Parapet si sta espandendo sul mercato italiano, seguendo i suoi clienti tradizionali che si stanno allargando a loro volta nel Bel Paese e hanno bisogno di un EPC, dato che la maggior parte degli EPC attivi in Italia sono già occupati con pipeline importanti. Lo dice la stessa società rumena a pv magazine Italia.
“Dato l’aumento delle taglie degli impianti, per stare al passo con il mercato, ci stiamo estendendo sempre di più, anche sul mercato italiano”, ha detto Paul Moldovan, direttore operativo della società con uffici a Cluj-Napoca e Norimberga.
Parapet ha, al momento, una pipeline di 250 MW di progetti in Italia, compresi i progetti in fase di gara o quelli in attesa della firma del contratto. Non ha ancora progetti in costruzione.
“Ci aspettiamo poi una crescita annua del 60-70% per i prossimi due anni in Italia”, ha detto Lucio Copernico, country manager di Parapet per l’Italia, sottolineando che, dal momento della firma, sono necessari circa sei mesi prima dell’inizio delle attività di costruzione.
Nel 2023 la società non aveva invece progetti in Italia, concentrandosi sul suo mercato tradizionale, quello tedesco. Aveva però già lavorato a progetti in Italia, come installatore e non come EPC. Il suo primo progetto in Italia risale al 2015.
Il cliente tipo di Parapet è ora un IPP che opera nel settore delle rinnovabili o un fondo di investimento infrastrutturale.
La società rumena ha poi oltre 460 MW di progetti in costruzione in altri Paesi europei. Questi progetti, dice Moldovan, dovrebbero essere conclusi entro metà 2026.
Progetti ibridi fotovoltaici-eolici
La Romania è uno di questi Paesi in cui i progetti eolici-fotovoltaici sono in crescita. Nel 2023 Parapet ha realizzato il primo progetto ibrido di energia rinnovabile della Romania, che combina 2.652 pannelli fotovoltaici installati vicino a tre turbine eoliche nei pressi del delta del Danubio. Con una capacità installata totale di 7,5 MW, l’impianto ibrido genera circa 24 GWh di elettricità all’anno.
Quest’anno Parapet, in qualità di appaltatore EPC, sta potenziando l’investimento con un sistema di accumulo da 2 MW, in grado di scaricare l’energia entro un’ora.
“L’obiettivo primario dell’integrazione di questi tre componenti è quello di ottenere un migliore controllo della curva di produzione, garantendo una produzione energetica più regolare e stabile. Grazie all’ibridazione, la capacità installata si traduce in minori fluttuazioni nella produzione di energia, in un migliore utilizzo dei sistemi di trasmissione e distribuzione, ma anche in una maggiore stabilità della rete”, ha spiegato la società rumena.
Parapet ha realizzato poi un secondo parco ibrido (fotovoltaico, eolico, accumulo), nei pressi della sede della società stessa. “Questa centrale ibrida è destinata alla ricerca”, spiega Moldovan. La centrale ibrida è stata costruita da Parapet come appaltatore EPC per l’Istituto rumeno per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie isotopiche e molecolari.
“I dati raccolti finora dal monitoraggio dell’attività del parco forniscono preziose indicazioni sull’efficienza di ciascun impianto fotovoltaico e delle batterie installate. Ad esempio, le analisi mostrano che i sistemi fotovoltaici del tipo carport superano i sistemi fissi, ma anche quelli con tracker. L’energia immagazzinata nelle batterie copre il consumo elettrico notturno, alimentando l’illuminazione perimetrale e di sicurezza del centro di ricerca. Durante l’estate 2024, oltre il 40% del consumo energetico del centro di ricerca è stato fornito dalle fonti rinnovabili del parco. Inoltre, gli autobus elettrici della flotta dell’azienda di trasporti locale e i veicoli elettrici delle istituzioni pubbliche locali utilizzano le stazioni di ricarica del parco”.
Secondo Moldovan, la mancanza di interesse attuale in Italia è per lo più legata alla mentalità e alla mancanza di comprensione dei vantaggi connessi a progetti ibridi.
“Abbiamo visto che altri Paesi europei hanno una comprensione molto migliore dei progetti ibridi o di co-locazione. Non penso che sia un problema normativo. Credo che abbia più a che fare con l’approccio degli investitori. Siamo comunque pronti nel caso ci fosse l’interesse”, ha detto Copernico a pv magazine Italia.
A parte la mancanza di comprensione della tipologia di investimento, ci sono anche altre motivazioni. Moldovan spiega che non si tratta di questioni paesaggistiche. Si tratta piuttosto di condizioni climatiche.
“Il solare e l’eolico di per sé sono tecnologie completamente diverse. Quindi richiedono un diverso tipo di comprensione, un diverso tipo di approccio. L’Italia non offre un grande potenziale per l’eolico. E questo è uno dei motivi del ritardo. Forse vedremo però l’ibridazione con i progetti eolici offshore”, ha detto il fondatore di Parapet.
Mercato storage
Parapet vuole diventare tra i principali EPC sul mercato dello stoccaggio italiano. Anche perché il mercato italiano, così come quello tedesco e britannico, è, secondo la società rumena, uno dei mercati più interessanti.
La società, che ora ha anche un ufficio a Bergamo, sta esaminando il mercato dell’accumulo in Italia. Al momento sta partecipando a gare d’appalto per un paio di progetti di stoccaggio su larga scala.
“Agiamo solo come EPC. Ciò significa che stiamo cercando clienti che siano in fase di costruzione. In generale, considerando che la maggior parte dei progetti che sono stati presentati per le autorizzazioni edilizie sono al Sud, prevediamo che la maggior parte dei progetti pronti per la costruzione saranno in Puglia, Sicilia e forse Sardegna”.
Per quanto riguarda il mercato storage, Parapet si aspetta che firmerà la maggior parte dei contratti con gli IPP. Questo il cliente tipo nel mercato storage.
“Hanno una migliore comprensione dei flussi di cassa derivanti da un asset di accumulo rispetto a un puro investitore finanziario. La maggior parte dei progetti avrà un qualche elemento di incentivo”.
Sarebbe molto difficile ottenere altrimenti un Tasso interno di rendimento (IRR) significativo per un asset di questo genere, spiega Moldovan.
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