dall’edizione speciale di pv magazine a Key 2025
La Sardegna è stata la prima regione a legiferare sulle aree idonee per le rinnovabili, l’unica a farlo entro il termine previsto dal DM Aree Idonee. Una celerità resa possibile, a detta dalla stessa amministrazione regionale, da “un intenso lavoro svolto insieme alle amministrazioni locali e con un metodo interdisciplinare” e resa anche necessaria per “porre un termine alla sospensiva temporanea alle realizzazioni degli impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili, approvata a giugno e vigente dal 3 luglio scorso”.
“Siamo solamente stati puntuali rispetto alle tempistiche delle altre regioni”, ha detto a pv magazine Italia Francesco Spanedda, assessore agli Enti locali della Sardegna. “A fronte di quasi 60 GW di richieste di installazione presentate, da parte degli enti locali è apparsa chiaramente la preoccupazione per la tutela del territorio, delle attività turistiche e agricole preoccupate anche dalla scarsa sensibilità nei confronti delle esigenze delle comunità dimostrata da alcune aziende proponenti, provocata da progetti-fotocopia completamente decontestualizzati”.
Inoltre, sempre secondo l’assessore, sono emerse forti preoccupazioni per garantire la gestione del fine vita delle centrali, con tutte le preoccupazioni relative allo smaltimento degli impianti e al ripristino ambientale.
Da parte della giunta arrivano anche smentite rispetto alle accuse di aver messo un muro ideologico agli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili. “È giusto che ogni attività riguardante aspetti che toccano la collettività sia soggetta a regole, per trovare un punto d’incontro tra gli interessi privati e quelli delle popolazioni locali. Del resto, è ciò che avviene per ogni altra attività produttiva: è ormai accettato da tutti che la localizzazione avvenga sulla base di criteri che non sono arbitrari e non necessariamente coincidono con logiche di massimo profitto. Da lungo tempo, ormai, non si realizzano aeroporti e fabbriche nelle periferie immediate delle città, né alberghi sulle dune. Non c’è dunque alcuna moratoria, né contrarietà nei confronti delle Fer”, ha commentato Spanedda.
La giunta non ha fornito stime relative alla percentuale della superficie regionale idonea all’installazione di impianti fotovoltaici o stime su quanto potrebbe essere installato secondo le regole attuali.
Ha spiegato però le specifiche dei sette allegati alla legge in cui sono delineate le aree idonee e non idonee per tipologia e taglia. “Le aree non idonee sono aree di interesse storico e naturalistico, i cui perimetri sono fissati da norme preesistenti, e porzioni di territorio fondamentali per altre attività, come quelle necessarie allo spegnimento degli incendi, allo sviluppo di attrezzature di ricerca scientifica che richiedono un basso rumore ambientale, o con candidature come siti Unesco in fase di avanzata definizione”, ha detto Spanedda.
“La natura stessa del territorio regionale fa sì che l’estensione delle aree non idonee sia superiore a quella delle aree idonee. Ciononostante, le aree individuate sono sufficienti alla costruzione di un percorso di transizione energetica, considerando un mix in cui rientra anche l’idroelettrico che verrà meglio definito nel piano energetico regionale”, ha proseguito l’assessore.
Spanedda, inoltre, ha sostenuto che la legge potrebbe essere applicata ad altre regioni per quanto riguarda il metodo generale, più difficilmente per gli allegati che sono realizzati ad hoc in relazione al territorio sardo. “La norma è basata sul quadro normativo vigente”, ha spiegato. “Il metodo generale è applicabile a tante regioni, poiché la maggior parte delle aree non idonee deriva da vincoli imposti da norme nazionali. Ovviamente ciascuna regione dovrà indicare anche aree legate ad aspetti specifici del territorio. Potrebbero non essere replicabili gli allegati che si fondano sulla competenza primaria in urbanistica, che è un tratto distintivo della nostra regione a statuto speciale”.
Una legge che, in ogni caso, non è ancora giunta alla sua versione definitiva. La giunta ha infatti aperto alla probabilità di futuri interventi di assestamento, ma senza specificare in quale direzione. “Le leggi di questa natura e complessità possono avere necessità di un periodo di rodaggio. Il problema non è ampliare o restringere in maniera ideologica, ma assicurare un equilibrato sviluppo del territorio che tenga conto anche della transizione energetica”, ha detto Spanedda.
