La Regione Lombardia vuole installare 12 GW da oggi al 2030, per evitare che l’introduzione del prezzo zonale diminuisca la capacità produttiva della regione in confronto ad altre regioni italiane.
“Parliamo di una superficie totale intorno ai 20.000 ettari, una misura che ci permette di tutelare anche i territori che hanno una vocazione agricola”, ha detto Massimo Sertori, assessore della regione Lombardia con la delega all’Energia, durante una conferenza stampa oggi al palazzo della Regione.
Secondo Sertori, la priorità sarà data a progetti in area industriale, ma questo solo per un totale di 12 GW. Il tetto di 12 GW di potenza aggiuntiva considera però tutte le installazioni, anche quelle su tetto.
Di questi 12 GW, la Regione Lombardia stima che il 40% sarà fotovoltaico e il 60% agrivoltaico. La definizione lombarda di agrivoltaico riprenderà quella nazionale, dice Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura.
Il DG guidato da Beduschi provvederà a pubblicare un regolamento per definire quali colture e modalità di agrivoltaico saranno ammesse. Beduschi ha suggerito che il mais non sarà compatibile con l’agrivoltaico.
“Quando arriviamo ai 12 GW le fasce con autorizzazioni semplificate vengono inibite anche loro alla costruzione di nuovi impianti fotovoltaici. A quel punto anche in queste zone saranno possibili solo impianti agrivoltaici, ma non con procedura semplificata, solo con procedura ordinaria”, ha detto Sertori.
Il tetto massimo è solo regionale, ma la delibera prevede anche limiti provinciali, che prendono in considerazione i fabbisogni locali. Questi massimali provinciali però non sono vincolanti.
Il testo approvato oggi in Giunta prevede “due commi che fanno anche richiamo ai comuni”. Il primo indica che, superati dei tetti massimi di area utilizzata, parte un’interlocuzione con i comuni su cui insiste l’installazione. Anche in questo caso, la volontà dei comuni non sarà però vincolante nel caso l’interlocuzione non porti a un accordo entro 50 giorni.
Il secondo comma prevede che ogni comune non possa installare più del 10% della potenza installata aggiuntiva della provincia in cui si trova.
“Dobbiamo stare molto attenti per evitare che la legge venga impugnata”, ha detto Sertori a una domanda di pv magazine Italia, spiegando la decisione della regione di limitare i poteri di comuni e province.
Questo il contenuto della delibera licenziata che costituirà la Proposta di legge (PDL) Aree Idonee lombarda.
“Per la pubblicazione la proposta di legge è passata oggi in Giunta. Ci sono ora i tempi tecnici di pubblicazione”, ha detto Sertori in risposta alla domanda di un operatore.
L’assessore ha poi riportato di un’interlocuzione con il governo centrale. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin, riporta Sertori, è d’accordo sulla proposta della Regione Lombardia di non conteggiare il fabbisogno energetico dei data center sul territorio regionale solo come lombardo, ma di dividerlo virtualmente e spalmarlo su altre regioni.
“Il 63% dei data center sono in Lombardia, soprattutto a Milano. Le richieste di data center arriverebbero a una potenza installata di 14-17 GW”, ha detto Sertori, aggiungendo che considerando i consumi dei data center solo nella zona della Lombardia, il prezzo zonale locale esploderebbe.
Il punto del provvedimento è proprio di far diminuire i prezzi dell’energia nella regione. Allo stesso tempo verranno considerate anche le esigenze dell’agricoltura locale, potenzialmente limitando gli interventi nelle province di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova.
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