In aumento l’interesse della finanza per il fotovoltaico italiano, dice Parola

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Lo scetticismo nei confronti delle rinnovabili e della transizione energetica registrato dalla politica e dalla finanza negli Stati Uniti non è al momento in grado di influenzare direttamente gli sforzi europei e soprattutto italiani nel mondo del fotovoltaico. Questo per discorsi finanziari, prettamente economici. Lo dice l’avvocato Lorenzo Parola a pv magazine Italia, spiegando che il mondo della finanza è particolarmente interessato al mercato italiano.

Una prova: nei prossimi mesi, le operazioni di M&A aumenteranno di valore. Questo per tre fattori.

“Il primo fattore è perché così sono i cicli di mercato. L’abbiamo già visto ai tempi, se vogliamo, del conto energia, no? C’è il momento in cui lavorano i developer, c’è il momento in cui c’è un’aggregazione delle pipeline di development. Dopodiché le pipeline diventano progetti e a quel punto nasce un’aggregazione di progetti”, ha detto Parola.

Il secondo motivo è legato al fatto che tanti progetti non sono solo più progetti ready-to-build, ma sono progetti che stanno arrivando all’operation.

“Quando si vedono gli impianti in operation il mercato diventa più appetibili per i fondi internazionali”, ha detto Parola, sottolineando come l’attenzione al KEY di Rimini di marzo 2025 è stata sui venditori di tecnologia e servizi.

Il terzo motivo è un humus normativo più favorevole rispetto a pochi mesi fa.

Per esempio, la delibera di Arera 128/2025 sulla mancata produzione è per Parola molto rilevante perché risolve una asimmetria regolatoria,

“Crea anche un maggiore level playing field per quello che riguarda il dispacciamento merchant degli impianti. Si ricordi che il FerX copre di default dal rischio di curtailment tecnico. Questa delibera avrà in generale un impatto molto positivo sul mercato, specialmente nel contesto dell’Energy Release, perché si sta un po’ realizzando quello che avevo previsto qualche mese fa e cioè che l’Energy Release sta diventando un catalizzatore di PPA”, ha detto Parola.

L’avvocato si aspetta che, a fronte di una appropriata comunicazione della delibera di Arera e grazie anche al Tide, il mercato fotovoltaico italiano diventerà ancora più appetibile agli occhi degli investitori internazionali. Rimangono comunque delle complessità.

“Dalla delibera di Arera deriva un change in law che crea un beneficio, quindi per esempio una delle cose che sarà richiesta sarà quella di andare a vedere come sono stati negoziati i PPA. Metto sempre molta enfasi nella negoziazione delle clausole di change in law, perché un contratto che dura 10 anni è quasi più una partnership rispetto a un contratto commerciale: non è volatile solo il prezzo dell’energia, è volatile anche il contesto regolatorio”, ha detto Parola, spiegando che la delibera di Arera costituirà un banco di prova per vedere se le clausole di change in law sono scritte bene, cioè se realizzano una condivisione adeguata di rischi e benefici tra l’offtaker e il produttore.

L’Energy Release rimane uno strumento fondamentale, soprattutto a livello finanziario, anche perché è uno strumento che è riuscito a risolvere due problemi contemporaneamente: i prezzi dell’energia e le esigenze di decarbonizzazione. Parola si auspica che lo schema dell’Energy Release possa essere replicato in altri contesti, per esempio per la produzione di biometatno.

“Le banche finanziatrici stanno guardando con grande interesse agli impianti dedicati alla restituzione delle Energy Release, perché si sono resi conto che è un’opportunità importante e bancabile; queste tessere normative costituiscono un mosaico molto interessante per le banche”.

Secondo Parola è ancora troppo presto per capire se il cambiamento delle politiche delle banche americane contagerà anche quelle europee.

“Sicuramente il fotovoltaico ha una dimensione economica in Italia, nel senso che l’energia emessa nella rete da dagli impianti fotovoltaici è l’energia meno costosa. È chiaro che il fotovoltaico apporta un grande beneficio al sistema anche in termini di LCOE inferiore rispetto a molte altre fonti. Però è anche vero che ha dei costi collaterali in termini di sistema e di rete. Come questi si risolveranno in futuro è ancora un po’ un punto interrogativo”.

Tra le opzioni Parola menziona interconnessioni, BESS e impianti nucleari di piccola taglia.

L’avvocato poi menziona una serie di altri sviluppi interessanti, anche la riapertura del bando agrivoltaico PNRR. Secondo Parola, è possibile far domanda entro il 30 giugno per poi avere il progetto pronto in un anno e mezzo.

“Sicuramente sono dei tempi sfidanti, ma sono dei tempi secondo me fattibili, anche perché sulla parte attuativa il GSE ha dimostrato di essere molto tempestivo e diligente. Devo dire che anche la prima esperienza è stata comunque un’esperienza di successo a mio modo di vedere”, ha detto Parola.

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