Intervista a Senec, storage e moduli europei: prezzi e strategie

Share

Presso lo stand della società al Key 2025, pv magazine Italia ha intervistato Vito Zongoli, managing director di Senec Italia, che ha spiegato l’attualità dell’azienda tedesca nel nostro Paese e del relativo settore: “Siamo presenti in Italia da circa cinque anni e inizialmente ci siamo concentrati sul residenziale con impianti di piccole dimensioni. Solo nell’ultimo anno ci siamo dedicati al settore commerciale e industriale (C&I), riuscendo a realizzare impianti da diversi megawatt in tempi molto brevi”.

Moduli europei e prezzi

“La misura Transizione 5.0 ha portato i moduli europei ad essere venduti a prezzi più alti. Oggi si riesce a trovare un modulo europeo intorno ai 20-22 centesimi al watt, a differenza di quelli asiatici che si collocano in una fascia di prezzo intorno a 10-12 centesimi per watt”, spiega il managing director di Senec.

Da qui la riflessione che la specifica misura andrebbe anche a supporto della fabbrica Enel X di Catania, pensata per produrre su larga scala, ma costretta a mantenere prezzi più elevati per finanziare i costi operativi. Si ipotizza che i moduli prodotti in Sicilia non potranno scendere al di sotto dei 22 centesimi al watt.

E’ uno scenario che mostra il bisogno di misure politiche e normative sostenibili, che incentivino realmente la produzione europea senza gravare sui consumatori e rendano il mercato più equilibrato. “La Transizione 5.0, così come l’imminente Conto Termico 3.0, rappresentano importanti opportunità per le aziende italiane che decidono di installare fotovoltaico, ma le regole operative complesse hanno rallentato l’adozione su larga scala”,  sostiene Zongoli, facendo notare che molte aziende continuano a optare per moduli asiatici meno costosi, anche se meno incentivati.

Storage residenziale e C&I

Uno dei trend principali che sottolinea Zongoli è il crescente interesse verso lo storage, soprattutto a livello residenziale. “La combo fotovoltaico-accumulo è ormai diventata uno standard, un’integrazione quasi obbligata per massimizzare l’autoconsumo e garantire maggiore indipendenza energetica”.

Il managing director ha spiegato che per sistemi di accumulo domestici con una capacità di circa 10 kWh, il prezzo medio oscilla tra 2.500 e 6.000 euro, con una netta variazione basata sulla qualità e sul produttore. Le soluzioni low-cost si attestano sui 250-300 euro per kWh e quelle premium possono arrivare fino a 600 euro per kWh, con i produttori consolidati che mantengono prezzi medi intorno a 400-450 euro per kWh.

“La qualità e il supporto tecnico dei prodotti premium spesso giustificano la differenza di prezzo. Ad esempio, aziende consolidate sul mercato offrono batterie performanti insieme ad assistenza tecnica dedicata, un elemento critico per installatori e utenti finali”.

Zongoli spiega che lo storage industriale, invece, incontra ancora la barriera dei costi elevati, ma l’interesse sta pian piano crescendo. “Il comparto industriale sta iniziando a mostrare un maggiore interesse per lo storage, seppur con alcune riserve. I prezzi delle batterie destinate al settore C&I oscillano tra 20.000 e 50.000 euro, a seconda della capacità e delle specifiche tecniche”.

La domanda di accumulo industriale si sviluppa maggiormente in settori con consumi energetici costanti, come industrie agroalimentari o aziende dotate di sistemi frigoriferi. “Al contrario, aziende che concentrano il loro consumo energetico prevalentemente di giorno trovano meno urgenza nell’adottare soluzioni di accumulo, dato che la produzione fotovoltaica copre naturalmente la loro domanda energetica”.

La strategia dei PPA

Zongoli sottolinea che, negli ultimi anni, oltre 30.000 aziende agricole in Italia hanno presentato domanda per il Bando Agrisolare. “Tuttavia, più del 90% di queste imprese ha finito per rinunciare ai benefici previsti, frenata da regole tecniche complesse, procedure di rendicontazione complicate e tempi burocratici troppo stretti”.

Molte delle aziende coinvolte hanno inizialmente mostrato interesse per le opportunità offerte dal programma e completato i primi passaggi dell’iter di adesione, ma si sono trovate in difficoltà al momento di affrontare gli obblighi amministrativi e finanziari richiesti. Ecco ciò che racconta Zongoli, aggiungendo che spesso si trattava di imprese che, ignare dei costi anticipati necessari, non disponevano della liquidità per investire negli impianti.

Questo quadro ha creato una frattura tra le potenzialità offerte dal bando e la reale capacità delle aziende di coinvolgersi nel processo.

Ad oggi, queste realtà rappresentano un segmento di mercato strategico per aziende in grado di offrire i PPA. “Questa soluzione sta riscontrando un crescente interesse, poiché elimina le barriere economiche per molte aziende agricole”, spiega la direzione di Senec. Tuttavia, il modello richiede enormi investimenti iniziali, rendendo necessario un approccio altamente capital intensive. Nonostante ciò, Senec sta già lavorando su una pipeline significativa di progetti in PPA, con specifici obiettivi.

“Nel 2025 puntiamo a raggiungere almeno 20 MW in Power Purchase Agreement (PPA). Tuttavia, il collo di bottiglia è spesso rappresentato dalla burocrazia, che rallenta notevolmente i processi, anche per lavori relativamente semplici, come la costruzione di un impianto su un capannone”. Zongoli ha dichiarato che è necessario attendere 60 giorni per il parere dei vigili del fuoco, 30 giorni per il permesso comunale e 45 giorni per la richiesta di connessione a Enel. “Si tratta di tempistiche assolutamente ingiustificate, che spesso rallentano la pipeline e la realizzazione dei progetti”.

I 20 MW che sta installando Senec coprono una clientela molto varia, incluse aziende di componentistica industriale, aziende agricole e imprese alimentari. “La nostra taglia minima per i PPA è di circa 500 kW e i nostri clienti sono aziende molto energivore. Proprio ora stiamo lavorando, ad esempio, per un’azienda che spende circa 8 milioni di euro all’anno in bollette elettriche”.

In tema di mercato e modelli di vendita, Senec ha scelto di avere un rapporto diretto con gli installatori e di non avvalersi di distributori. “Offriamo assistenza tecnica in modo diretto, senza passare dalla distribuzione, un approccio che garantisce un supporto immediato e personalizzato, elemento cruciale per installatori e aziende che operano su grandi volumi”.

 

 

 

I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.

Popular content

Aree idonee, agrivoltaico e differenze regionali
28 Marzo 2025 Nonostante la recente pubblicazione del Decreto Aree Idonee, persistono differenze regionali sull’agrivoltaico che potrebbero finire col creare squili...