In Sardegna il clima sulle rinnovabili è ormai teso da diversi mesi. L’entrata in vigore della legge, tuttavia, non ha avuto impatti estensivi rilevanti. “Ha semplicemente fornito alle amministrazioni e ai privati uno strumento per valutare i progetti”.
Alcuni provvedimenti contenuti nella legge, come gli incentivi per le rinnovabili, sono ancora in fase di definizione e verranno pubblicati in questi mesi. “Tra questi sono prioritari i provvedimenti da emanare entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge, che riguardano le procedure d’intesa per la realizzazione di impianti proposti dalle amministrazioni comunali, nonché la pubblicazione del geo-database. I bandi per gli incentivi possono essere pubblicati dopo l’approvazione della legge finanziaria”, ha detto Spanedda.
“Per continuare una pianificazione attenta al territorio e con un occhio di riguardo alla transizione sarà fondamentale procedere con l’attuazione delle azioni previste dalla legge n. 20/2024: l’erogazione dei contributi per permettere l’installazione delle rinnovabili da parte dei privati e le delibere attuative, in particolare quella relativa al dibattito pubblico per realizzare interventi a favore delle esigenze delle comunità”.
Infine, in merito alle ipotesi di una campagna mediatica contro l’amministrazione Todde, l’assessore ha dichiarato che “è giusto ci sia dibattito su un tema così importante, in questo caso è stato molto appassionato e talvolta ha raggiunto toni drammatici. La stessa discussione della legge in consiglio regionale ha visto da un lato i comitati spontanei dimostrare la loro contrarietà alla speculazione energetica in maniera decisa e plateale, attraverso l’occupazione dello spazio attorno all’edificio del consiglio e il rifiuto a lasciare l’aula, e dall’altra alcune aziende hanno inviato lettere in cui diffidavano il consiglio regionale a votare il provvedimento. Un’interferenza irrituale con l’attività istituzionale di un’assemblea legislativa”.
Aggiornamenti dopo Key
Dalla chiusura dell’articolo pubblicato nel numero speciale di Key, avvenuta a fine gennaio, non sono mancate le novità per quanto riguarda le aree idonee in Sardegna.
A fine gennaio il governo ha deliberato di impugnare la norma sarda sulle aree idonee perché si porrebbe in contrasto con la normativa statale, quella europea e con la Costituzione. La Corte costituzionale non si è ancora espressa in merito, ma nel frattempo ha dichiarato illegittima la già decaduta moratoria.
La Sardegna, intanto, procede per la propria strada e nella convinzione della bontà delle proprie scelte. Tra febbraio e marzo si è opposta a tre decreti del ministero che hanno rilasciato compatibilità ambientale positiva per altrettanti progetti agrivoltaici in aree ritenute non idonee dalla legge regionale.
Infine, la settimana scorsa, la giunta ha approvato e pubblicato le linee guida per definire le modalità secondo cui i comuni possono chiedere la deroga alla costruzione di un impianto all’interno di un’area individuata come non idonea dalla legge regionale.
I presenti contenuti sono tutelati da diritti d’autore e non possono essere riutilizzati. Se desideri collaborare con noi e riutilizzare alcuni dei nostri contenuti, contatta: editors@nullpv-magazine.com.
Inviando questo modulo consenti a pv magazine di usare i tuoi dati allo scopo di pubblicare il tuo commento.
I tuoi dati personali saranno comunicati o altrimenti trasmessi a terzi al fine di filtrare gli spam o se ciò è necessario per la manutenzione tecnica del sito. Qualsiasi altro trasferimento a terzi non avrà luogo a meno che non sia giustificato sulla base delle norme di protezione dei dati vigenti o se pv magazine ha l’obbligo legale di effettuarlo.
Hai la possibilità di revocare questo consenso in qualsiasi momento con effetto futuro, nel qual caso i tuoi dati personali saranno cancellati immediatamente. Altrimenti, i tuoi dati saranno cancellati quando pv magazine ha elaborato la tua richiesta o se lo scopo della conservazione dei dati è stato raggiunto.
Ulteriori informazioni sulla privacy dei dati personali sono disponibili nella nostra Politica di protezione dei dati personali.