La prima asta del meccanismo di approvvigionamento a termine di nuova capacità di stoccaggio elettrico (Macse), fissata per il 30 settembre prossimo, sarà molto competitiva con Terna che si aspetta un taglio dell’offerta “oltre il 20%”. A dichiararlo è Francesco Del Pizzo, direttore strategie di Sviluppo rete e dispacciamento di Terna, durante un convegno moderato da pv magazine l’ultimo giorno del KEY di Rimini.
L’evento “Evoluzione scenari dello stoccaggio elettrico”, organizzato da Anie venerdì 7, ha accolto interventi sul futuro dei meccanismi di incentivazione per accumuli e rinnovabili in Italia da parte di Del Pizzo per conto di Terna e di Federico Boschi, capo dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo energetico.
L’evento è stato moderato da Emiliano Bellini, direttore news di pv magazine Global, e Lara Morandotti, giornalista pv magazine Italia.
Mercato accumuli e Macse
Del Pizzo nel suo intervento, riferendosi al mercato degli accumuli, l’ha definito sorprendente in quanto “ha reagito al di sopra delle migliori aspettative” passando negli ultimi due anni da una richiesta sostanzialmente nulla a 250 GW di istanze. “Di queste abbiamo firmato contratti di connessione per 2 GW, quindi impianti completamente autorizzati, e abbiamo 13 GW di impianti con nulla osta, cioè con una validazione delle opere tecniche di connessione, in una fase molto avanzata”.

Parlando invece delle aspettative per la prima asta Macse, Del Pizzo ha detto che, rispetto al fabbisogno espresso dal ministero pari a 10 GWh, oggi di elegibili per la prima asta ci sono circa 9 GWh sui 13,5 GWh autorizzati al 28 febbraio.
Dei restanti, ha spiegato, una parte è stata contrattualizzata attraverso i meccanismi del mercato della capacità (capacity market), un’altra è posizionata in zona Nord e Centro-nord dove Terna ha espresso fabbisogno nullo.
L’offerta, ha aggiunto Del Pizzo, “è particolarmente matura anche tenuto conto della velocità dei percorsi autorizzativi che comincia a essere evidente. Sarà un’asta particolarmente competitiva: c’è la presunzione di arrivare anche oltre un 20% di taglio dell’offerta”.
L’elevata competitività, infatti, potrebbe spingere gli operatori a offrire l’energia da accumulare a un costo più basso di quello offerto da Terna per aggiudicarsi la fornitura comportando, dunque, un taglio dell’offerta.

Il direttore strategie di Terna ha detto di aspettarsi una distribuzione dei prezzi non completamente omogenea “con un tendenziale in decrescita per fattori ordinari competitivi, ma soprattutto perché la componente del costo del capitale tende a comprimersi in modo importante, quindi a parità di remunerazione del capitale il prezzo che si forma è decisamente inferiore”.
In merito alla possibilità che i finanziatori esteri staranno alla finestra, ha risposto dicendo “non credo sarà così”.
Strumenti a lungo termine
In merito agli sviluppi futuri dei meccanismi incentivanti e degli strumenti a lungo termine, Del Pizzo ha chiarito che “il capacity market per come è stato definito completa la propria missione nel 2028”. Ci sarà un’ultima asta dopo la prima del Macse, in cui si terrà conto degli esiti e il contributo che darà il Macse, e successivamente verrà valutata l’eventualità di dotarsi di un altro strumento di capacity o di modificare quello attuale.
“Al momento crediamo ci sia bisogno di una visione olistica complessiva e che il capacity market necessiti una riflessione ora che abbiamo altri strumenti a termine”.
Mase: decentralizzazione e premialità domestiche
Boschi ha invece portato il punto di vista del ministero su temi legati alla decentralizzazione per quanto riguarda l’ampio spettro delle rinnovabili (aree idonee, Fer X, Macse), e sulla possibilità di inserire premialità per chi utilizza componenti prodotte nell’Unione europea nelle prossime procedure Fer X e Macse.
Il capo dipartimento energia del Mase ha detto che, ad oggi, il tema è come gestire il Fer X transitorio dato che “alcune regioni hanno dichiarato di non essere pronte immediatamente nel gestire le procedure autorizzative”. In merito, ha invitato le regioni a prendersi le proprie responsabilità dato che il ministero non ha sufficienti risorse operative per fare tutto.
“Accentrare tutto diciamo richiederebbe di spostare risorse dall’amministrazione locale all’amministrazione centrale ma non possiamo chiedere all’amministrazione centrale di fare un’attività in modo strutturale e continuativo senza che abbia le risorse adeguate in termini numerici”, ha dichiarato Boschi.
“Non sono personalmente favorevole alla decentralizzazione in tema di energia. Credo che non dovrebbe essere una tematica regionalizzata ma bisogna fare i conti con la realtà: o si cambia la normativa e si ri-centralizza la gestione dell’energia o le regioni su questo tema, sul tema delle aree idonee, su tutte le varie tematiche hanno le loro responsabilità e devono assumersele”, ha concluso.
Componenti made in Europe
In merito alla possibilità di introdurre premialità per chi utilizza componenti europee, Boschi ha detto “certamente non in queste procedure” ma ha aperto alla possibilità che avvenga in futuro.
Le società che producono inverter in Europa, per esempio, si stanno mobilitando in tale senso.
“Introdurre delle modifiche in tal senso richiede di passare dal via libera della Commissione (europea, ndr). Ha una logica prevedere di introdurre delle premialità per componenti europee, ma non è una cosa banale anche perché al momento le valutazioni che vengono fatte a livello comunitario per le rinnovabili sono in termini di penalità per la provenienza con predominanza da un Paese estero, quindi sopra il 60%”.
Boschi ha chiarito che bisognerebbe in primo luogo passare da un approccio di penalità a uno di premialità e in secondo luogo fare un accertamento con la DG Comp (Direzione generale per la Concorrenza) sulla possibilità di introdurre queste modifiche. “È qualcosa su cui stiamo ragionando per il testo definitivo del Fer X per le rinnovabili. Dopodiché avremo modo di valutare interventi sul Macse”, ha detto.
Di una spesa incrementale dovuta all’introduzione delle premialità, ha detto Boschi, bisognerà tenerne conto e limitarla con un adeguato disegno di meccanismo incentivante.
Le società che producono inverter in Europa, per esempio, si stanno mobilitando in tale senso.
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