Aree idonee, Anie Rinnovabili: “Un decreto non efficace”

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dall’edizione speciale di pv magazine a Key 2025

“Il settore fotovoltaico in Italia giocherà un ruolo essenziale per la transizione energetica; il target del Pniec prevede, in aggiunta a quelli cumulati al 2024, ulteriori 60 GW entro il 2030. Con riferimento a questi ultimi, il fotovoltaico contribuirà con il 75% di nuova potenza”. Così ha esordito Michelangelo Lafronza, segretario Anie Rinnovabili, durante l’intervista a pv magazine Italia, aggiungendo però una nota amara. “Non sono molto confortanti le decisioni del Governo che hanno portato a revisionare nel 2024 il quadro normativo con i decreti D.L3 Superbonus D.L. Agricoltura, D.M. Aree Idonee, D.L. Testo unico FER e D.L. Ambiente”.

Anie Rinnovabili auspica un maggior dialogo con le istituzioni in fase di elaborazione della strategia e dei meccanismi che devono regolare il settore delle fonti rinnovabili elettriche. “Sarebbe necessaria la costituzione di un tavolo permanente tra istituzioni ed associazioni di settore”.

La frenata del residenziale

“C’è molta incertezza sui risultati che il fotovoltaico potrà conseguire nel 2025”. Al momento Anie Rinnovabili rileva, rispetto al 2024, un arretramento del segmento residenziale, mentre quello commerciale e industriale è in crescita, seppur a un ritmo più lento. Sono in crescita anche gli impianti di grande taglia. Lafronza spiega che nel segmento residenziale è evidente la fine dell’effetto Superbonus, aggiungendo che bisognerà capire quanto il meccanismo di supporto all’autoconsumo diffuso potrà compensare, con l’auspicio che si possa ripensare alla cessione del credito con un’aliquota detraibile al 50%.
“Il segmento commerciale ed industriale è molto sensibile all’andamento dei prezzi dell’energia elettrica e intravediamo una crescita più dettata da questo fondamentale che dai benefici derivanti dalle Comunità energetiche rinnovabili, da Industria 5.0 e, da ultimo, dall’Energy Release. Infine, per il segmento degli impianti di grande taglia già autorizzati le tempistiche di realizzazione e connessione alla rete saranno gli ostacoli maggiori”, ha dichiarato il segratario dell’associazione.
Anie stima che nel 2025 le rinnovabili possano eguagliare il risultato conseguito nel 2024 pari a 7,3 GW e fa una riflessione sull’Italia, comunque lontana dai 10 GW/anno da installare nei prossimi 6 anni.

Riflessioni sul Decreto Aree Idonee

“Rispetto alle recenti normative sulle aree idonee c’è forte preoccupazione. Abbiamo chiesto al Governo di impugnare le due leggi della Regione Sardegna (n.5/2024 e n. 20/2024) in materia di aree idonee perché sarebbe un precedente pericoloso per il sistema Italia”. Il segretario di Anie Rinnovabili sottolinea che la criticità è insita nello stesso Decreto Aree Idonee, perché non conferma i criteri di individuazione delle aree definiti al comma 8, art. 20 del D.Lgs. 199/2021, ma dà alle regioni la possibilità di individuare a proprio piacimento nuovi criteri, dimenticandosi che il D.Lgs. 199/2021 è una norma di rango superiore al Decreto Aree Idonee. “L’ordinanza del Consiglio di Stato va proprio in questa direzione perché ha disposto la sospensione cautelativa, in attesa del giudizio di merito del TAR sul Decreto Aree Idonee. L’associazione è fiduciosa che il percorso giudiziale possa terminare con un parere favorevole allo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili”, ha detto Lafronza.

