Aree idonee, il PAI è la bussola digitale del fotovoltaico in Italia

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dall’edizione speciale di pv magazine a Key 2025

La Piattaforma aree idonee (PAI) è lo strumento digitale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) che il GSE ha sviluppato per supportare le regioni e le province autonome nel processo di individuazione delle aree idonee e nelle attività di monitoraggio ad esso connesse.

“Questo strumento, nato per dare maggiore impulso alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili, è costantemente alimentato con dati condivisi, oltre che dal GSE, da ministeri, Agenzia del Demanio, Ispra, Terna, operatori di rete, dalle regioni e le province autonome. A questi ultimi due enti viene garantito l’accesso in maniera centralizzata a tutte le informazioni che caratterizzano il proprio territorio di competenza. Al contempo, la piattaforma permette al Mase di seguire in maniera dettagliata lo sviluppo dei distretti energetici del Paese”, ha spiegato a pv magazine Italia Arrigoni.

Il presidente del GSE ha parlato dei meccanismi di incentivazione dedicati allo sviluppo delle rinnovabili già varati, come il D.M. CER per l’autoconsumo diffuso e l’Energy Release, o in via di approvazione, come i bandi previsti dai decreti Fer X e Fer 2, la cui prima procedura di assegnazione di incentivi dedicata a impianti a biogas e biomasse innovativi era ancora aperta al momento della chiusura di questa rivista. “Questi meccanismi, in modo cumulativo, sono potenzialmente in grado di garantire circa 85 GW di nuova potenza rinnovabile al 2030, un contingente più che sufficiente per consentire all’Italia di rispettare gli impegni presi in ambito europeo con il Pniec”.

Arrigoni ha precisato che, al fine di permettere il raggiungimento di questi obiettivi, è tuttavia necessario assicurare agli investitori, ai gestori delle reti e agli amministratori locali una chiara indicazione su come e dove operare.
“La definizione delle aree idonee, e la PAI che ne supporta e monitora l’efficacia, permettono di rispondere a questi requisiti, garantendo inoltre ai cittadini una corretta informazione sull’identificazione delle aree riservate allo sviluppo delle rinnovabili, contribuendo a superare la sindrome di Nimby”, ha aggiunto. Il termine è l’acronimo inglese di Not in my back yard (non nel mio cortile) e indica un fenomeno di resistenza e di protesta contro opere di interesse pubblico che si teme possano avere effetti negativi sul territorio in cui vengono costruite.

“Come previsto dal decreto ministeriale 320 del 17 settembre 2024, la piattaforma è operativa dallo scorso 16 dicembre ed è accessibile, tramite l’area clienti del GSE, ai soggetti appartenenti a regioni e province autonome e al Mase”, ha dichiarato il presidente del GSE.
Entro la metà di aprile 2025 il sistema sarà disponibile anche per i comuni italiani che, come già accaduto con la Piattaforma unica nazionale (PUN) delle infrastrutture di ricarica elettrica, potranno usufruire di un nuovo strumento utile per la pianificazione degli interventi urbanistici.

“Con la PAI, regioni e province autonome hanno la possibilità di conoscere ed elaborare i dati fondamentali che caratterizzano i propri territori. Tramite la piattaforma è possibile consultare i dati sulle infrastrutture energetiche esistenti, gli impianti già autorizzati e quelli in corso di autorizzazione”, ha precisato Arrigoni. Inoltre, grazie alle integrazioni con le banche dati di enti e operatori, è possibile accedere a informazioni peculiari come quelle riguardanti la qualificazione del territorio, i consumi, la classificazione dei terreni agricoli con la stima del potenziale, la classificazione delle superfici e delle aree e le caratteristiche geoclimatiche.

“Le informazioni relative a tutte le regioni e provincie autonome sono messe a disposizione del Mase che, oltre a monitorare il potenziale energetico di ogni singola zona e la sua evoluzione, può accedere in tempo reale alle informazioni necessarie per l’elaborazione di strategie energetiche sempre più coerenti con le esigenze e per lo sviluppo dei sistemi produttivi dei singoli distretti”, ha aggiunto Arrigoni.

“Il GSE, facilitatore e abilitatore della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile del Paese, oltre a promuovere e favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile, sta sempre più assumendo il ruolo di hub informativo della strategia energetica del Paese”, ha affermato il suo presidente. “La realizzazione della PAI segue quella di altri servizi digitali come la Mappa Interattiva delle Cabine Primarie, utile per la progettazione delle comunità energetiche, la PUN, la Piattaforma di Monitoraggio del Pniec e presto sarà affiancata dallo Sportello unico energie rinnovabili (Suer)”. Quest’ultimo è un nuovo strumento che, attraverso la digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, consentirà di semplificare e uniformare l’invio e il monitoraggio delle istanze autorizzative da parte degli operatori e supporterà gli enti nel procedimento di autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti a fonti rinnovabili.

Arrigoni ha chiarito che tutti questi servizi digitali sono sviluppati centralizzando e standardizzando i dati di centinaia di attori differenti, con l’obiettivo di semplificare l’accesso a informazioni fondamentali per la pianificazione, la realizzazione, la gestione e il monitoraggio delle politiche energetiche e ambientali dell’Italia e permettere a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni un rapido accesso agli elementi di interesse.

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