Seapower è un centro di ricerca consorziato con l’Università di Napoli “Federico II”, impegnato nella ricerca e nello sviluppo di sistemi per le energie rinnovabili. Era presente all’ultima edizione del KEY – the Energy Transition Expo 2025 e pv magazine Italia ha intervistato il vicepresidente, l’Ing. Francesco Lioniello.
Gli ultimi progetti
Di recente, Seapower si è occupato dello sviluppo, seguendo le fasi dell’intero progetto, di tre nuovi impianti fotovoltaici di medie dimensioni su terreni agricoli per una potenza di 2,41 MW in Campania, a Buonabitacolo. I primi due hanno una potenza complessiva 1,25 MW con pannelli montati su strutture fisse per ottimizzare la produzione in base alla morfologia del terreno, mentre il terzo, di potenza 1,16 MW si trova su terreni pianeggianti ed ha previsto il montaggio di strutture tracker a rotazione monoassiale.
Lioniello preannuncia che saranno presto affiancati altri due impianti di 1,96 MW, per i quali è previsto il collegamento alla rete entro il primo semestre 2025 e che la potenza totale sarà di 4,37 MW.
Ad oggi, il centro di ricerca ha oltre 90 progetti in corso e un portafoglio di 2.300 MW di energia da fonti rinnovabili, distribuita su 11 regioni italiane,
Sistemi ibridi
Alle competenze nel settore dell’energia fotovoltaica, Seapower abbina anche anni di ricerca e di sviluppo nel campo dei sistemi di energia rinnovabile dal vento e dal mare, con particolare interesse allo sviluppo tecnologico di parchi eolici galleggianti offshore. Abbiamo chiesto a Lioniello la sua vision in merito ai sistemi ibridi in Italia.
“Sono certamente fattibili, ma, con un punto di vista un po’ più alto, e dunque con una visione allargata. E’ evidente che già il sistema di rete nazionale è un sistema ibrido, quindi capace di gestire input di diverse fonti, per rendere l’energia fruibile a ogni consumatore, in qualsiasi momento. Il tema è ridurre la scala di questi sistemi per rendere un sistema ibrido funzionale anche a livello locale”.
Il vicepresidente di Seapower spiega che un’ipotesi in tal senso è ad esempio a livello del sistema CER. “Noi ci crediamo molto. Abbiamo già candidato e aggiudicato un progetto di ricerca e sviluppo che punta proprio su questi obiettivi. Il progetto è chiamato Ecosister ed è finanziato su un bando a cascata del PNRR”.
L’obiettivo è generare energia fruibile ai consumatori all’interno di un sistema ibrido che miscela fonti rinnovabili con caratteristiche diverse tra loro. “Nel nostro caso abbiamo energie da correnti di marea, che sono predicibili, energia eolica, che è predicibile in larga massima, ma dipendente poi ovviamente dalle condizioni atmosferiche locali, così come anche energia da fotovoltaico, che anch’essa è predicibile in larga massima, ma poi dipendente dal fenomeno meteorico locale”.
L’esperto sottolinea che queste funzionano bene insieme se la rete è ben dimensionata e se l’intelligenza che deve gestire i flussi è ben progettata, aggiungendo che è fondamentale un sistema di accumulo, che serve a creare un buffer tra la produzione e l’utilizzo.
“Il sistema è fattibile. – ribadsice Lioniello – Già l’anno scorso, in Sicilia circa trecento ore in un anno sono state a prezzo zero per l’energia e, guardando in avanti, queste non possono che aumentare sommandosi ad un altro rischio: il curtailment, cioè lo spegnimento coatto degli impianti da parte del gestore di rete, che non riesce a gestire una produzione di rinnovabili momentaneamente eccessiva. Invece di spegnere gli impianti possiamo ibridare i sistemi, metterli su una rete comune locale e gestirli in modo intelligente con accumuli, rendendo fruibile l’energia in ogni momento alla popolazione di zona”.
Il modello del centro di ricerca
Seapower è organizzata in due divisioni principali: la Power Project Division, dedicata alla progettazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, tra cui fotovoltaico, sistemi di accumulo energetico, biogas ed eolico, sia su terra che in mare.
Accanto a questa, la Technology Transfer Division rappresenta l’evoluzione di un gruppo di ricerca nato all’interno dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, diventando poi un centro indipendente con collaborazioni pubblico-private. Questa divisione offre servizi ingegneristici avanzati, dalla progettazione meccanica ed elettrica all’analisi aerodinamica e idrodinamica, fino ai test sperimentali in galleria del vento e vasca navale.
L’azienda conta attualmente 25 professionisti e ha attivato 10 partnership, operando in due sedi a Napoli, di cui una all’interno del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II.
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