nei prossimi anni”, Arcelli ha detto a pv magazine.
Idrogeno verde
ACWA Power sta pensando di fornire idrogeno verde, ammoniaca verde e “anche potenzialmente elettricità”. Secondo le previsioni di Arcelli, in futuro l’Europa utilizzerà una combinazione di idrogeno prodotto localmente e idrogeno importato.
Arcelli ha sottolineato che il progetto Neom in Arabia Saudita ha una capacità di elettrolisi di 2.000 MW, aggiungendo che la produzione di idrogeno dovrebbe iniziare alla fine del 2026. Il progetto Neom è completato al 65-70%, ha dichiarato Arcelli.
“È 100 volte più grande del più grande impianto in funzione in Europa”, ha detto, sottolineando i piani del Paese. “Presto avremo circa 30 GW di progetti rinnovabili in costruzione nel Regno, e la maggior parte di questi sono solari”, ha aggiunto Arcelli.
La scarsità di terreni per lo sviluppo di fonti rinnovabili e la necessità di un approvvigionamento energetico sicuro sono altri motivi che Arcelli ha elencato per cui l’Europa dovrebbe aprirsi alla collaborazione con gli sviluppatori sauditi. Con una superficie di circa 300 kmq, il progetto Neom sarebbe difficile da collocare in Europa, ha sottolineato il manager italiano.
“Ero scettico sulle molecole verdi quando lavoravo in Europa, ma quando mi sono trasferito in Arabia Saudita ho visto che ci sono tutti gli ingredienti su scala e a costi più bassi”, ha detto l’amministratore delegato di ACWA Power, parlando del Paese “tre volte più soleggiato”, delle condizioni favorevoli per quanto riguarda vento e acqua, ma non solo: anche il suo alto rating creditizio è un vantaggio strategico.
Mercato dell’idrogeno europeo
ACWA Power è coinvolta in diversi accordi in corso con vari off-taker nell’ambito del SouthH2 Corridor. Quando sarà completato, nel 2030 secondo le aspettative, il corridoio di 3.300 km consentirà al Nord Africa di esportare idrogeno verso città e Paesi in Italia, Austria e Germania.
Secondo le previsioni di Arcelli, in futuro l’Europa utilizzerà infatti una combinazione di idrogeno prodotto localmente e idrogeno importato.
Rimangono però dei dubbi sul mercato europeo, per i cambiamenti in Germania per esempio.
“Naturalmente, stiamo monitorando da vicino la situazione in Europa e vedo che tutti i segnali iniziano a indicare che è in corso una rivalutazione pragmatica degli obiettivi. Siamo quindi molto interessati a capire le evoluzioni, ma il modo in cui stiamo affrontando la questione è fondamentalmente semplice: ci stiamo preparando a tutti gli scenari. Vogliamo quindi concentrarci sul raggiungimento del costo più basso, per essere in grado di fornire e contribuire a sostenere e creare la domanda,” ha detto Arcelli, aggiungendo che il costo di produzione dell’ammoniaca verde in Arabia Saudita non “è troppo lontano” dal costo di produzione dell’ammoniaca grigia in Europa nord-occidentale.
“Con tutti gli sforzi che stiamo compiendo, pensiamo veramente di poter creare questo ponte”.
ACWA Power sta lavorando ad aumentare l’efficienza e a coordinarsi con le controparti europee, soprattutto con le industrie e le aziende che possano avere accesso alle forniture di idrogeno, soprattutto quelle vicine alla costa.
“L’alternativa è che non si faccia nulla, senza però raggiungere l’obiettivo”, ha aggiunto Arcelli.
Altri mercati per investimenti in rinnovabili
L’Arabia Saudita continuerà comunque ad attirare la maggior parte degli investimenti della società locale, ma altri mercati extra-UE sono comunque appetibili.
“Avremo presto circa 30 GW in costruzione di energie rinnovabili qui nel Regno. Continueremo a espanderci e a cercare la crescita in Cina, dove siamo appena entrati con un gigawatt: stiamo facendo del nostro meglio per lavorare a nuovi progetti ed essere in grado di entrarvi entro la fine dell’anno. Abbiamo poi una grande pipeline in Asia centrale, in particolare in Uzbekistan. Abbiamo progetti in costruzione in Azerbaigian: potremmo investire nell’area qualcosa come 15 miliardi di dollari complessivamente nei prossimi anni. Continuiamo poi a guardare all’Africa, a partire dai nostri quattro Paesi principali: Egitto, Marocco, Senegal e Sudafrica. Oggi siamo probabilmente il maggiore investitore, con oltre 7 miliardi di dollari già investiti”.
Desalinizzazione, anche nel Mediterraneo
Allo stesso tempo, visti i cambiamenti climatici, si aspetta nuovi mercati della desalinizzazione, anche nel Mediterraneo.
“Io ho una casa in Sicilia e la scorsa estate sono rimasto senza acqua. Così ho comprato 1.000 litri, cioè un metro cubo. Ho pagato 60 euro. Se la produci con la desalinizzazione, ti costa al massimo 0,60 euro. Poiché pensiamo che l’acqua sia gratis perché viene dal cielo o da una sorgente, rimandiamo la decisione a quando avremo problemi sarà sempre troppo tardi. Ed è quello che stiamo vedendo in molti Paesi che stanno prendendo decisioni proattive per sviluppare la desalinizzazione. Quindi spieghiamo i vantaggi dello sviluppo di progetti di desalinizzazione, e speriamo che alcuni progetti vengano costruiti presto”.
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