Nell’ambito del piano Transizione 5.0, “al 16 aprile scorso erano state prenotate risorse per 678 milioni, il pieno utilizzo delle risorse allocate appare al momento difficile da conseguire”. A riportarlo è Andrea Brandolini, vicecapo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, in audizione oggi alle Commissione Bilancio riunite di Camera e Senato sul Documento di finanza pubblica 2025.
Nella memoria si legge che all’utilizzo inferiore alle attese, stando alle analisi dell’istituto, hanno inizialmente contribuito il ritardo nella definizione delle regole per la fruizione degli incentivi e alcune complessità procedurali. Nell’anno in corso, invece, il ricorso all’agevolazione potrà risentire dell’incertezza indotta dalle politiche commerciali statunitensi.
Per quanto riguarda il Dispositivo di ripresa e resilienza (DRR), fulcro del Pnrr, nel 2020-24 sono state effettuate spese per 64 miliardi, di cui quasi il 60% a valere sulle sovvenzioni. Circa 33 miliardi sono riconducibili a trasferimenti in conto capitale (principalmente crediti d’imposta legati a Transizione 4.0 e all’Ecobonus per l’efficienza energetica), caratterizzati da tempi di attuazione più rapidi rispetto alle opere pubbliche.
Secondo i dati della sesta Relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, al 31 dicembre 2024 l’utilizzo delle risorse dichiarato dalle Amministrazioni titolari di interventi Pnrr ammontava a 63,9 miliardi, pari a circa un terzo della dotazione totale del Piano.
L’ammontare delle risorse del Pnrr utilizzato finora riflette “sia alcune difficoltà nell’avvio degli investimenti sia la tipologia delle azioni richieste nei primi anni di applicazione del Piano, principalmente connesse con interventi normativi e propedeutici all’attuazione degli interventi” rileva la Banca d’Italia.
Secondo i dati disponibili, si stanno accumulando ritardi, specie nell’esecuzione delle opere pubbliche, con il rischio che alcuni traguardi e obiettivi non vengano raggiunti entro la scadenza del Piano (agosto 2026). L’istituto ricorda tuttavia che dal governo sono giunti segnali per una nuova richiesta di revisione del Pnrr, attesa per le prossime settimane.
Dall’avvio del programma NextGenerationEU, tutti gli Stati membri hanno modificato almeno una volta il proprio Piano.
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