Inoltre, afferma Lafronza, si sta diffondendo sempre più il convincimento che solo nelle aree idonee si possano realizzare gli impianti a energie rinnovabili mentre nella pratica ciò è possibile anche nelle aree non idonee attraverso un procedimento autorizzativo più articolato. “La difficoltà maggiore è l’incertezza che si è generata con il Decreto Aree Idonee”. Il pensiero va alle difficoltà che le aziende stanno affrontando per gli investimenti in corso, che potrebbero rilevarsi fallimentari. “Gli operatori di mercato non sanno più quali saranno le aree idonee proprio perché le regioni possono individuare propri criteri diversi da quelli del decreto. Ricordiamo che quest’ultimo doveva essere emanato a giugno 2022, ma solo a giugno 2024 è entrato in vigore. Nel frattempo, il mercato si è attenuto ai criteri del D.Lgs. 199/2021, ipotizzando che il decreto li confermasse al più con l’aggiunta di altri criteri”.

Politiche non sempre coerenti

Anie Rinnovabili ritiene che serva una pausa di riflessione in materia di iter autorizzativi. I recenti decreti, D.L. Testo Unico FER e il D.L. Ambiente, hanno modificato e non di poco, il quadro normativo. “C’è bisogno di un assestamento, ma alcune disposizioni in essi contenute hanno revisionato il quadro normativo in direzione opposta a quella auspicata in vista di una maggiore indipendenza energetica chiesta dall’Europa per affrancarsi dall’utilizzo del gas russo”, ha detto Lafronza con chiaro rammarico.

“Se da un lato l’associazione sostiene la sospensione di ulteriori interventi di semplificazione, ad eccezione di alcuni correttivi da apportare ai due decreti, dall’altro reclama a gran voce il rispetto delle tempistiche di legge degli iter autorizzativi, perché qualsiasi modifica sino ad oggi apportata è sempre soggetta a ritardi del rilascio dei pareri. Su questo specifico aspetto c’è molto da lavorare”, ha affermato Lafronza.

Le recenti politiche italiane, secondo Anie Rinnovabili, non sono del tutto allineate al raggiungimento degli obiettivi a causa del quadro incerto in materia di aree idonee e di iter autorizzativi peggiorati. Questi sono in subordine ad altri interessi pubblici prevalenti in presenza di effetti negativi significativi sull’ambiente, sulla tutela della biodiversità, sul paesaggio, sul patrimonio culturale e sul settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali.

“Sostanzialmente, basta uno di questi pareri negativi per la bocciatura di un progetto. Inoltre, l’utilizzo del suolo agricolo è stato bloccato dal D.L. Agricoltura, mentre i meccanismi di supporto possono essere revisionati completamente – si pensi all’abolizione della cessione del credito per gli impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo residenziali – esaminati in ritardo, come nel caso del D.M. Fer X o D.M. Macse, oppure talmente articolati che stentano a decollare, ricordiamo il D.M. Autoconsumo diffuso o D.M. Industria 5.0”.

L’opportunità dell’agrivoltaico

Per Anie Rinnovabili, in linea generale, l’agrivoltaico in tutte le sue configurazioni può essere una buona soluzione su qualsiasi superficie agricola, a condizione che si preservi la continuità dell’attività produttiva agricola e/o pastorale mediante l’adozione di un approccio di co-progettazione che massimizzi entrambe le produzioni. “L’agrivoltaico rappresenta anche un’opportunità per il settore agricolo di innovare le proprie prassi attraverso l’utilizzo delle infrastrutture di cui è dotato un impianto fotovoltaico. Non solo autoconsumo di elettricità, ma anche miglioramenti fondiari quali impianti arborei, sistemazioni idrauliche, impianti irrigui, sistemi di raccolta dell’acqua innovativi per un’agricoltura di precisione, monitoraggi idrici, dell’esposizione solare e dell’ombreggiamento a cui sono sottoposte le colture, delle condizioni meteo climatiche e dei sedimi mediante la digitalizzazione di questi dati”.

Michelangelo Lafronza, segretario Anie Rinnovabili

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